Tra essere e testimoniare obbedire e comandare c'è un letto da campo con un ferito. Fatemi conoscere uno più degno di me. Datemi un medico un medico dell'anima che liberi la follia del mio dolore. Predicatori della virtù datemi un saggio per conoscere i saggi datemi un falso per difendere i falsi ed un cuscino di rose su cui invocare il sonno dell'insolenza. Datemi un rullo ed un filo d'erba per imparare il mestiere di vivere.
Temo i padrini dell'indulgenza. Temo la fiducia degli eletti. Temo il sorriso amaro sulle labbra degli inquieti. Temo gli occhi velati di chi crede. Temo il senso di paura degli ignoranti. Temo l'ansia dei deboli. Temo la tensione degli angosciati. Temo il rimorso dei colpevoli. Temo che l'energia degli illusi prenda il posto degli umili. Temo e mi ripugna il loro perverso sacrificio come se io non fossi origine della stessa specie. Temo l'olocausto delle anime come i forni crematori dell'oscurità. Temo gli immortali per come ci hanno ingannato sulla terra. Temo che a pagare il debito con l'ingratitudine siano ancora gli stessi. Prego che il giudizio universale per ognuno di noi non divenga un giudizio di massa. Prego che il concetto di Dio concepito dagli uomini sia completamente trasfigurato. Prego che a prendere il posto nell'al di là non sia il candore della menzogna dell'al di qua.
La solitudine è fatta di domande la compagnia di risposte. Uno bene due meglio tre male quattro peggio. Voglio prendere un'altra strada il cosiddetto io.
che chiede perdono al sole mi tormento per il suo destino. Trovo gradevole l'avermi coinvolto col suo dolore. Ho cercato di consolarmi della sua disperazione occupandomi di lui. Morso dalla presunzione dell'esperienza gli ho regalato l'illusione di un esclusiva inutile protezione. Se continuo ad alimentare la mia sincerità finisco per torturare la sua desolazione.
Io vado per la mia strada dove i mendicanti sono di casa dove il canto vuol essere luce. dove nessuno pensa e tutto tace. Io vado libero dalle vicende di vita sul lungomare dell'estasi col mio cartone per dormire una busta di carta per mangiare. Io vado verso un nuovo mattino nella terra dalla quale fui tratto perché polvere ero e polvere son tornato. Io vado raccogliendo gli stracci d'Adamo dove il confronto con la carcassa dell'uomo non fa più paura. Io vado in un mondo amico in cerca dei sette sigilli dei sette angeli e delle sette trombe del nuovo cielo e della nuova terra. Io vado e mi sembra d'aver perduto la strada.
Inquietante l'ambizione umana. Commovente la puerilità dei saggi. Infamante la costrizione alla religione. Non solo hanno censito la casistica dei peccati il militarismo della fede le norme della perfezione ma sfinimento intellettuale hanno preteso fornirci anche la gradazione delle formule divine.
Il braccio nudo battere un grido d'aiuto sull'incudine del dolore. Ho visto piangere satana con gli occhi del sole squarciare cemento. Ho visto piangere satana trattare con thanatos una putrefatta benedizione. Ho visto piangere satana e l'uomo con il suo veleno schernirsi di lui. Io sono l'uomo l'immagine dalla vendetta, più profondo è il dolore maggiore il tributo nella rivincita. Io sono l'uomo l'immagine dell'insidia, penitenti eterni bestemmiano l'origine degli angeli e cercano ancora il messia dei dannati. Io sono l'uomo l'immagine della vita, per te ci sono altri soli nell'universo del disgusto. Io sono lo scettro nelle mani di Dio. Cingi la corona del disprezzo prendi a battesimo Caino trapassa da vittima a carnefice e troverai in me seme da fecondare per la tua protervia e la mia cattiveria perché chi ucciderà Caino avrà castigo sette volte maggiore.
Senza schiuma il respiro. Un nastro colorato di sole degrada sull'acqua ombre di sabbia. Senza onde il silenzio. Il braccio dell'isola allunga sciarpe di vento sul mare dei benedettini. Senza vele il golfo d'ottobre. Senza vasche l'acqua dell'indifferenza. Senza fiori il muretto dell'originalità. Senza quinte la commedia dei famosi. Senza storie il budello di ogni giorno. Senza sete il vento d'Alassio cerca ancora il riassunto di come eravamo in estate.
Pranzano a prezzo fisso secondo le regole del club insalata di polpo con fiori di zucchine. Pranzano a prezzo fisso come ogni giovedì del mese bianchetti con carciofi risotto e gamberoni. Abito scuro come richiede il club linguine all'astice con mousse di pomodoro. Serata in beneficenza crespelle alle erbette ravioli di ricotta. Compiangono la miseria altrui e pranzano a prezzo fisso bevande incluse, vermentino, rossese, ormeasco. Pranzano a prezzo fisso sull'uguaglianza degli uomini. Maniacale la loro propensione al buongusto. Si nutrono a prezzo fisso dell'anima degli umili e pretendono per l'ambiente che li accoglie un servizio di altissimo livello. Non sanno negarsi nulla nell'eccitazione del loro protagonismo. Il presidente onora la tradizione glorifica la generosità esalta la solidarietà tra simili. Interrompe lo chef crostata alla Robespierre. Compiacimento generale per amore della virtù. Arrivederci al prossimo giovedì del mese.
Immobili sul muro addentano il calore del sole sbirciando i confini del mondo. Un ombra un gesto scioglie il momento e scattano dove non giungeranno mai.