Le migliori poesie inserite da Antonella Marotta

Questo utente ha inserito contributi anche in Frasi & Aforismi e in Frasi per ogni occasione.

Scritta da: Antonella Marotta
Sempre assorto in me stesso e nel mio mondo
come in sonno tra gli uomini mi muovo.
Di chi m'utra col braccio non m'accorgo,
e se ogni cosa guardo acutamente
quasi sempre non vedo ciò che guardo.
Stizza mi prende contro chi mi toglie
a me stesso. Ogni voce m'importuna.
Amo solo la voce delle cose.
M'irrita tutto ciò che è necessario
e consueto, tutto ciò che è vita,
m'irrita come il fuscello la lumaca
e com'essa in me stesso mi ritiro.

Chè la vita che basta agli altri uomini
non basterebbe a me.
E veramente
se un altro mondo non avessi, mio,
nel quale dalla vita rifugiarmi,
se oltre le miserie e le tristezze
e le necessità e le consuetudini
a me stesso non rimanessi io stesso,
oh come non esistere vorrei!
Ma un'impressione strana m'accompagna
sempre in ogni mio passo e mi conforta:
mi pare di passare come per caso
da questo mondo...
Vota la poesia: Commenta
    Scritta da: Antonella Marotta
    I miei occhi implacabili che sono
    sempre limpidi pure quando piangono
    Amicizia non vale ad ingannare.
    Quando parliamo troppo forte o quando
    d'improvviso taciamo tutti e due,
    vedono essi il male che ci rode.
    Col rumor della voce noi vogliamo
    creare fra noi quel che non è;
    quando taciamo non sappiam che dirci
    ed apre degli abissi quel silenzio.
    Allacciarci non giova con le braccia
    se distinti restiamo ai nostri occhi.

    A ingannarli non vali neppur tu,
    Dolore. Quando allenti la tua stretta,
    il mio padre e le mia sorella anch'esse
    s'allontanano paurosamente.

    Certe volte vedendo una bestiola
    che lecca una bestiola e gioca seco,
    mi morde il cuore una crudele invidia.

    Con gli occhi vedo che mi sei negata,
    gioia di voler bene a quelcheduno.
    Vota la poesia: Commenta
      Scritta da: Antonella Marotta
      Adesso che placata è la lussuria
      sono rimasto con i sensi vuoti,
      neppur desideroso di morire.
      Ignoro se ci sia nel mondo ancora
      chi pensi a me e se mio padre viva.
      Evito di pensarci solamente.
      Chè ogni pensiero di dolore adesso
      mi sembrerebbe suscitato ad arte.
      Sento d'esser passato oltre qual limite
      nel qual si è tanto umani per soffrire,
      e che quel bene non m'è più dovuto,
      perché soffrire la colpa è un bene.

      Mi lascio accarezzare dalla brezza,
      illuminare dai fanali, spingere
      dalla gente che passa, incurioso
      come nave senz'ancora né vela
      che abbandona la sua carcassa all'onda.
      Ed aspetto così, senza pensiero
      e senza desiderio, che di nuovo
      per la vicenda eterna delle cose
      la volontà di vivere ritorni.
      Vota la poesia: Commenta
        Scritta da: Antonella Marotta
        Ora che non mi dici niente, ora
        che non mi fai godere né soffrire,
        tu sei la consueta dei miei giorni.
        Assomigli ad un lago tutto uguale
        sotto un cielo di latta tutto uguale.
        Assonnato mi muovo sulla riva.
        Non voglio non desider, neppure
        penso.
        Mi tocco per sentir se sono.
        È l'essere e il non esser, come l'acqua
        e il cielo di quel lago si confondono.
        Diventa il mio dolore quel d'un altro
        e la vita non è né lieta né triste.
        T'odio, compagna assidua dei miei giorni,
        che alla vita non mi sottrai, facendomi
        come il sonno una cosa inanimata,
        ma me la lasci solo rasentare.
        Poiché son rassegnato a viver, voglio
        che ad ogni ora del dì mi pesi sopra,
        mi tocchi nella mia carne vitale.
        Voglio il Dolore che m'abbranchi forte
        e collochi nel centro della Vita.
        Ora che non mi dici niente, ora
        che non mi fai godere né soffrire,
        io rassegnato aspetto che tu passi.
        Vota la poesia: Commenta
          Scritta da: Antonella Marotta

          Io che come un sonnambulo cammino

          Io che come un sonnambulo cammino
          per le mie trite vie quotidiane,
          vedendoti dinanzi a me trasalgo.

          Tu mi cammini innanzi lenta come
          una regina.
          Regolo il mio passo
          io subito destato dal mio sonno
          sul tuo ch'è come una sapiente musica.
          E possibilità d'amore e gloria
          mi s'affacciano al cuore e me lo gonfiano.
          Pei riccioletti folli d'una nuca
          per l'ala d'un cappello io posso ancora
          alleggerirmi della mia tristezza.
          Io sono ancora giovane, inesperto
          col cuore pronto a tutte le follie.

          Una luce di fa nel dormiveglia.
          Tutto è sospeso come in un'attesa.
          Non penso più. Sono contento e muto.
          Batte il mio cuore al ritmo del tuo passo.
          Vota la poesia: Commenta
            Scritta da: Antonella Marotta
            Ed amai nuovamente; e fu di Lina
            dal rosso scialle il più della mia vita.
            Quella che cresce accanto a noi, bambina
            dagli occhi azzurri, è dal suo grembo uscita.

            Trieste è la città, la donna è Lina,
            per cui scrissi il mio libro di più ardita
            sincerità; né dalla sua fu fin ad oggi mai l'anima partita.

            Ogni altro conobbi umano amore;
            ma per Lina torrei di nuovo un'altra
            vita, di nuovo vorrei cominciare.

            Per l'altezze l'amai del suo dolore;
            perché tutto fu al mondo, e non mai scaltra,
            e tutto seppe, e non se stessa, amare.
            Vota la poesia: Commenta
              Scritta da: Antonella Marotta
              A volte mentre vado al sole
              e gli aspetti del mondo accolgo e il cuore
              quasi m'opprime l'amorosa ressa,
              ombra il sole ecco farsi l'ombra, gelo.

              Un cieco mi par d'essere che va
              lungo la sponda d'un immenso fiume.
              Scorrono sotto l'acque maestose;
              ma non le vede lui: il poco sole
              lui si prende beato. E se gli giunge
              a tratti mormorar d'acque, lo crede
              ronzio d'orecchi illusi.

              Perché a me par vivendo questa mia
              povera vita, un'altra rasentarne
              come nel sonno; e che quel sonno sia
              la mia vita presente.

              Un vago sentimento allor mi coglie,
              uno sgomento pueril.
              Mi siedo
              dove sono, sul ciglio della strada,
              miro il misero mio angusto mondo
              e carezzo con man che trema l'erba.
              Vota la poesia: Commenta