Poesie inserite da David Kumada

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Scritta da: David Kumada

Il discorso del sovrano

Buongiorno, o sudditi!
Udite le notizie dal fronte, portate poc'anzi da messaggeri trionfanti.
Gloria sia ai militi!
In memoria sarà il sacrifizio dè cavalieri che - impavidi - caddero
                                                                                              [in  tanti
E in gesto 'sì audace.

Sconfitto è il nemico per sempre poiché ci proteggono e gli angeli e
                                                                                              [i santi;
Un prospero, etterno giardino già attende quelle alme ormai prive
                                                                                              [di limiti!

Brindiamo festanti!
Ulivi donate a noi le chiome, ne andremo a scambiare
                                                                      [affinché guerra si eviti
Gioia sia agli amanti,
Infine riuniti nelle piazze; e nelle fornaci che del buon pane lieviti.
Evviva la Pace!
Composta lunedì 21 dicembre 2009
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    Scritta da: David Kumada

    Preghiera di un naufrago

    Il respiro profondo delle onde chiare
    quell'abbraccio pesante che vorrei evitare
    mi respinge forte se lo sto a assecondare
    s'addolcisce beffardo se intendo lottare

    Ho navigato su oceani di sentimenti e di genti
    che mai una volta ho saputo domare
    sotto cieli ed occhi
    azzurri o in tempesta;
    fra odori lontani di terre e nature diverse
    salpavo,
    sempre alla ricerca
    di quei sorrisi al mio ritorno.

    Ma ora è tempo
    d'abbandonare a questi flutti le mie mani
    sperando forse
    d'essere ancora vivo - e in salvo - domani...
    Composta domenica 20 dicembre 2009
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      Scritta da: David Kumada

      Dopo il fiume Lete

      Inconsapevole,
      come quando l'aurora sveglia il primo giorno,
      o il sole attende lieto di mostrarsi intorno
      dietro le nuvole,
      Sei nata;
      al centro del mondo, al centro del cuore.

      E potrai viaggiare
      tra pensieri e città che ti chiamano piano,
      a seguire una strada che porta lontano
      per poi tornare
      Più grande
      al centro del mondo, al centro del cuore.

      Si rincorrono tempi bui e tempi sereni
      ma l'animo nobile per sempre mantieni!
      Composta domenica 29 settembre 1996
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        Scritta da: David Kumada

        Il ghenos

        E poeta in mancanza d'ispirazione
        pretendeva un segno
        mancando d'ingegno
        e sentimento:
        a tradimento
        ignoran le Muse la sua invocazione!

        Rima femminile oppur rima maschile?
        Né Melampomene,
        o Talia o Calliope o Erato sovviene...
        Resta la rima
        metrica infima
        verso ormai affetto da caduta di stile!

        Fissammo inerti,
        tombe, cocci di vaso, papiri e fogli
        Sedicenti esperti
        di penna armati.
        Da sempre il vuoto cosmico ha spento orgogli
        sofisticati.

        Muore l'opera già prima di nascere
        Chi è caro agli Dei perisce giovane!
        Fortuna che la "i" è semivocale
        o il dodecasillabo andrebbe fottuto!

        Così l'artista ritorna al suo vivere
        prosaico, ottuso, con nulla da scrivere.
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          Scritta da: David Kumada

          Ulisse si volta

          Verso il Futuro! Sì!
          E così all'entusiastico grido rispondevamo con occhi brillanti
          di lagrime e d'euforia
          per cambiare solo quel che
          non andava mutato.

          Galleggiavamo in alto mare
          Sui nostri salvagenti di plastica colorata
          Salutando i padri e gli spiriti rimasti a riva
          a soppesare
          le loro e le nostre colpe.

          Quando capivamo
          come il destino
          fosse scritto nell'acqua e nel vento
          correvamo come bambini dispettosi
          a cancellarlo
          in nome di un sospirato
          libero arbitrio
          al neon.

          Cuore, tu lo sapevi?
          Ho domandato un giorno
          aprendo un cassetto
          sepolto
          sepolto
          e a lungo dimenticato.
          Quello rispose con semplice fiato,
          Ho provato a chiamarti
          e a ogni istante ti parlo
          ma tu eri già
          scivolato
          troppo lontano.
          Composta martedì 8 settembre 2009
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