Poesie inserite da Enrico D.

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Scritta da: Enrico D.

Dove nascono le Comete?

Dove nascono le Comete?
Dell'Universo profondo osservatrici
ciclano in tondo, non hanno mete
s'allontanano e ritornano, cacciatrici.

Un po' di sé donano al passaggio
tutti ad osservarle quando vicine
indifferenti continuano il lungo viaggio
ma un giorno sarà pure per loro la fine.

Uguali un po' diverse salutano dall'alto
tra le stelle fioche esse si stagliano
mirarle dovresti per compiere il salto.

Di meraviglia per sempre ci abbagliano
con onirici sogni dal color cobalto
che tutte le certezze, invero, scarmigliano.
Composta sabato 7 agosto 2010
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    Scritta da: Enrico D.

    Caffè

    Caffè.

    Scusa per un appuntamento
    te ne stai lì immobile, per un momento.
    Ascolti mille parole, mille sogni,
    assecondi tanti amori, tanti bisogni.
    Scuro e pure trasparente
    trasformi in reale l'apparente.

    Caffè.

    Rispecchi due volti
    che si affaccian capovolti.
    Svanisci in fretta,
    qualcun altro ti aspetta.

    Caffè.

    Compagno di solitudine
    dolce o amaro ossequio all'abitudine.
    Composta sabato 15 ottobre 2011
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      Scritta da: Enrico D.

      Anamorfosi

      Numeri come lettere, parole come formule
      oscillazioni schizofreniche
      poesie come leggi della natura.
      Eternità nello stile.
      Strutture nei contenuti.
      Unità nella duplicità.
      Significati come forma.
      Anamorfosi, privilegio del punto di vista,
      Amore, privilegio di un cuore.
      Odio e rigetto come attrazione.
      Eternità nel cervello.
      Razionalità rifugio stanco della follia.
      Architetture sublimi e forme geometriche
      morbidi corpi che sospirano.
      L'indicibile si compie in ogni attimo divenente
      L'incommensurabile accompagna il divenire,
      memoria obliante come una linea retta piegata.
      Bellezza passeggera e virtù spezzata.
      Composta giovedì 17 novembre 2011
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        Scritta da: Enrico D.

        Fantasmatiche rappresentazioni

        La fosca differenza tra reale e non reale,
        si reincarna eternamente in circostanze infinite,
        in amor prende sembianze d'un fatto sleale
        tanto da torcer l'anima e logorar le vite.

        Vi è un fantasma, se non più d'uno,
        che spunta di tanto in tanto e fa paura
        talvolta è bramato, talvolta inopportuno
        anch'esso sottoposto all'egida della censura.

        Il palco è pronto per ospitar gli attori,
        non meno di tre ne prevede il copione,
        bisogna recitar gli impossibili amori!
        Ma chi è il terzo che prende all'azione?

        La funesta messa in scena è iniziata
        con un triangolo perfetto pronto a danzare
        condotto dall'anima erma e mai espiata
        che, candida, è tutta intenta sull'altare.

        "Ti voglio con tutta me stessa"
        parte in prima la seconda attrice,
        "decido io!", Ammonisce l'anima indefessa,
        "sono qui e attendo o mia nutrice".

        "Bene, hai capito chi qui comanda"
        ribatte Lei con fare ardito
        verso quel fantasma che tutto asseconda
        e bieco attende lo spietato rito.

        "Adesso potete iniziare la recitazione.
        Annettine la carne senza sconforto
        e, mi raccomando, fallo con determinazione
        affinché le venga il fiato corto"

        "Aspetta diabolica conduttrice
        non voglio partecipare più alla finzione
        cosa credi che sono una meretrice?"
        fu subitanea la reazione.

        "Mia dolce e ingenua fanciulla
        pensi che partecipi ad una farsa?
        Non voglio io che la tua psiche si trastulla
        lungi da me quest'accusa così scarsa".

        Le luci si affievoliscono come prescritto,
        tutt'intorno si silenzia e si ingrigisce
        mentre la storia continua per diritto
        tra amor vero e amor che ferisce.

        "Continua così mio prode cavaliere
        custodisci la mia materia, difendimi con la spada!
        Afferra le mie criniere
        e non desistere finché il tutto accada!".

        Un tremendo bagliore all'improvviso
        come un sussulto che tutto inonda
        illumina la scena di chi ha deciso
        la lieta fine invereconda.

        "Andate via! Intrepidi imbonitori
        che sia questa l'ultima rappresentazione
        prometto: non avrò altri amatori!
        che possa andar, la mia anima, alla dannazione".

        "Vieni qui fantasma che ora sei in pericolo,
        abbandoniamo in fretta quest'arena
        siedi che adesso inizia il vero spettacolo!
        Assistiamo silenti alla vita che si inscena".
        Composta giovedì 17 novembre 2011
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