Poesie inserite da Gabriella Brancaleone

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Scritta da: Gabriella Brancaleone

Lasciando un amore

Una goccia di pioggia bagna il mio viso,
un sospiro del vento spegne il sorriso
spezzo catene di fuoco e di amore,
lasciando il tuo cuore a sognare
tra i rami incantati e cosparsi di fiori
tra i rami strappati e infusi di odori,
tra i fiori lontani che gridano aiuto,
su un piccolo cedro che accenna un saluto
per tutta la strada cosparsa di rose,
al suon di ferite lontane e spinose
su tutto il mio stridulo tuono
più nulla di buono
può uscire da questo dolore.
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    Scritta da: Gabriella Brancaleone

    Addio amore mio

    Sole, sole, sole
    Gridava il mio corpo bagnato dal tuo sorriso,
    Sole brucia il mio cuore per non poterlo donare a più nessuno,
    incendia il mio desiderio di te.
    Parole gettate tra i rami seccati dall'odio,
    soltanto parole e nulla più.
    Scende lenta la tormenta,
    sui sentieri sudati e bagnati,
    perché io ti ho cercato ma tu non eri lì
    ad aspettare il mio amore.
    Perché io ti ho aspettato
    Ma tu non eri lì a cercare il mio amore.
    Mi ghiaccia il ricordo che ho di te.
    Niente più sospiri e non più gridi di gioia.
    Nulla lasciato sulla scia del tuo fuggire.
    Composta martedì 10 novembre 2009
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      Scritta da: Gabriella Brancaleone

      Lacrime

      Ombre di pioggia che cadono sulle mie guance,
      sforzi di non vedermi brutta ne crucciata,
      desideri improvvisi di cancellare tutto e tutti,
      speranze svanite di un sole tenue che ti consoli,
      Erano lacrime le mie impressioni di te.
      Ma cadevano gocciolando incurie di attimi di
      consolazione.
      Non più parole, non più desideri,
      e non spiragli di melodie per farmi pensare,
      nulla si sparge ormai intorno a me:
      nemmeno un vento ribelle ad ogni pensiero.
      Vorrei poterti dire addio,
      ma le lacrime bagnano le mie parole
      ed esse affogano nel mare di dolore
      che le risucchia senza perdono.
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        Scritta da: Gabriella Brancaleone

        Sensazioni

        Nel silenzio che mi circonda,
        sento parole invase dal fuoco
        sento incalzare il mio stupido gioco
        sento il ritorno lontano dell'onda.

        E nel rumore che mi sgomenta
        sento spogliata paura di amare
        sento nascosti i ricordi tornare
        sento il tremore di una tormenta

        Nel dolore che mi sta accanto,
        sento straziarsi il mio tenue cuore
        sento sfinire il mio antico amore
        sento morire il mio debole pianto

        Ed in quel semplice tuo viso
        vedo una lacrima: vuole sgorgare
        ascolto i pensieri: sembran parlare
        scopro un rossore velato e improvviso

        Non vedi il mio ardore?
        Dorme tranquillo in attesa del fato
        Giace sul corpo tuo addormentato
        E ascolta l'eco di ogni rumore.
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          Scritta da: Gabriella Brancaleone

          Oggi si scrive

          Oggi è il giorno giusto per carmi e per canzoni
          Un giorno per cantare e per parlare,
          la voglia di esternare sensazioni,
          il desiderio appiccicato di pensare.

          Oggi ho visto il sole palpitare,
          sentito il vento trascinar l'ispirazione
          e le parole scritte sapevan dove andare
          tutto il pensiero era dedito a creare.

          Le muse intorno dell'arte e delle note
          danzavano contente di questa situazione,
          briciole di ricordi dispersi sulle gote,
          semi di sale su un treno d'emozione.

