Scritta da: anonimo1976
in Poesie (Poesie personali)
Oblio
La nebbia nella mente
offusca i miei dolori,
le emozioni ormai sopite
e non parlo più d'amore.
Deh,
come è aspro il calvario
di chi cerca il diverso,
come è duro il cammino
di chi osserva l'universo.
Particelle di voi
appesantiscono il cammino,
la voglia del futuro
mi si attacca come un uncino;
ascolto il dolore della consapevolezza
e mi chiedo:
cosa sono?
dove vado?
e come un punto interrogativo
volto al contrario
conto i giorni in una speranza che muore
e odo il fragore delle ore in un silenzio omicida
Tic tac
tic tac
è il linguaggio di ciò che mai più sarà.
amici miei sono stanco,
l'orizzonte a mezzogiorno è il segno
che il tempo si anticipa sulla giornata della mia vita;
un segno vorrei lasciare,
ma sarò come un battito di ali,
un fiato sopra un vetro appannato,
un anonimo disperato
che nemmeno Dio saprà mai chi è.
Composta martedì 19 dicembre 2017