Nessuno mi ha tradito, tutti mi hanno sempre amato sinceramente - sono stato molto fortunato in questo così sottile è stata la felicità ad avermi perforato, ora mi sento entusiasta di essere qui fra di voi per questo solenne momento! Insieme riusciremo davvero ad essere felici, riposti all'angolo del mondo perfetto che ci siamo costruiti, dove tutti ci diamo sempre una grossa mano per non cadere negli abissi aperti davanti ai piedi - e ad ogni passo tu mi sostieni
per questo ringrazio ognuno di voi; voi che mi avete guidato e protetto su queste strade lustrate per il grande atteso evento, quello in cui tutti vantano sempre delle grandi conquiste. Nessuno mi tradisce - giuda.
Sei tu la mia àncora e dunque spezzami come tu sai fare, comprimimi e gettami all'angolo della tua fiorente spazzatura. Sono vino secco lubrificato, amalgama infetta, vuoto totale nel senso assoluto di un sentimento che prosciuga.
Con l'uncino della tua mano hai tirato lievemente ed hai sollevato la mia lingua dagli strati di pelle; ma ora lavami, e fai in fretta se puoi! Lava queste finestre che traspaiono sull'assoluta oscurità di sempre, siamo la voce velata che laggiù avverte e si spegne chiamando un'ultima volta.
Devi pagare tutto, tutto-tutto-tutto, e sono poi gli altri a chiederti il conto. Cioè i peggiori, i più gelosi, i più incapaci, quelli che sono in maggioranza, che sanno coalizzarsi, gli ignoranti, quelli che non possono guardarsi allo specchio e sorridere, e dire sono contento.
Beh sarà tutta questa gente che dal basso cercherà inutilmente di risalire, ma senza dimenticare che la natura ha scelto così per chiunque, in un equilibrio perverso.
Una forma di ribellione alla vita il non accettare di non poter essere come qualcun altro. E guardare sempre a questo altro per cercare di fare lo stesso, senza però riuscirci.
Sprecare così la vita in una umanità che lacera sé stessa, senza lasciare nessuna via d'uscita, scrivere lentamente da soli la propria sentenza di condanna.
Un giorno potrai cominciare ad amare qualcuno con tutto te stesso senza capire di stare sbagliando tutto, ma se ad un dato momento lo capirai, potrai allora cominciare a riprendere in mano la tua vita.
Sarà molto difficile, ma la sofferenza è per tutti il più grande ostacolo che potrà essere superato con il tempo necessario che gli occorre.
Un'anima bella come la tua non può morire da sola, invece con gli occhi affranti dall'amore che hai avuto per me hai veduto nella viscera del respiro che avevo attorcigliato al collo un serpente di morte e spregiudicatezza. Poi nello scorcio di un nuovo tempo sei salpata a gonfie vele per metterti in salvo e andare ad incontrare altre vite in attesa di un amore più sicuro così che la tua aria di giovinezza potesse sfiorire immune.
Amore, amore, amore ti ho trovato finalmente, ti ho avuta finalmente. Se qualcuno ha taciuto su di noi lo ha fatto per mentire, qualcuno che ha voluto averti sapeva di tradire.
Se ti vuoi ammazzare, perché non ti vuoi ammazzare? Ah, approfittane! Che io che tanto amo la morte e la vita, se osassi ammazzarmi, anch'io mi ammazzerei... Ah, se oserai, osa! A che ti serve il quadro successivo delle immagini esterne che chiamiamo il mondo? La cinematografia delle ore recitate da attori di convenzioni e pose determinate, il circo policromo del nostro dinamismo senza fine? A che ti serve il tuo mondo interiore che disconosci? Forse, ammazzandoti, finalmente lo conoscerai... Forse, finendo, comincerai... E, in ogni caso, se ti manca essere, ah, stancati nobilmente, e ubriaco non cantare, come me, la vita, non salutare come me la morte in letteratura!
Sei necessario? O futile ombra chiamata gente! Nessuno è necessario; non sei necessario a nessuno... senza di te tutto scorrerà senza di te. Forse per gli altri è peggio se esisti che se ti ammazzi... forse pesi di più durando, che cessando di durare...