          Sarà domani la stessa sensazione?
          O il sonno mi lascerà intontita?
          Non posso dire ci sarà tensione
          O una matita incastrata fra le dita...
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            Scritta da: Gabriella Brancaleone

            Forse son l'ultime parole (come muore un amore)

            Ecco si avvicina a ponente
            misterioso nel suo alto guardarmi
            si confonde a un odore insistente
            del suo corpo che non può più bearmi;
            si avvicina col pensiero scabroso
            torturato e guarito negli anni:
            lui non parla e nel tempo a ritroso
            sa cercar chi lenì i suoi malanni.
            Non lo vedo... e pensar che di lui io conosco,
            ogni piaga, ogni pelo, ogni piccolo asserto,
            tra me, la sua spiaggia e il mio frigido bosco,
            v'è la stessa distanza che tra un fiume e un deserto.
            Si avvicina, mentre paco i miei ardori
            ma non riesco a vedere il suo volto
            io non sento i suoi freddi rumori
            non intendo il suo vento che ascolto.
            Ho cercato guardando lontano
            che il suo stampo apparisse improvviso
            ho scrutato tra il monte e tra il piano
            e ho riempito di pena il mio viso
            ... ma un giorno confusa da un sentore di addio
            ho provato a cercarlo con l'idea di chi sbaglia
            come stessi aspettando il ritorno di un Dio
            impietrita e frustrata per un sole che abbaglia...
            ... quel giorno ero molto vicina al suo intento
            quel giorno sudato io ho disfatto il mistero
            neanche un filo di luce, sospinto dal vento,
            mi strappava oramai da ciò ch'era vero.
            Solchi, strazi, passioni e poeti
            non bastavano a farmi tornare:
            non avrei mai raggiunto le sue storte pareti
            non avrei mai vagato nel suo gelido mare...
            ... inversione di rotta si ritorna ad oriente...
            ... tutti in plancia la nave si avvia,
            incontrarlo per caso? No, non credo più a niente
            ciò che resta di lui è soltanto follia
            solo stralci di rotte sbagliate e sviate
            che una zattera sola non può certo seguire,
            luci accese ai confini di zone minate
            e ritorni arrangiati senza farsi sentire:
            io riposo felice a levante,
            con radici impastate di terra orientale,
            la certezza è un assioma importante
            che coltiva il mio bene e divelge il mio male.
            Non posso toccare chiunque mi chieda una data:
            più mi attracca, più lontano poi deve salpare
            e purtroppo la nostra distanza è già stata fissata
            mentre l'onde consumano il tempo e mantengono il mare.
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              Scritta da: Gabriella Brancaleone

              Continua (come si consuma un amore)

              Penetrante ed, in fondo, anche consumante
              trasforma le mie pareti in briciole senza soglia
              nei vicoli senza nome e senza piante
              nulla traspare della deleteria voglia
              Tutto mi tace attorno e tutto grida
              un misto di risate e di motori,
              tutto è confuso da silenti strida
              e dal ricordo dei miei primi albori:
              nei seni abbandonati al tuo tormento
              è inciso il segno della mia tortura
              presto verrà assaporato al vento
              e fine avran la mia e la tua paura.
              Presto si spera, e intanto si consuma
              l'umile schianto che creasti un giorno
              neanche lassù, vicino a Montezuma,
              sanno di noi e del nostro ritorno.
              E un giorno che non ci è lontano
              gli echi dei cari e dei sudati ardori
              nel ventre tuo e nel segreto arcano
              ci ridaranno i nostri antichi amori.
              Ora intrisi, abbandonati e seri
              vestiamo i tempi che ci hanno regalato
              nemmeno un segno dei nostri desideri
              neanche un ricordo di ciò che abbiamo amato.
              Piccole corde fatte di saggezza
              hanno legato il tuo destino al mio
              c'è un fuoco che le unisce e un sale che le spezza
              la luce intorno... e il buio dell'oblio:
              brevi momenti rimasti per pensare
              quando eravamo un'unica persona
              nei lunghi giorni futuri a ricordare
              come si lascia e come si perdona.
              T'ho chiesto tanto e senza dir parola
              e l'unica risposta che si assona
              è addio mio vento ed ora sono sola:
              lasciatemi fiorire in calda e verde zona
              nel turbine nascosta, ove non parlo,
              senza sentori e senza melodia
              che esprima un desiderio antico di abbracciarlo
              dove la mia canzone non sarà più mia.
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                Scritta da: Gabriella Brancaleone

                AD AL (come nasce un amore)

