Tu che sei entrato nel mio cuore come una spina ti entra nel dito. Tu che trasformi i miei sogni e i miei desideri in terrificanti incubi. Tu che lasci dentro la malinconia come l'autunno, che lasci impronte e paure come un ladro, amami.
Quando avrò 65 anni e i capelli bianchi perché stufa di colorarli, la mia gioia più grande sarai ancora tu, sarai ancora la cosa più preziosa che avrò. Adorerò la tua bellezza, ti venererò come un dio e quel giorno che le mie ginocchia cadranno e il mio corpo non potrà amarti più, contunuerà a farlo la mia anima. Sarai il mio uomo per sempre, se vuoi, sarò tua per sempre, se vorrai. Divideremo un letto e ci sogneremo insieme. Da te avrò dei figli, gli racconterai la nostra storia, se vuoi.
In un deserto di erba verde e profumata penso a te. Alzo le mani e gli occhi al cielo e mi chiedo perché Dio ti ha voluto già con sé. Ricordo in quel letto d'ospedale che con le mani strette alle mie, mi dicevi: "Io non morirò, io ce la farò, io vivrò... per te". Ascoltami, se puoi, portami con te. Ascoltami, se puoi, al mondo ho solo te. È per amore che ti imploro e a mani giunte ti scongiuro: portami con te. Basta, io mi ammazzo, voglio morire insieme a te e vivere con te alle porte del Paradiso, dove ora sicuramente sei. Amore mio non ce la faccio più è diventato un incubo vivere quaggiù, amore mio la nostra casa è in Paradiso ed è lì che ritroverò il sorriso.
Che disperazione, è festa ma lui ha il lutto dentro al cuore. Guarda le vetrine dove la gente si affolla per comprare un dono alla donna amata e tu non ci sei. Vestiti, preparati, scendi, vai dove sai: incontralo! Oh, ma che bella cosa, tuo padre ti ha chiuso in casa e non ti fa uscire più. Questa volta, ormai ha deciso, è lui che viene su. Tuo padre non capisce che lui muore senza te.
Piccola, tu che ci fai l'amore già da un secolo, diglielo che il tuo cuore è suo, diglielo che voi vi appartenete. Tu sai che per lui non sei un bel giocattolo.
Piccola, pensaci, l'amore vero non lo trovano tutti.
Ero una bambina in jeans e maglietta con le ginocchia sbucciate e lo sguardo di una dama... Innamorata.
Avevo un complesso tanto strano: di non saper baciare.
Mi vergognavo di stare sola insieme a te e coprivo con le mani tutto il corpo... Innamorato.
E se tremavo, mi scaldavi piano, con lo sguardo falso e guardandoti negli occhi ti intuivo.
Un tempo mi tenevi tra le braccia e un angelo ti volava tra le mani.
Tu mi stavi per rendere pienamente donna ma per fortuna mi sono "svegliata" in tempo; intorno a me non ho sentito più il calore, ma solo aria tiepida e pure riscaldata.
Intorno a me non ho sentito più il calore di quando del mio corpo potevi essere l'unico signore.
Un giorno, un altro uomo capirà che io di te sono stata veramente... Innamorata.
Ti hanno detto che ci siamo incontrati, è vero, ma è anche vero che ci hanno ricamato sopra.
Capelli e occhi neri, labbra invitanti, ma non mi sono fatta sfiorare.
Lui mi guardava, lui mi parlava, lui mi ammaliava: stavo morendo, volevo toccarlo, ma non l'ho sfiorato.
E più si avvicinava a me, più il cuore mi esplodeva in petto e mi venivano i brividi sotto la pelle e avevo un'autostrade di farfalle nello stomaco, ma prima di peccare sono fuggita via.
Sì all'ironia dove meno te l'aspetti, a tutto ciò in cui credo, alla pasta, allo shopping finanziato da terzi.
Sì allo studio, alla macedonia di fragole, al sole ma anche alla pioggia, all'ultimo giorno di scuola, al cibo, a viaggiare in treno.
Sì al tram, ai cd rom, a sentire parlare il francese da una ragazza francese, al cioccolato bicolore, al romanticismo.
Sì a suonare il pianoforte, ai ragazzi con i capelli lisci e neri, al thè a limone, alle sagre, a Napoli, al cocco, alle scatole di latta colorate.
Sì ai libri, alle ciliegie, ai siciliani, allo scrivere i temi, alle autoccasioni, alle feste, ai felini, a passare gli esami al primo tentativo, al gelato alla nocciola, alla buona compagnia, a trovare lavoro, alle gite scolastiche.
Sì alla coca-cola e al rum coca e cocco, a Parigi, al gioco di carte Uno, al profumo del caffè, agli occhi neri per gli uomini e azzurri per le donne, alla televisione spenta, ai concerti, ai sogni.
Sì a leggere l'oroscopo quando sono di buon umore, alle candele profumate, ai jeans ma anche alle minigonne, a cantare a squarciagola, alle scarpette di ginnastica, alla neve, al tiramisù che fa mamma.
Sì alla musica a tutto volume, ai colori, agli occhiali da sole, al rumore e al profumo del mare, alle bancarelle del mercato, a dormire col piumone, a guidare all'alba, a fare paradiso con la persona che ami, a scrivere...
Vivo in un mondo dove il cielo sa di fumo e la terra di rifiuti, dove il mare sa di petrolio e il cibo di medicine, dove i ragazzi sanno di alcool e le ragazze di sesso e il mio cuore diventa sempre più come le scarpette di cenerentola: fragile come il cristallo.
Se il mare non parla più e non ha più la stessa voce è solo colpa tua, perché gli hai confessato quello che mi hai fatto e come Gesù Cristo lo hai fatto morire in croce.
Ed è sempre colpa tua se l'aria non profuma più e se il verde lentamente muore.
C'è solo la luna che ancora ti difende, ma si arrenderà perché se hai sbagliato è stata colpa sua: splendida bastarda e complice nei tradimenti.
Il sole, quando mi guarda, non scalda più, e nel momento in cui dovrebbe splendere, brilla poco.