Questo tempo pare talvolta accarezzarmi l'anima invogliando quest'ultima ad affrontare quella corsa infinita qual è il tempo, appunto. Questo tempo pare talvolta strapparmi le ossa insieme a mille pensieri confusi o nitidi, a seconda dello sgocciolare o meno della luna. Quella luna che tutti posson guardar e che eppur ha fin troppe facce da poter avere una conformazione definita. Mille facce come gli atri del cuore e della mente. Mille facce come i pensieri degli uomini. Mille facce come quelle delle stelle: stelle luminose e non, del cui volto ci si prende gioco a proprio piacimento, in linea al proprio sentire. Eppur non tutti sentono la voce del cuore. Non tutti. Forse incute paura la voce della luna che si fonde con quella del sole creando uno squilibrio, talora, immortale tra ragione e istinto. Forse. Ma certo è che quelle mille facce scorrono innanzi senza mai riuscire a catturarle per una vecchia foto ingiallita da poter ricordare per ogni passo errato.
Vorrei essere ombra di questo mare solitario vagante tra le viuzze dell'anima eppur così ravvicinato agli occhi. Rumori così lontani nel tempo prendono per mano quelle piccole onde sopra le quali un gabbiano talora vola basso, per poi tornare laddove nasce il fui dei tuoni e rifugiarsi in un dove che all'uomo non è dato conoscere. Le viuzze tornano ad aprirsi al circolo dei pensieri senza volerlo e un verde cristallino domina il tutto quasi a voler sussurrare un pianto muto ma avvertibile a questo mare che non sembra avere un orizzonte e che eppur si diverte ad intessere una tela di sentimenti invisibili nel caos della gente. Un breve quanto intenso suono di campane spezza apparentemente l'armonia di un'acqua amante del silenzio. Torna la voce del vento che sposta dolcemente questo misterioso atrio di bellezza, una bellezza ineccepibile e nel contempo minacciosa per chi teme ascoltarsi. La paura non scosta questo cuore ondeggiante: voglioso, al contrario, di tuffarsi nel suono di quegli uccelli intenti nel proprio armonizzarsi, nella speranza che anche quaggiù si comprenda quel canto di felicità e si riesca un giorno ad intonarlo proprio come loro.