Piuma
Parti di te volteggiano
In modo leggiadro, lo vedi che
Una e tutte le note ti si addicono e ne nasce una
Melodia da vera maestra, quindi
Affrettati scrivila non fartela scappare.
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Parti di te volteggiano
In modo leggiadro, lo vedi che
Una e tutte le note ti si addicono e ne nasce una
Melodia da vera maestra, quindi
Affrettati scrivila non fartela scappare.
Non voglio che vada perduta la loro Eredità di Gioia.
Note galleggiano su un soffitto
scritto di storie di Vita da raccontare.
Fili d ' erba freschi e vivi
su pietre millenarie
danzano col vento.
Nuvole e Anime
passeggiano abbracciate
nei nostri occhi.
Mentre a fatica il bosco di nero si tinge
poche timide stelle si affacciano.
Un ritmo vibrante e suadente
avvolge il presente
fra gli applausi della gente.
È un giugno diletto
raccolto di un sabato sera
e suoni e canti e poesie!
Riverbero di vita che non appartiene
a niente a nessuno
risale a fatica
una massa di pensieri
affacciati e sgraziati
su un luogo comune
modesto e moderno
nel formulare a losanghe
logiche logoranti
all ' occorrenza poste
selvaggiamente sulla mente dei passanti.
Rapide carezze scolpite nel vento
strappano petali all'orgoglio custodito in una teca
perfetto, ardito e immobile
a ridosso di un rapporto dormiente periodicamente capriccioso
e tinto finto lungo una facciata sempre e di nuovo rinnovata!
Buttata fuori / dal davanzale
penzoloni con le braccia / e con la testa in giù
i capelli anche /
e mi mischierò col muro della casa
è bianco / questo muro della casa, / la mia casa
e sarò bianca / bianca / e rifletterò luce / come il muro,
passerà del tempo / e quel bianco
risplenderà sempre / sarà sempre bianco
io sarò quel bianco / io sarò quel muro
il muro bianco e tutti guarderanno / - ah, il muro bianco / dello
splendore della luce / la luce della giovinezza;
e sarà l'unico, / il mio muro bianco,
sarà l'unico muro bianco / ma tornerà a passare del tempo
io non mi muoverò / buttata fuori / dal davanzale / penzoloni
con le braccia / e con la testa in giù / i capelli anche
il muro comincerà / ad essere meno bianco / ma sempre bianco
[rimarrà
e quando il tempo sarà passato ancora / là in fondo / vedrò una
casa nuova
con un bianco muro / un muro più bianco del mio
un rivale
ma la mia casa rimarrà luminosa
perché sarà ancora / il muro bianco della mia età.
S'inginocchiano, le mani giunte ruvide
Le ali piegate, stropicciate dal vento
I piedi invisibili, sporchi di polvere
E con il capo chino, pesante di terra,
s'addormentano anche loro,
nascosti nei vetri ciechi delle cattedrali.
Amico bianco: quando nasco, sono nero -
quando cresco, sono nero -
quando è caldo, sono nero -
quando è freddo, sono nero -
quando ho paura, sono nero -
quando sono malato, sono nero -
quando muoio, sono nero.
Tu, quando nasci, sei rosa -
quando cresci, sei bianco -
quando è caldo, sei rosso -
quando è freddo, sei viola -
quando hai paura, sei giallo -
quando sei malato, sei verde -
quando muori, sei grigio.
allora, perché continui a chiamare me "uomo di colore"?
Tra le strofe ferine molte per incarnarsi
vogliono la tua carne. Solo l'arte compiuta
scevra d'obbedienza al suo tempo può piroettarti
attraverso i poemi più vasti che stai vivendo.
Star fuori d'ogni poesia è un vuoto irraggiungibile.
Perché scrivere poesia? per essere stranamente
disoccupati. per i mal di testa indolori da sfruttare
per colpire al momento maturo giù dal braccio che scrive.
Per i successivi aggiustamenti, calibrare un verbo
prima che la trance ti lasci. per lavorare sempre oltre
il limite della tua intelligenza. Per non aver da salire
e tradire i poveri nel farlo. Per una non vorace fama.
L'inafferrabile tempo che passa, di dolce malinconia tinge la sera,
scendi pioggierella sul viso a velar lacrime silenziose,
che cadon su braccia vuote che tutto han lasciato,
Han lasciato, amori sbagliati... amori vissuti e amori sognati.