Il dolore degli altri?... Hai il rimorso anticipato che ti piangano? Tranquillo: poco ti piangeranno... L'impulso vitale asciuga le lacrime poco a poco, quando non sono per cose nostre, quando sono per ciò che succede agli altri, soprattutto la morte, perché è la cosa dopo la quale niente succede agli altri...
Dapprima è l'angustia, la sorpresa della visita del mistero e dell'assenza della tua vita parlata... poi l'orrore della bara visibile e materiale, e gli uomini in nero che esercitano la professione di stare lì. Poi la famiglia che veglia, inconsolabile e che racconta aneddoti, piangendo tra le ultime notizie dei giornali della sera, intersecando il dolore della tua morte con l'ultimo delitto... e tu mera causa occasionale di quella lamentazione, tu, veramente morto, molto più morto di quanto pensi...
molto più morto qui, di quanto credi, anche se sei molto più vivo al di là...
Poi il ritiro nero verso la tomba o la fossa, e poi l'inizio della morte della tua memoria. Dapprima c'è in tutti un sollievo della tragedia un po' seccante che tu sia morto... Poi la conversazione si alleggerisce man mano, e la vita di tutti i giorni riprende il suo corso... Infine, lentamente, sei dimenticato. Sei ricordato in due date, anniversariamente: il giorno della tua nascita, e il giorno della tua morte.
Nient'altro, nient'altro, assolutamente nient'altro. Due volte all'anno pensano a te. Due volte all'anno sospira per te chi ti amò, e qualche volta sospirano se per caso si parla ti te.
Guardati a freddo, e guarda a freddo cosa siamo... Se ti vuoi ammazzare, ammazzati... Non farti scrupoli morali, incertezze dell'intelligenza! Che scrupoli o incertezze ha la meccanica della vita? Che scrupoli chimici ha l'impulso che genera la linfa, e la circolazione del sangue, e l'amore? Che memoria degli altri ha il ritmo allegro della vita?
Ah, povera vanità in carne e ossa chiamata uomo, non vedi che non hai assolutamente nessuna importanza? Sei importante per te, perché è te stesso che senti. Sei tutto per te, perché per te sei l'universo, e lo stesso universo e gli altri satelliti della tua soggettività oggettiva. Sei importante per te perché solo tu sei importante per te. E se tu sei così, o mito, gli altri non sono lo stesso?
Hai, come Amleto, il terrore dello sconosciuto? Ma cosa è conosciuto? Cosa conosci tu, per chiamare sconosciuto qualcosa in particolare?
Hai, come Falstaff, un grasso amore per la vita? Se la ami così materialmente, amala ancor più materialmente: divieni parte carnale della terra e delle cose! Disperditi, sistema psichico-chimico di cellule notturnamente coscienti nella notturna coscienza dell'incoscienza dei corpi, nella grande coperta che niente copre delle apparenze, nel prato e nell'erba della proliferazione degli esseri, nella nebbia atomica delle cose, nelle pareti turbinanti del vuoto dinamico del mondo...
Adesso mi ami perché adesso devi costruire quello che vuoi per te. Adesso hai bisogno di me, e allora mi ami, allora mi accarezzi, allora mi baci e mi accudisci. Non vi è nulla di sincero in te, lo so benissimo. Fingi pure e utilizzami con parole dolci e sorrisi affettuosi, pronuncia le parole che vuoi, ma l'amore è un'altra cosa, certamente non quello che cerchi da me, e non quello che sogni più con me.
Finiremo con il detestarci a vicenda, con un tempo rimasto polvere agli angoli, spazzati via da parole di sangue. Agli amori, e delle persone, sopravvive il rancore; il rancore, vero sentimento concesso a chi ha amato.
Adesso ci sono computer e ancora più computer e presto tutti ne avranno uno, i bambini di tre anni avranno i computer e tutti sapranno tutto di tutti gli altri molto prima di incontrarli e così non vorranno più incontrarli. Nessuno vorrà incontrare più nessun altro mai più e saranno tutti dei reclusi come me adesso.