Le migliori poesie inserite da Francescopaolo Calciano

Questo utente ha inserito contributi anche in Frasi & Aforismi, in Racconti e in Frasi per ogni occasione.

Scritta da: Francescopaolo Calciano

A "Rosetta"

Il dolore regna sovrano,
angoscianti ombre a farmi compagnia.
Ombre che si propagano crudeli
e invadono tutto me stesso
e le tenebre si stringono in me.
Voci sussurrano nella notte,
invocano... il tuo nome;
Un urlo acuto squarcia
la quiete della mia mente: "Rosetta".
Lascio volare la mente,
lascio vagare i pensieri.
Suona campana... dai il tuo
dolce canto d'addio, mentre cerco
le mani fredde dei tuoi figli.
Le lacrime amare che tradiscono
il mio dolore cadono
dritte dagli occhi al cuore.
Morte: Ladra di vite giovani e brevi
ti sei cibata del mio dolore
e della mia sofferenza.
Ma tu morte, hai fallito nel tuo intento:
Hai rubato la sua vita,
ma l'hai resa immortale nella mia anima
e nel ricordo vivo della mia mente.
Il mio grido di dolore, solca
le pareti del mio cuore.
Addio mi lasci come ricordo
l'ombra della tua anima.
Porto nel mio gelido cuore
una scintilla di una tenue speranza;
di rivederti un giorno...
quando la grande falce passerà su di me.
Composta nel febbraio 1983
Vota la poesia: Commenta
    Scritta da: Francescopaolo Calciano

    Ricordo

    Il sole è lontano, e il suo chiarore si attenua, impallidisce, diffonde
    l'ultimo bagliore d'agonia per le nuvole che bruciano come fuoco.
    Vado per un viale silente, tra aiuole di fiori che agonizzano.
    Il sole declina, la, in fondo in fondo, quasi entro il mare,
    che si allarga come una sconfinata lamina di fuoco;
    mentre le vele passano veloci, e le agili barchette dei pescatori
    sembrano colibrì sulle acque.
    Poi quel fuoco s'estingue lentamente, e una grave malinconia
    grava sul mondo, una malinconia soave, pacata, che mi ricorda
    cose lontane, ricordi di dolori sofferti o leniti, ricordanze di vite
    che non potrò rivedere più, tutto quello che è irrevocabile, che è
    perduto per sempre, che sognavo con l'ardore di un desiderio
    intenso e vano, tutto quello che è pianto, mi ritorna allo spirito
    in questa suggestione indicibile del tramonto.
    E guardo quei navigli, che la dolcezza dell'ora risvegliano,
    una pace luminosa si diffonde per le spiagge, per i clivi,
    per i casolari, e nel mio animo...
    e il mio animo si commuove ai dolci ricordi.
    Ricordo:
    Mi prendesti per la mano, e ci avviammo per la buia strada;
    volevi accompagnarmi via lontano, lontano...
    e andammo e andammo, perché tu avevi fretta, non volevi far tardi...
    Ricordo:
    Cera un fosso pieno di lucciole, tu non avevi no paura
    benché la notte fosse oscura.
    Tu ogni tanto sospiravi, guardavi la luna, e mi baciavi ma non dicevi niente.
    Poi ci fermammo: tu non eri ben persuasa, mi stringesti
    forte ed improvvisamente ritornammo verso i lumi delle nostre
    case, rifacemmo la via trita.
    Oh!... nella mia vita, nell'ore amare, c'è sempre il rimpianto di quel
    pentito ritornare, di quel cammino troncato a metà, lungo la buia
    strada col fosso pieno di lucciole.
    Ora il sole è tramontato, il mio animo è sopraffatto dal mistero
    pauroso delle cose; nella mistica serenità di quest'ora esso prova uno
    sgomento, un'estasi di memorie e presagi, e le labbra mormorano una preghiera...
    e in quella preghiera risogno sogni lontani, tempi lontani...
    rivedo un'estate lontana, fiori che più non fioriranno, rivedo il tuo
    volto, i tuoi occhi che forse non rivedrò più, e il vento mi porta le tue parole, un poco fioche, parole soave, che non sentirò più.
    Composta giovedì 4 marzo 2010
    Vota la poesia: Commenta
      Scritta da: Francescopaolo Calciano

      A Giusi

      Per ore ho osservato il vuoto
      cercando il senso della mia vita...
      La mia mente intreccia ragnatele
      di pensieri e di ricordi:
      Fù un giorno che il tempo segnerà al tempo
      quando improvvisa m'illuminasti il cuore.
      Il tuo esile corpo fatto per sospirare
      tra carezze e lusinghe,
      i tuoi lunghi capelli rallegravano
      i miei occhi morbosi.
      Il tuo corpo sfiorato da una nube
      che il vento rabbelliva...
      Mi dicesti un nome: Giusi...
      Dolce, dolcissima, questo è il tuo aggettivo
      dolce come il giglio o una rosa...
      Hai dato una ragione alla mia vita.
      Composta lunedì 12 aprile 2010
      Vota la poesia: Commenta