Scritta da: Francescopaolo Calciano
in Poesie (Poesie personali)
Vorrei poter camminare nella tua mente...
leggere i tuoi pensieri
e scendere fino al tuo cuore.
Composta sabato 12 marzo 2011
Vorrei poter camminare nella tua mente...
leggere i tuoi pensieri
e scendere fino al tuo cuore.
Il dolore regna sovrano,
angoscianti ombre a farmi compagnia.
Ombre che si propagano crudeli
e invadono tutto me stesso
e le tenebre si stringono in me.
Voci sussurrano nella notte,
invocano... il tuo nome;
Un urlo acuto squarcia
la quiete della mia mente: "Rosetta".
Lascio volare la mente,
lascio vagare i pensieri.
Suona campana... dai il tuo
dolce canto d'addio, mentre cerco
le mani fredde dei tuoi figli.
Le lacrime amare che tradiscono
il mio dolore cadono
dritte dagli occhi al cuore.
Morte: Ladra di vite giovani e brevi
ti sei cibata del mio dolore
e della mia sofferenza.
Ma tu morte, hai fallito nel tuo intento:
Hai rubato la sua vita,
ma l'hai resa immortale nella mia anima
e nel ricordo vivo della mia mente.
Il mio grido di dolore, solca
le pareti del mio cuore.
Addio mi lasci come ricordo
l'ombra della tua anima.
Porto nel mio gelido cuore
una scintilla di una tenue speranza;
di rivederti un giorno...
quando la grande falce passerà su di me.
Il vento ti ha portata via...
trasportata dalla brezza nei
crepuscoli sperduti.
Ti sei persa la... verso oriente
ma son rimasti i luoghi
che ti vedevo, e l'ore dei nostri incontri
ore deserte,
luoghi per me divenuti un sepolcro
a cui faccio la guardia.
La mia mente intreccia ragnatele di pensieri
le foglie disegnano giochi d'ombra,
ed ecco il tuo viso.
Siedo sull'erba novella,
accanto scorre veloce il ruscello...
gli occhi si perdono nell'infinito e
il soave sussurro del vento sull'acqua
mi porta da lontano il profumo della tua pelle
e il ricordo vivo della tua voce.
Guardando Te pensavo con dolore,
che i sogni possono rendere felice un mondo triste,
ma le speranze e i desideri sbagliati,
possono distruggere tutto ciò che
si è costruito in una intera vita.
Il mare si gonfia e le sue onde sembrano tasti
di un'immenso pianoforte che ripete
all'infinito una struggente melodia
che nasce all'orizzonte...
ho vinto il male...
ho vinto l'apatia, ma nulla è valso
a farmi dimenticare la sola donna che
ho veramente amato.
Il sole è lontano, e il suo chiarore si attenua, impallidisce, diffonde
l'ultimo bagliore d'agonia per le nuvole che bruciano come fuoco.
Vado per un viale silente, tra aiuole di fiori che agonizzano.
Il sole declina, la, in fondo in fondo, quasi entro il mare,
che si allarga come una sconfinata lamina di fuoco;
mentre le vele passano veloci, e le agili barchette dei pescatori
sembrano colibrì sulle acque.
Poi quel fuoco s'estingue lentamente, e una grave malinconia
grava sul mondo, una malinconia soave, pacata, che mi ricorda
cose lontane, ricordi di dolori sofferti o leniti, ricordanze di vite
che non potrò rivedere più, tutto quello che è irrevocabile, che è
perduto per sempre, che sognavo con l'ardore di un desiderio
intenso e vano, tutto quello che è pianto, mi ritorna allo spirito
in questa suggestione indicibile del tramonto.
E guardo quei navigli, che la dolcezza dell'ora risvegliano,
una pace luminosa si diffonde per le spiagge, per i clivi,
per i casolari, e nel mio animo...
e il mio animo si commuove ai dolci ricordi.
Ricordo:
Mi prendesti per la mano, e ci avviammo per la buia strada;
volevi accompagnarmi via lontano, lontano...
e andammo e andammo, perché tu avevi fretta, non volevi far tardi...
Ricordo:
Cera un fosso pieno di lucciole, tu non avevi no paura
benché la notte fosse oscura.
Tu ogni tanto sospiravi, guardavi la luna, e mi baciavi ma non dicevi niente.
Poi ci fermammo: tu non eri ben persuasa, mi stringesti
forte ed improvvisamente ritornammo verso i lumi delle nostre
case, rifacemmo la via trita.
Oh!... nella mia vita, nell'ore amare, c'è sempre il rimpianto di quel
pentito ritornare, di quel cammino troncato a metà, lungo la buia
strada col fosso pieno di lucciole.
Ora il sole è tramontato, il mio animo è sopraffatto dal mistero
pauroso delle cose; nella mistica serenità di quest'ora esso prova uno
sgomento, un'estasi di memorie e presagi, e le labbra mormorano una preghiera...
e in quella preghiera risogno sogni lontani, tempi lontani...
rivedo un'estate lontana, fiori che più non fioriranno, rivedo il tuo
volto, i tuoi occhi che forse non rivedrò più, e il vento mi porta le tue parole, un poco fioche, parole soave, che non sentirò più.
Le parole più profonde
sono nei silenzi assoluti,
sono le parole che dalla mente
vanno fino al cuore,
dove nessuno può sentirle.
Per ore ho osservato il vuoto
cercando il senso della mia vita...
La mia mente intreccia ragnatele
di pensieri e di ricordi:
Fù un giorno che il tempo segnerà al tempo
quando improvvisa m'illuminasti il cuore.
Il tuo esile corpo fatto per sospirare
tra carezze e lusinghe,
i tuoi lunghi capelli rallegravano
i miei occhi morbosi.
Il tuo corpo sfiorato da una nube
che il vento rabbelliva...
Mi dicesti un nome: Giusi...
Dolce, dolcissima, questo è il tuo aggettivo
dolce come il giglio o una rosa...
Hai dato una ragione alla mia vita.