Scritta da: C. De Padua Visconti
Le tue mani
leggiadre come farfalle
planarono sui miei polsi
e le mie braccia
il mio petto
furono come attraversati
da impetuose scosse
che scorrevano
sottopelle.
Le tue mani calde
a custodirmi
dal vento della malinconia
a rifiorire in me sensi
ibernati nel freddo dell'ipocrisia!
In quel tepore trasmesso
in me, nell'anima mia,
ci fu letizia
un tripudio d'agio
e mi lasciavo abbandonare.
Le tue mani
compiutamente
sulle mie
a placare l'errare
di un amore in perdizione
per il rifiorir di un amore
senza condizione.
Composta domenica 16 novembre 2014