Poesie preferite da Carmelo Lombardi

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Scritta da: Silvana Stremiz

Quelle labbra che Amor creò con le sue mani (Sonetto 145)

Quelle labbra che Amor creò con le sue mani
bisbigliarono un suono che diceva "Io odio"
a me, che per amor suo languivo:
ma quando ella avvertì il mio penoso stato,
subito nel suo cuore scese la pietà
a rimproverar la lingua che sempre dolce
soleva esprimersi nel dar miti condanne;
e le insegnò a parlarmi in altro modo,
"Io odio" ella emendò con un finale,
che le seguì come un sereno giorno
segue la notte che, simile a un demonio,
dal cielo azzurro sprofonda nell'inferno.
Dalle parole "Io odio" ella scacciò ogni odio
e mi salvò la vita dicendomi "non te".
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    Scritta da: Silvana Stremiz
    Se proprio devi odiarmi
    fallo ora,
    ora che il mondo è intento
    a contrastare ciò che faccio,
    unisciti all'ostilità della fortuna,
    piegami
    non essere l'ultimo colpo
    che arriva all'improvviso
    Ah quando il mio cuore
    avrà superato questa tristezza.
    Non essere la retroguardia
    di un dolore ormai vinto
    non far seguire ad una notte ventosa
    un piovoso mattino
    non far indugiare un rigetto già deciso.
    Se vuoi lasciarmi
    non lasciarmi per ultimo
    quando altri dolori meschini
    avran fatto il loro danno
    ma vieni per primo
    così che io assaggi fin dall'inizio
    il peggio della forza del destino
    e le altri dolenti note
    che ora sembrano dolenti
    smetteranno di esserlo
    di fronte la tua perdita.
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      Scritta da: Silvana Stremiz

      No, non dire mai che il mio cuore è stato falso (Sonetto 109)

      No, non dire mai che il mio cuore è stato falso
      Anche se l'assenza sembrò ridurre la mia fiamma;
      come non è facil ch'io mi stacchi da me stesso,
      così è della mia anima che vive nel tuo petto:
      quello è il rifugio mio d'amore; se ho vagato
      come chi viaggia, io di nuovo lì ritorno
      fedelmente puntuale, non mutato dagli eventi,
      tanto ch'io stesso porto acqua alle mie colpe.
      Non credere mai, pur se in me regnassero
      tutte le debolezze che insidiano la carne,
      ch'io mi possa macchiare in modo tanto assurdo
      da perdere per niente la somma dei tuoi pregi:
      perché niente io chiamo questo immenso universo
      tranne te, mia rosa; in esso tu sei il mio tutto.
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        Scritta da: Lella Mcidw

        Sonetto 92

        Fai pure del tuo peggio per sottrarti a me,
        ma per tutta la vita mi apparterrai:
        vita che non durerà più a lungo del tuo amore,
        perché essa completamente da quell'amore dipende.
        Non devo perciò temere il massimo dei mali,
        dal momento che il minimo di essi mi può causare la fine;
        esiste per me un più felice stato
        di questo continuo dipendere dai tuoi umori!
        Tu non puoi torturarmi con la tua incostanza,
        ne va della mia vita col tuo disdegno.
        Oh, quale titolo alla felicità posseggo:
        pago di avere il tuo affetto, contento di dover morire!
        C'è cosa tanto bella che non tema macchia?
        Tu potresti ingannarmi e io non saperlo.
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          Scritta da: Lella Mcidw

          Sonetto 22

          Non mi convincerà lo specchio ch'io sia vecchio,
          fin quando tu e giovinezza avrete gli stessi anni;
          ma quando vedrò il tuo volto solcato dalle rughe,
          allora m'aspetto che morte termini i miei giorni.
          Infatti, tutto il decoro di tua bellezza
          non è che luminosa veste del mio cuore
          che vive nel tuo petto, come il tuo nel mio:
          e allora come potrei essere di te più vecchio?
          Perciò, amore mio, abbia di te gran cura,
          come anch'io farò, non per me, ma per tuo bene,
          costudendo il tuo cuore teneramente,
          come nutrice col suo bimbo, che non gli incolga male.
          Non contare sul tuo cuore quando il mio sia spento;
          tu me lo donasti non per averlo indietro.
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