Poesie inserite da Giangenta

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Scritta da: Giangenta

Il prossimo giovedì del mese

Pranzano a prezzo fisso
secondo le regole del club
insalata di polpo
con fiori di zucchine.
Pranzano a prezzo fisso
come ogni giovedì del mese
bianchetti con carciofi
risotto e gamberoni.
Abito scuro come richiede il club
linguine all'astice
con mousse di pomodoro.
Serata in beneficenza
crespelle alle erbette
ravioli di ricotta.
Compiangono la miseria altrui
e pranzano a prezzo fisso
bevande incluse,
vermentino, rossese, ormeasco.
Pranzano a prezzo fisso
sull'uguaglianza degli uomini.
Maniacale la loro propensione al buongusto.
Si nutrono a prezzo fisso
dell'anima degli umili
e pretendono per l'ambiente che li accoglie
un servizio di altissimo livello.
Non sanno negarsi nulla
nell'eccitazione del loro protagonismo.
Il presidente
onora la tradizione
glorifica la generosità
esalta la solidarietà tra simili.
Interrompe lo chef
crostata alla Robespierre.
Compiacimento generale per amore della virtù.
Arrivederci al prossimo giovedì del mese.
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    Scritta da: Giangenta

    Il vento d'Alassio

    Senza schiuma il respiro.
    Un nastro colorato di sole
    degrada sull'acqua
    ombre di sabbia.
    Senza onde il silenzio.
    Il braccio dell'isola
    allunga sciarpe di vento
    sul mare dei benedettini.
    Senza vele il golfo d'ottobre.
    Senza vasche l'acqua dell'indifferenza.
    Senza fiori il muretto dell'originalità.
    Senza quinte la commedia dei famosi.
    Senza storie il budello di ogni giorno.
    Senza sete il vento d'Alassio
    cerca ancora il riassunto
    di come eravamo in estate.
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      Scritta da: Giangenta

      Io vado

      Io vado per la mia strada
      dove i mendicanti sono di casa
      dove il canto vuol essere luce.
      dove nessuno pensa e tutto tace.
      Io vado libero dalle vicende di vita
      sul lungomare dell'estasi
      col mio cartone per dormire
      una busta di carta per mangiare.
      Io vado verso un nuovo mattino
      nella terra dalla quale fui tratto
      perché polvere ero e polvere son tornato.
      Io vado raccogliendo gli stracci d'Adamo
      dove il confronto con la carcassa dell'uomo
      non fa più paura.
      Io vado in un mondo amico
      in cerca dei sette sigilli
      dei sette angeli e delle sette trombe
      del nuovo cielo e della nuova terra.
      Io vado e mi sembra
      d'aver perduto la strada.
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        Scritta da: Giangenta

        Il rullo e il filo d'erba

        Tra essere e testimoniare
        obbedire e comandare
        c'è un letto da campo con un ferito.
        Fatemi conoscere uno più degno di me.
        Datemi un medico
        un medico dell'anima
        che liberi la follia del mio dolore.
        Predicatori della virtù
        datemi un saggio per conoscere i saggi
        datemi un falso per difendere i falsi
        ed un cuscino di rose
        su cui invocare il sonno dell'insolenza.
        Datemi un rullo ed un filo d'erba
        per imparare il mestiere di vivere.
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          Scritta da: Giangenta

          Il candore della menzogna

          Temo i padrini dell'indulgenza.
          Temo la fiducia degli eletti.
          Temo il sorriso amaro
          sulle labbra degli inquieti.
          Temo gli occhi velati di chi crede.
          Temo il senso di paura degli ignoranti.
          Temo l'ansia dei deboli.
          Temo la tensione degli angosciati.
          Temo il rimorso dei colpevoli.
          Temo che l'energia degli illusi
          prenda il posto degli umili.
          Temo e mi ripugna
          il loro perverso sacrificio
          come se io non fossi
          origine della stessa specie.
          Temo l'olocausto delle anime
          come i forni crematori dell'oscurità.
          Temo gli immortali
          per come ci hanno ingannato sulla terra.
          Temo che a pagare il debito con l'ingratitudine
          siano ancora gli stessi.
          Prego che il giudizio universale
          per ognuno di noi
          non divenga un giudizio di massa.
          Prego che il concetto di Dio
          concepito dagli uomini
          sia completamente trasfigurato.
          Prego che a prendere il posto
          nell'al di là
          non sia il candore della menzogna
          dell'al di qua.
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            Scritta da: Giangenta

            Come un cieco

            che chiede perdono al sole
            mi tormento per il suo destino.
            Trovo gradevole
            l'avermi coinvolto
            col suo dolore.
            Ho cercato di consolarmi
            della sua disperazione
            occupandomi di lui.
            Morso dalla presunzione
            dell'esperienza
            gli ho regalato
            l'illusione
            di un esclusiva
            inutile protezione.
            Se continuo ad alimentare
            la mia sincerità
            finisco per torturare
            la sua desolazione.
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              Scritta da: Giangenta

              Ho visto piangere Satana

              Il braccio nudo
              battere un grido d'aiuto
              sull'incudine del dolore.
              Ho visto piangere satana
              con gli occhi del sole
              squarciare cemento.
              Ho visto piangere satana
              trattare con thanatos
              una putrefatta benedizione.
              Ho visto piangere satana
              e l'uomo con il suo veleno
              schernirsi di lui.
              Io sono l'uomo
              l'immagine dalla vendetta,
              più profondo è il dolore
              maggiore il tributo nella rivincita.
              Io sono l'uomo
              l'immagine dell'insidia,
              penitenti eterni
              bestemmiano l'origine degli angeli
              e cercano ancora il messia dei dannati.
              Io sono l'uomo
              l'immagine della vita,
              per te ci sono altri soli
              nell'universo del disgusto.
              Io sono lo scettro nelle mani di Dio.
              Cingi la corona del disprezzo
              prendi a battesimo Caino
              trapassa da vittima a carnefice
              e troverai in me
              seme da fecondare
              per la tua protervia e la mia cattiveria
              perché chi ucciderà Caino
              avrà castigo sette volte maggiore.
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