Gira il mappamondo, giralo in tondo Punta il dito, puntalo in fondo. Chiediti se lì, lì, scoppiano bombe si tirano sassi, si ammazzano bimbe si arrestano passi, si bloccano gesti. È il rumore sibilante delle mine volanti, il dolore assordante delle madri deliranti, gli orfani padri e i deboli figli rimasti a osservare un mondo di gigli.
Amore è temere, amore è osare, amore è il suono che arriva dal mare. Amore è terra, amore è sole, amore è una nuvola in cui si rispecchia un fiore. Amore è saggio, amore è Berlino, amore è un vecchio che si riscopre bambino. Amore è neve, amore è seme, amore è l'immobilizzante abbraccio della neve. Amore è volpe, amore è gregge, amore è un miracolo di scelte. Amore è tempesta, amore è candore, amore è tenere la mano a un pazzo, o un sognatore. Amore è entrata, amore è uscita, amore è il tuo dolce passo nella mia vita. Amore è libero, amore è volo, Amore è felicità emanata da ogni poro.
Dio, dicci dove sei nostro dio, dicci come fai a restare fermo, immobile, inerme, stoico, esterno. Dicci come fai a vedere questo tuo sacro mondo cadere, distruggersi, cospargersi in pezzi ridicoli e sparsi. Quest'africa sfruttata, odiata, maltrattata, amata, adorata, venerata, giocata a dadi o in un'unica estrema puntata. Quest'America che si stende come un velo bianco e congiunge i due poli che reggono il mondo. Ma di poli in realtà nel profondo ne ha miliardi e continua a deteriorarsi nel nome di un baratto d'oro e intarsi. Quest'oriente e la cara mezzaluna solo i telegiornali al chiaro di luna occupa costante senza turbare nessuna mente che vada a pensare nel buio di una stanza al male che canta. Quest'infanzia lasciata e compianta: protezione, amore, luce, candore, dolcezza, arcobaleno, sole, tepore, Spariti rubati svaniti o devastati? Assenza di verbi e piccoli pianti di pace e abbracci fortificanti, tutto ribellato a questi falsi cantanti. La fame nei campi, la sete sui ponti, la stanchezza sui letti e la disillusione. Questa vecchiaia in contemplazione della morte e della pensione: le giunture si spezzano, la dignità spazzano, la passata felicità dimenticano. Questi valori imprescindibili sotto culi deplorevoli. Il nostro sangue svergognato una volta così rosso ambrato. Il nostro tono imbarazzato ferito e derubato, una voce squillante, quella del potere sfavillante, del petrolio culminante, del denaro o l'Aspromonte, del dolore mio regnante, del candore più buio e urlante. Dio, dicci dove sei, dicci come fai dicci se ci sei, dicci se farai. Dacci almeno il tuo stoico immobilismo o tienitelo quest'ultimo, siamo già barricati nel vittimismo, un orrido cannibalismo di futuro e nuovo umanismo.
Se l'uomo vedesse che stragi di sangue Se l'uomo vedesse la gente che piange. Macerie, tavoli, pelle e ossa sotto un tappeto rosso che possa celare la morte, richiamare la vita che è rimasta materia sola e sbiadita.