Vorrei sedere sul ciglio dell'infinito per godere della danza cosmica. Essere avvolta da mille particelle che illuminano i pensieri con le loro aurore boreali. Inseguire vite diverse per ritrovare la mia essenza e trovarti lì... ad aspettare. Un'esistenza persa in chissà quale storia. Riemerge dal passato il ricordo di te, di me, di noi... Di un mondo fantastico perso in un déjà vu di un bambino che aspetta di venire al mondo. Perso nelle spirali del tempo per riacciuffare quello che mi appartiene. Una porta si chiude e un'altra si apre. L'istinto mi guida verso ciò che sento. Unire i nostri universi e sprigionare l'energia primordiale. Nuovo sole, nuovi mondi da scoprire... da assaporare. Non più timida nebulosa ma nitida galassia, in viaggio nel continuo divenire di un universo in espansione per ritrovare il ricordo di te, di me, di noi...
In un cielo di stelle trovare una strada... la mia, verso un altrove finito nell'infinito. Perso nell'incessante divenire di un mondo senza avvenire. Chiuso in un microcosmo... moto perpetuo di una lavatrice. Incontrare una stella che vaga e brillare... E brillare... e brillare...
Danza: i piedi fanno vibrare le corde del mio violino. Sorridi: correndo su e giù per i viali dei miei sensi. Sei qui: per stravolgere la mia vita... cambiare il mio destino. Sento il respiro che s'avvicina, è sulla faccia! Sospira: voglio ancora accarezzare la tua giovane emozione. Viva come non mai mi è arrivata! Con la forza dell'uragano trascinata! Sensualità dai mille volti, dagli infiniti sapori cogli questo fiore che non vuole appassire.
L'hai vista la felicità? Oggi l'ho incontrata, per caso, dipinta in due occhi stanchi. La rincorrevo disperatamente evitando di voltarmi. Cosa sto aspettando? No... non posso afferrarla! Prenderla! stringerla! Per un secondo! un minuto... Accarezzarla con la punta delle dita, cercarla in punta di piedi.
La luce dell'alba che trasaliva dalla brughiera. Tu che dormivi disteso nell'erba aspettando il ritorno. L'ebrezza del mattino portava il mio profumo. Inebriato: salutasti la notte; sconcertato: ti volgevi al mattino. Lo spazio immenso ti faceva sentir solo... smarrito. Urlo!? Urlo soffocante! Urlo di morte. Sentirla vicino e non trovar riparo. Terrore! addolcito dal mio ricordo. Povero amante mio... Scappa!? scappa da me che sono la tua rovina.