Si dispiega al sole
il mio essere che si dibatte
nel tenero riflesso
dei tuoi occhi, anelli di acquerugiola
che illuminano la notte.
Erro nel silenzio
del tuo corpo nudo
che con impeto cerca il mio.
Rincorro il vento perché dia
percezioni senza età
alla tua anima che
velluta i miei occhi
nel tripudio di austerità solenni.
Dei miei dipinti
tu sei la mano
che li delinea.
Intanto nel mio diletto
il tempo si veste di nero
e nella placidità delle tue forme
anniento l'infinito.
Pur non volendo pensarti
la tua calda immagine
rimbalza tra i miei sensi
costringendomi ad un lungo
ed estenuante ricordarti viva in me.
Ti desidero
come mai
ho desiderato nella mia vita.
Ti cerco nel silenzio
delle mie ragioni, ed
ogni volta illumino
le tetre vie del mio animo
con la passione che ho per te.
Nei miei occhi indugi
e da essi poi emergi radiosa
temprata dal contiguo divenire
e mai sarà offuscata la tua soavità.
Ho ragione di credere
che mi son perso in te.
Tendimi il tuo amore
ed accompagnami al di là del sole.
Inseguo la sublime armonia
del tuo delicato essere:
accorata immagine
che scolpisce nel tempo di un sospiro
la sapienza della tua psiche, ad ora
fabulante generosità.
Ho camminato avendoti accanto
tra tempeste di fuoco
e maree d'alabastro che, ansiose
di calpestare la mia etica
hanno silenziato la mia anima.
Mi sono vestito del tuo amore
e stanco dell'inetta esaltazione del tempo
mi sono rifugiato nel tuo corpo.
Timidamente m'involo
verso la tua essenza.
La tua offuscata bellezza,
faziosa condizione esistenziale,
è presenza scenica
nella rosea melodia della passione.
Mi vesto del tuo aroma!
Poi mi volto e, senza parlare,
continuo a fissare
il tuo riflesso nell'acqua.
Ho rubato al tempo il sospiro del meriggio
che corolla il profilo del tuo viso
delicato e roseo dall'emozione.
La mia voce tremante canta l'amore
affinché i tuoi occhi odano
le porte della notte aprirsi alla luce.