Le migliori poesie inserite da Federico Di Lembo


Scritta da: Federico Di Lembo
La questione che si pone
è irta di spine pungenti
In piena come un fiume
Tra i pensieri ed i tormenti

Il sole non riscalda
e l'anima si bagna
La pioggia però è calda
Ma l'angoscia stagna

Il fiume trasporta
Come brezza
La mente se la porta
Soltanto la tristezza

Giuda come un cocchiere
i cavalli sono i sogni
Ti prego voglio scendere
Le briglie sono i miei bisogni

e resto esterrefatto
Leggero come piombo
Sano ma matto
Nel buio sprofondo

Il carcere è la mente
Al diavolo il cuore
Se la prima soffre
Il secondo muore

Ed è vero non lo nego
So di essere in torto
Faccio un nodo e lo lego
Questo pensiero mio contorto

Sono triste questa sera
Mi capita spesso ultimamente
Le emozioni sono cera
e gocciolano nella mente

Brucia il fuoco e soglie tutto
Neanche la cenere resta
Non c'è festa non c'è lutto
Maledetta la mia testa.
Composta domenica 24 gennaio 2010
Vota la poesia: Commenta
    Scritta da: Federico Di Lembo
    E le parole più profonde
    a volte sono nei silenzi
    Perfette come cifre tonde
    Non le ascolti ma le pensi

    e pensare per non parlare
    Ma per il solo gusto
    Di ascoltare
    Ciò che tu ti volevi dire

    a volte penso che sia il solo
    a stare fermo mentre volo
    a volte rido perché se piango
    La mente da neve diventa fango

    e sono sporco questa sera
    Sporco di illusioni
    Che gocciolano come cera
    e mi cambiano i colori

    Se era bianco vedo nero
    Se era rosso vedo grigio
    e se tolgo quel velo
    Non resta che un miraggio

    è il miraggio che mi cambia
    Una lotta eterna ed infinita
    Come l'onda con la sabbia
    Per chi arretra non c'è vita

    Ci sente un po' immortali
    Quando si è in compagnia
    Non ci si sente tali
    Quando soli e in agonia

    Lo so che è triste
    Non c'è festa e non saltella
    Ma il pensiero insiste
    e in testa mi martella

    Il motivo per cui scrivo
    Mi è ignoto non lo nego
    Fin quando sarò vivo
    Io scrivo e me ne frego

    Perché mi parte da dentro
    Questo impulso d'espressione
    e non lo fermo se non centro
    Il punto della questione

    Siamo soli contro noi stessi
    In svantaggio e già persi
    Perché non c'è battaglia
    Contro chi ha la briglia

    Non siamo noi a governarci
    Ma qualcosa che ci invade
    Siamo solo poveracci
    e vaghiamo per buie strade

    Come spiriti ribelli cerchiamo risposte
    Come lupi o come agnelli
    Siamo solo delle bestie

    Forse adesso ho capito
    La risposta non è importante
    Ma forse e lo dico
    è la domanda che è impertinente

    è per questo che viviamo
    Alla ricerca del futuro
    e ci illudiamo che questo
    sia persino duraturo

    Magari lo sarà ma non certo
    è per questo che siamo vivi
    Se il presente è un pretesto
    Per qualcosa a cui aspiri.
    Composta sabato 5 dicembre 2009
    Vota la poesia: Commenta