Poesie preferite da Soana

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Scritta da: Silvana Stremiz

Shall I compare thee to a summer's day? (Sonnet 18)

Shall I compare thee to a summer's day?
Thou art more lovely and more temperate:
Rough winds do shake the darling buds of May,
And summer's lease hath all too short a date:
Sometime too hot the eye of heaven shines,
And often is his gold complexion dimm'd;
And every fair from fair sometime declines,
By chance, or nature's changing course untrimm'd;
But thy eternal summer shall not fade,
Nor lose possession of that fair thou ow'st;
Nor shall Death brag thou wander'st in his shade,
When in eternal lines to time thou grow'st:
So long as men can breathe, or eyes can see,
So long lives this, and this gives life to thee.
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    Non sarà che alle nozze di animi costanti
    Io ammetta impedimenti, amore non è amore
    Che muta quando scopre mutamenti,
    O a separarsi inclina quando altri si separa.
    Oh no, è un faro irremovibile
    Che mira la tempesta e mai ne viene scosso;
    Esso è la stella di ogni sperduta nave,
    Remoto il suo valore, pur se il suo luogo noto.
    Amore non soggiace al tempo, anche se labbra
    E rosee guance cadranno sotto la sua arcuata falce.
    Amore non muta in brevi ore e settimane,
    Ma impavido resiste fino al giorno del Giudizio.
    Se questo è errore, e sarà contro me provato,
    allora io non ho mai scritto, e mai nessuno ha amato.
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      Per la verità, io non ti amo coi miei occhi

      Per la verità, io non ti amo coi miei occhi,
      perché essi vedono in te un mucchio di difetti;
      ma è il mio cuore che ama quel che loro disprezzano
      e, apparenze a parte, ne gode alla follia.
      Né i miei orecchi delizia il timbro della tua voce,
      né la mia sensibilità è incline a vili toccamenti,
      né il mio gusto e l'olfatto bramano l'invito
      al banchetto dei sensi con te soltanto.
      Ma né i miei cinque spiriti, né i miei cinque sensi
      possono dissuadere questo mio sciocco cuore dal tuo servizio,
      avendo ormai perso ogni sembianza umana,
      ridotto a schiavo e misero vassallo del tuo superbo cuore.
      Solo in questo io considero la mia peste un bene:
      che chi mi fa peccare, m'infligge pure la penitenza.
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