suonano cinque tocchi. Gli uccelli si svegliano popolano l'eco delle campane, i campi di cinguettii. La mia canna è morta. sepolta. tra i mozziconi. Ho sete. Di vita?
Il cielo è silenzioso stanotte. Stracci di nuvole d'inchiostro, macchie d'acqua sporca, gli accarezzano il viso. Una volta erano mie, una volta. Ora il mio calamaio è una limitazione. Il foglio identificazione. Ah se solo potessi potessi stringerle nel mio palmo, come gli uomini fan con gli accordi, potrei riunirne i pezzi, ri assaggiarne il possesso. E se serrando il pugno, queste si legassero, colerebbe via il loro nero succo? Indosserebbero l'uniforme di carta, le scarpe da lavoro? Chi lo sa. Io lo scrivo nella volta celeste, e una volta aperto il mio stringere dita, e allacciate le stringhe, leggerò attraverso le righe della pagina, di questo foglio che chiamano cielo, cosa c'è che non va. In me.
Voglio girarmi nel letto e trovarti accanto a me, mentre il sonno distende la tua pelle, nella luce lunare. Accarezzarti i capelli, sentirne il profumo fino a soffocare, quel profumo che impregna le coperte, e impegna le narici. Voglio stringerti a me, come sa fare solo chi ama, unire le tue paure alle mie, e reciderle entrambe. Voglio scoprire che rumore fa l'unione di due anime, quando i lampioni sono spenti, e il cielo non è ancora acceso. Voglio tante cose, prima di addormentarmi, per poi svegliarmi stretto al cuscino E quando mi sveglio, sogno. Di spostare il cuscino e trovare il tuo sguardo.
Dove va la mia mente che ruba e rumina? ultimamente si illumina. la luce mi fulmina, se tornerà la fine sarà l'ultima.
Dove vaga il mio io? l'ès scalcia, che dio taccia. super io, voce che mi delude: addio! si chiude! sarò io super!
Dove va il mio corpo che vaga arreso? ogni mio cambio di percezione l'ha steso. questo nuovo potere dove l'ha preso? la forza si rigenera dall'inatteso.
Dove vaga il mio viaggiare? Forse solo una volta giunto, scoprirò dove dovevo andare. Punto.
Non guardato dall'uomo c'è un mondo che è il mondo. Non si può andare in auto, non c'è cemento, chissà cosa c'è dentro che si muove cauto, mi parla la sua lingua e risuona nel vento.