Poesie preferite da Gabriele Gabriele

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Scritta da: Silvana Stremiz

Uomo del mio tempo

Sei ancora quello della pietra e della fionda,
uomo del mio tempo. Eri nella carlinga,
con le ali maligne, le meridiane di morte,
t'ho visto dentro il carro di fuoco, alle forche,
alle ruote di tortura. T'ho visto: eri tu,
con la scienza esatta persuasa allo sterminio,
senza amore, senza Cristo. Hai ucciso ancora,
come sempre, come uccisero i padri, come uccisero
gli animali che ti videro per la prima volta.
E questo sangue odora come nel giorno
quando il fratello disse all'altro fratello:
"Andiamo ai campi". E quell'eco fredda, tenace,
è giunta fino a te, dentro la tua giornata.
Dimenticate, o figli, le nuvole di sangue
salite dalla terra, dimenticate i padri:
Le loro tombe affondano nella cenere,
e gli uccelli neri, il vento, coprono il loro cuore.
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    Scritta da: Silvana Stremiz

    Natale

    Natale. Guardo il presepe scolpito,
    dove sono i pastori appena giunti
    alla povera stalla di Betlemme.
    Anche i Re Magi nelle lunghe vesti
    salutano il potente Re del mondo.
    Pace nella finzione e nel silenzio
    delle figure di legno: ecco i vecchi
    del villaggio e la stella che risplende,
    e l'asinello di colore azzurro.
    Pace nel cuore di Cristo in eterno;
    ma non v'è pace nel cuore dell'uomo.
    Anche con Cristo e sono venti secoli
    il fratello si scaglia sul fratello.
    Ma c'è chi ascolta il pianto del bambino
    che morirà poi in croce fra due ladri?
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      Scritta da: Silvana Stremiz

      Alle fronde dei salici

      E come potevamo noi cantare
      con il piede straniero sopra il cuore,
      fra i morti abbandonati nelle piazze
      sull'erba dura di ghiaccio, al lamento
      d'agnello dei fanciulli, all'urlo nero
      della madre che andava incontro al figlio
      crocifisso sul palo del telegrafo?
      Alle fronde dei salici, per voto,
      anche le nostre cetre erano appese,
      oscillavano lievi al triste vento.
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        Scritta da: Irin Supertramp
        Hai detto tutto questo
        Certo, ho detto tutto questo.
        Cosa vuoi? Voglio bruciare.
        Perché?
        Perché sono infiammabile, sono
        serio.
        Hai detto tutto questo...
        Certo, ho detto tutto questo.
        Non sai cosa vuoi
        E dici che la vita non è abbastanza.
        La vita non è abbastanza.
        Allora cos'è abbastanza?
        Sentire... altrimenti muoio.
        Cosa proverai?
        Il fuoco.
        Allora vai avanti e brucia.
        Ma la vita non è in fiamme.
        Allora muori.
        Fisicamente?

        Sì. Irriverenza.
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          Scritta da: Silvana Stremiz

          Capitano! Mio Capitano!

          O Capitano! Mio Capitano! Il nostro viaggio tremendo è terminato,
          la nave ha superato ogni ostacolo, l'ambìto premio è conquistato,
          vicino è il porto, odo le campane, tutto il popolo esulta,
          occhi seguono l'invitto scafo, la nave arcigna e intrepida;
          ma o cuore! Cuore! Cuore!
          O gocce rosse di sangue,
          là sul ponte dove giace il Capitano,
          caduto, gelido, morto.

          O Capitano! Mio Capitano! Risorgi, odi le campane;
          risorgo - per te è issata la bandiera - per te squillano le trombe,
          per te fiori e ghirlande ornate di nastri - per te le coste affollate,
          te invoca la massa ondeggiante, a te volgono i volti ansiosi;
          ecco Capitano! O amato padre!
          Questo braccio sotto il tuo capo!
          È solo un sogno che sul ponte
          sei caduto, gelido, morto.

          Non risponde il mio Capitano, le sue labbra sono pallide e immobili,
          non sente il padre il mio braccio, non ha più energia né volontà,
          la nave è all'ancora sana e salva, il suo viaggio concluso, finito,
          la nave vittoriosa è tornata dal viaggio tremendo, la meta è raggiunta;
          esultate coste, suonate campane!
          Mentre io con funebre passo
          Percorro il ponte dove giace il mio Capitano,
          caduto, gelido, morto.
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            Scritta da: Francesca Fontana

            Guido, i' vorrei che tu e Lapo ed io

            Guido, i' vorrei che tu e Lapo ed io
            fossimo presi per incantamento,
            e messi in un vasel ch'ad ogni vento
            per mare andasse al voler vostro e mio,

            sì che fortuna od altro tempo rio
            non ci potesse dare impedimento,
            anzi, vivendo sempre in un talento,
            di stare insieme crescesse 'l disio.

            E monna Vanna e monna Lagia poi
            con quella ch'è sul numer de le trenta
            con noi ponesse il buono incantatore:

            e quivi ragionar sempre d'amore,
            e ciascuna di lor fosse contenta,
            sì come i' credo che saremmo noi.
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              Scritta da: Marilù Rossi

              Verrà la morte e avrà i tuoi occhi

              Verrà la morte e avrà i tuoi occhi,
              questa morte che ci accompagna
              dal mattino alla sera, insonne,
              sorda, come un vecchio rimorso
              o un vizio assurdo. I tuoi occhi
              saranno una vana parola,
              un grido taciuto, un silenzio.
              Così li vedi ogni mattina
              quando su te sola ti pieghi
              nello specchio. O cara speranza,
              quel giorno sapremo anche noi
              che sei la vita e sei il nulla.
              Per tutti la morte ha uno sguardo.
              Verrà la morte e avrà i tuoi occhi.
              Sarà come smettere un vizio,
              come vedere nello specchio
              riemergere un viso morto,
              come ascoltare un labbro chiuso.
              Scenderemo nel gorgo muti.
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                Scritta da: Phantastica

                In the Morning you Always come Back

                Lo spiraglio dell'alba
                respira con la tua bocca
                in fondo alle vie vuote.
                Luce grigia i tuoi occhi,
                dolci gocce dell'alba
                sulle colline scure.
                Il tuo passo e il tuo fiato
                come il vento dell'alba
                sommergono le case.
                La città abbrividisce,
                odorano le pietre
                sei la vita, il risveglio.
                Stella sperduta
                nella luce dell'alba,
                cigolio della brezza,
                tepore, respiro
                è finita la notte.
                Sei la luce e il mattino.
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