Le migliori poesie inserite da Giangenta

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Scritta da: Giangenta

Il rullo e il filo d'erba

Tra essere e testimoniare
obbedire e comandare
c'è un letto da campo con un ferito.
Fatemi conoscere uno più degno di me.
Datemi un medico
un medico dell'anima
che liberi la follia del mio dolore.
Predicatori della virtù
datemi un saggio per conoscere i saggi
datemi un falso per difendere i falsi
ed un cuscino di rose
su cui invocare il sonno dell'insolenza.
Datemi un rullo ed un filo d'erba
per imparare il mestiere di vivere.
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    Scritta da: Giangenta

    Il candore della menzogna

    Temo i padrini dell'indulgenza.
    Temo la fiducia degli eletti.
    Temo il sorriso amaro
    sulle labbra degli inquieti.
    Temo gli occhi velati di chi crede.
    Temo il senso di paura degli ignoranti.
    Temo l'ansia dei deboli.
    Temo la tensione degli angosciati.
    Temo il rimorso dei colpevoli.
    Temo che l'energia degli illusi
    prenda il posto degli umili.
    Temo e mi ripugna
    il loro perverso sacrificio
    come se io non fossi
    origine della stessa specie.
    Temo l'olocausto delle anime
    come i forni crematori dell'oscurità.
    Temo gli immortali
    per come ci hanno ingannato sulla terra.
    Temo che a pagare il debito con l'ingratitudine
    siano ancora gli stessi.
    Prego che il giudizio universale
    per ognuno di noi
    non divenga un giudizio di massa.
    Prego che il concetto di Dio
    concepito dagli uomini
    sia completamente trasfigurato.
    Prego che a prendere il posto
    nell'al di là
    non sia il candore della menzogna
    dell'al di qua.
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      Scritta da: Giangenta

      Come un cieco

      che chiede perdono al sole
      mi tormento per il suo destino.
      Trovo gradevole
      l'avermi coinvolto
      col suo dolore.
      Ho cercato di consolarmi
      della sua disperazione
      occupandomi di lui.
      Morso dalla presunzione
      dell'esperienza
      gli ho regalato
      l'illusione
      di un esclusiva
      inutile protezione.
      Se continuo ad alimentare
      la mia sincerità
      finisco per torturare
      la sua desolazione.
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        Scritta da: Giangenta

        Io vado

        Io vado per la mia strada
        dove i mendicanti sono di casa
        dove il canto vuol essere luce.
        dove nessuno pensa e tutto tace.
        Io vado libero dalle vicende di vita
        sul lungomare dell'estasi
        col mio cartone per dormire
        una busta di carta per mangiare.
        Io vado verso un nuovo mattino
        nella terra dalla quale fui tratto
        perché polvere ero e polvere son tornato.
        Io vado raccogliendo gli stracci d'Adamo
        dove il confronto con la carcassa dell'uomo
        non fa più paura.
        Io vado in un mondo amico
        in cerca dei sette sigilli
        dei sette angeli e delle sette trombe
        del nuovo cielo e della nuova terra.
        Io vado e mi sembra
        d'aver perduto la strada.
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          Scritta da: Giangenta

          Ho visto piangere Satana

          Il braccio nudo
          battere un grido d'aiuto
          sull'incudine del dolore.
          Ho visto piangere satana
          con gli occhi del sole
          squarciare cemento.
          Ho visto piangere satana
          trattare con thanatos
          una putrefatta benedizione.
          Ho visto piangere satana
          e l'uomo con il suo veleno
          schernirsi di lui.
          Io sono l'uomo
          l'immagine dalla vendetta,
          più profondo è il dolore
          maggiore il tributo nella rivincita.
          Io sono l'uomo
          l'immagine dell'insidia,
          penitenti eterni
          bestemmiano l'origine degli angeli
          e cercano ancora il messia dei dannati.
          Io sono l'uomo
          l'immagine della vita,
          per te ci sono altri soli
          nell'universo del disgusto.
          Io sono lo scettro nelle mani di Dio.
          Cingi la corona del disprezzo
          prendi a battesimo Caino
          trapassa da vittima a carnefice
          e troverai in me
          seme da fecondare
          per la tua protervia e la mia cattiveria
          perché chi ucciderà Caino
          avrà castigo sette volte maggiore.
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            Scritta da: Giangenta

            Il vento d'Alassio

            Senza schiuma il respiro.
            Un nastro colorato di sole
            degrada sull'acqua
            ombre di sabbia.
            Senza onde il silenzio.
            Il braccio dell'isola
            allunga sciarpe di vento
            sul mare dei benedettini.
            Senza vele il golfo d'ottobre.
            Senza vasche l'acqua dell'indifferenza.
            Senza fiori il muretto dell'originalità.
            Senza quinte la commedia dei famosi.
            Senza storie il budello di ogni giorno.
            Senza sete il vento d'Alassio
            cerca ancora il riassunto
            di come eravamo in estate.
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              Scritta da: Giangenta

              Il prossimo giovedì del mese

              Pranzano a prezzo fisso
              secondo le regole del club
              insalata di polpo
              con fiori di zucchine.
              Pranzano a prezzo fisso
              come ogni giovedì del mese
              bianchetti con carciofi
              risotto e gamberoni.
              Abito scuro come richiede il club
              linguine all'astice
              con mousse di pomodoro.
              Serata in beneficenza
              crespelle alle erbette
              ravioli di ricotta.
              Compiangono la miseria altrui
              e pranzano a prezzo fisso
              bevande incluse,
              vermentino, rossese, ormeasco.
              Pranzano a prezzo fisso
              sull'uguaglianza degli uomini.
              Maniacale la loro propensione al buongusto.
              Si nutrono a prezzo fisso
              dell'anima degli umili
              e pretendono per l'ambiente che li accoglie
              un servizio di altissimo livello.
              Non sanno negarsi nulla
              nell'eccitazione del loro protagonismo.
              Il presidente
              onora la tradizione
              glorifica la generosità
              esalta la solidarietà tra simili.
              Interrompe lo chef
              crostata alla Robespierre.
              Compiacimento generale per amore della virtù.
              Arrivederci al prossimo giovedì del mese.
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