                Tu hai scelto una strada che porta al respiro,
                io sono fermata nel tempo da molti misteri:
                gli stessi pensieri che ti hanno curato
                distruggono adesso il mio io.
                Nel sole e nel pianto
                esistono poche parole
                che aiutano a sciogliere il canto.
                Vorrei non potere mai dire vorrei...
                eppure son qui che ti ascolto,
                cambiando il mio pavido viso
                in un tenero volto
                cosparso di riso.
                Sostanza, materia, paura,
                amore, pensiero e tortura,
                in un unico istante che dura una vita
                e si spegne in un tenero sguardo di donna smarrita.
                Non farmi fuggire lontano:
                io servo il tuo corpo e tu servi al mio corpo
                in un abile unione concreta
                che fa di dolore e piacere un'unica meta.
                Hai poche catene che puoi conservar di nascosto:
                ma un unico anello al mio piede potrebbe bastare
                a non farmi smarrire il mio posto.
                Io ho tristi ricordi lontani e presenti,
                qualcuno che cerca di farli appassire,
                un vento che spinge i miei stenti
                e un utile tempo per farmi guarire.
                Ma il lungo cammino che ancora ho davanti
                mi han detto di farlo con semplici voli
                non voglio coprirlo di strida e di pianti
                e di un uomo ogni tanto che il mal mi consoli.
                Ma quando puoi dire vorrei...
                se sai che colui che ti ascolta
                si è perso nel velo di lei
                e mai più un'altra volta?
                Se un semplice incontro affrettato
                è il frutto di lunghe promesse
                in un tempo da mai prenotato
                che brucia le favole stesse...
                ... nel tempo senile
                puoi avere il piacere di chiedere un dono
                e di dare corrente alle pile
                che danno corrente al perdono...
                ... nel tempo ancor più lontano
                lo stesso pensiero
                potresti trovarlo foriero
                in un tocco di mano.
                Ma quando sarai sopra un prato,
                con luci di tutti i colori
                cosciente di ciò che hai imparato
                e di tutti i tuoi piccoli errori
                sbiaditi ogni volta dal pianto,
                potresti sudare coi tuoi ultimi pori
                cercando qualcuno d'accanto
                che ti lasci sparire felice,
                per trovarti poi ancora,
                sicura di ciò che ti dice
                che ha dentro finora.
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                  Scritta da: Gabriella Brancaleone

                  Come farò

                  Per non sentire le tue scellerate grida
                  basta pensare al suo debole sorriso.
                  Per non raccogliere quel guanto tuo di sfida
                  basta vedere ciò che nasce nel suo viso.

                  C'è un gioco fatto di colori strani:
                  l'immagine sfocata del mio amore.
                  Tutto traspare dai segreti arcani,
                  e prende forma il grigio mio dolore.

                  Per accettare lo strano tuo pensiero
                  basta una lacrima che scivola sul volto,
                  per ricordare un briciolo di vero
                  basta un istante soltanto un po' raccolto.

                  E per capire cosa nasce dal tuo io:
                  soltanto un breve momento di pazienza,
                  solo un ardito e audace logorio
                  che non colpisca né uccida la coscienza.

                  Tace la rabbia nel tuo dire
                  Come sta immobile il mio sguardo:
                  è per non giungere a farsi intimidire
                  Per non varcare qualunque tuo traguardo.
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                    Scritta da: Gabriella Brancaleone

                    Un prato di malinconia

                    E dal dischiudersi di un fiore
                    ecco la prima sensazione di dolore.
                    Nasce una rosa addormentata,
                    nel letto mio deserto, abbandonata.
                    Dammi un frammento del tuo viso
                    ed io sarò contenta ed appagata,
                    voglio un tuo semplice sorriso
                    ed io sarò felice e innamorata.
                    Non darmi il fuoco né il tormento
                    Le lacrime non hanno più segreti
                    Non il mio nome abbandonato al vento
                    Grani di sale sulle deboli pareti
                    E dai pensieri si snoda una canzone
                    contro le porte socchiuse e cigolanti,
                    un grido soffocato di passione
                    una speranza di esser nuovi amanti.
                    Contro i pensieri lanciati su un frammento
                    Ogni parola si lascia accartocciare
                    Un alitare lieve del tuo vento
                    Ed eccoci di nuovo a sospirare.
                    Il prato intorno è tutto rifiorito
                    La rosa si è dipinta di passione
                    Il fuoco non ci brucerà l'invito
                    A dominar, d'amor la sensazione.
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