Uno sguardo che rivela il tormento interiore aggiunge bellezza al volto, per quanta tragedia e pena riveli, mentre il volto che non esprime, nel silenzio, misteri nascosti non è bello, nonostante la simmetria dei lineamenti. Il calice non attrae le labbra se non traluce il colore del vino attraverso la trasparenza del cristallo.
Aspro amore, viola coronata di spine, cespuglio tra tante pasioni irto, lancia dei dolori, corolla della collera, per che strade e come ti dirigesti alla mia anima?
Perché precipitasti il tuo fuoco doloroso, d'improvviso, tra le foglie fredde della mia strada? Chi t'insegnò i passi che fino a me ti portarono? Quale fiore, pietra, fumo ti mostrarono la mia dimora?
Certo è che tremò la notte paurosa l'alba empì tutte le coppe del suo vino e il sole stabilì la sua presenza celeste,
mentre il crudele amore m'assediava senza tregua finché lacerandomi con spade e spineaprì nel mio cuore una strada bruciante.
Contro l'amore non c'è Rimedio alcuno, Nicia, né unguento né polvere - io credo - lieve, dolce farmaco. Da te, persino l'anima mi farei bruciare, persino L'occhio, che amo Più di tutto Mi tufferei da te, ti bacerei la mano E bianchi gigli ti porterei E il fragile papavero Dai petali scarlatti. Imparerò a nuotare Così saprò perché Vi è dolce abitare negli abissi.