Scritta da: Giulia G.
in Poesie (Poesie personali)
Mostro
Vieni ancora
a cercarla
senza alcuna pietà.
Non ti fermi
neanche davanti
ai suoi occhi sofferenti
pieni di dolore.
Composta giovedì 7 novembre 2013
Vieni ancora
a cercarla
senza alcuna pietà.
Non ti fermi
neanche davanti
ai suoi occhi sofferenti
pieni di dolore.
Si distacca spinta dal vento,
mentre guarda il suo cielo
Lentamente cade,
nella terra bagnata d'ottobre
cercando riposo nel suo grembo.
come un ultimo bacio d'amore.
Cercare
tra quello che è, che sarà e quel che fu,
una virgola, un verbo, un aggettivo,
un'immagine che parli a chiunque sia vivo,
un significato che scuota le cellule del cuore.
Che dia un senso al suo bruciore...
tentare nel caos imperante, nel clamore
dilagante del trash, di fare poesia,
non è una missione, è una malattia.
Ci vorrebbe dante per farsi ascoltare,
di quell'inferno,
pur se questo non dà fama,
forse è questa la ragione per la quale
si afferma
del resto, oltre a te, è il mio dai ascolto.
E questo per chiunque, t'assicuro, è già molto.
Che ne sai
di quello che non ho mai fatto
di quelle corse da perdere il fiato
di quella valigia sempre chiusa
di quella lettera un po' confusa
e della voglia di andar via,
della paura e della nostalgia.
Che ne sai
del tintinnio di pioggia caduta sopra il tetto
e della parole scritte sopra il vetro
udite nel vuoto di un silenzio
e dei profumi di fiori appena raccolti
nei pensieri distolti
e dalle aurore
che nascono tra l'azzurro e il sole.
Che ne sai
degli oceani separati
troppo lunghi maltrattati
che si uniscono all'orizzonte
con l'oriente e l'occidente
e delle tracce lasciate
d'una poesia mai scritta
un po' per pigrizia
che tocca l'anima
in un pendio sussurrato d'amore
sulla strada sassata e sabbiosa
che attraversa il mondo
in un cammino claudicante
che oscura la luna
in un cielo
che piove inchiostro nero
e scoprire che tutto può sparire in un baleno.
Che ne sai...
... eppure t'ho tanto amato.
Uragani senza vento,
respiri senza fiato,
un pensiero vola via
là nel punto in cui
il cielo dà la mano
quel pensiero si è fatto spirito,
ha indossato le vesti di una preghiera
t'ha raggiunto,
t'ha sfiorato
t'ha carezzato
tristemente
t'ha sussurrato:
mi manchi.
Quante solitudini raccolte
avverto nel cuore
dietro le tende che hanno oscurato il tempo.
Ombre tormentate
dal freddo e dal gelo
che legano l'anima
nei ricordi.
Forse la vita è solo un sogno
una bolla d'aria a cui rampicarsi
o forse è soltanto un pensiero
dove l'azzurro lascia spazio
a luci perenni che alterano la vita
portando con se velocemente
momenti
conosciuti mai dimenticati.
Vorrei ancor, dopo errori e errori
trovare la speranza...
aspettando che soffi ancora il vento della sera.
Il vecchio seduto solo
alla panchina resta a guardare,
l'amata luce perenne.
Avvolge la sua anima nel silenzio
stringendo il sigaro tra le dita
mentre il vento accarezza il ricordo
dei suoi vent'anni,
fusi tra il passato e il presente.
Vorrebbe esplodere
nella più grande risata di sempre
contro la morte
che ruota la sua falce
abbassa la testa e con un filo di voce
incomincia a cantare.
Un'altra assenza s'aggiunge.
La storia siamo noi
che abbiamo occhi di gloria
e sulla pelle portiamo
cicatrici di sconfitta e vittoria...,
Siamo noi che abbiamo lasciato nei libri
qualcosa da raccontare.
Noi eroi di guerra
foglie cadute
dentro un lago di fango...
morti per la pace e per la terra...
Noi che al mattino
guardiamo il nuovo giorno
con la voglia di lottare
Noi che non ci fermiamo davanti alle difficoltà
come onde proiettati sullo schermo della vita
di pioggia spora
camminiamo in riva al mare
per un Italia unita...
Siamo noi con la musica che parla...
che voliamo sulle note di Modugno
e cantiamo l'Italiano di Cutugno
Noi che ridiamo nella corrida di Corrado
e ci riscaldiamo Nel sole di Albano...
Siamo noi la storia
con l'incertezza di donna
le paura di bambina
di un silenzio offeso
di un onore leso
La storia siamo noi
vittime dalla mafia
ricordati sulla targa
nella piazza e nella via di strada
Siamo noi la storia
che non si nasconde, non si confonde
Si sposta in senso orario
come treno sul binario
non puoi ignorarla...
è la nostra libertà e se ne parla...
Cala la sera nel suo lento abbraccio,
nel mare del silenzio...
Il messaggero è giunto ai piloni del tempio,
ove lascerà i sandali consunti e il suo mantello.
Nelle anime c'è la luce
oltre le violente catene d'inciviltà vecchia
i lacci insensati di una civiltà falsa...
Muta la mia anima guarda lontano:
incantata fiducia di sposa...
cammino legata al destino,
che non si può piegare,
ma solo provare
pazienza e reverenza,
la mente si stanca e cambia...
ma il cuore insormontabile resiste per sempre.
Le emozioni trovano la sua Anima con cui riflettersi,
trovano il suo cielo, i suoi astri...
il dolore mai scomparso,
nella tristezza del nascere e perire,
gioire e soffrire...
Nel mio invano intento...
riuscirò,
ad una preghiera
che reciterò...
Un cuore perso senza battito
è disteso su di un prato
Merce della pioggia e del sole inclemente
mani sporche e labbra fredde...
Non dirmi niente,
non serve!
Mi basta l'aver guardato nei tuoi occhi,
le nebbie di un mattino uggioso
i piedi nudi di chi attraversa il freddo asfalto.
Verrà l'amore
che si ribellerà ai nostri occhi.
Non ci sarà un giorno una fredda alba
il morire di un anima...
Voli nell'universo
a cercare quella costellazione splendente
in una folla di stelle cadenti...
Inghiottita dal tuo silenzio
guardi il vuoto...
Scorre lentamente la notte,
tra l'ebano ed il tessuto
il tuo corpo inerme e nudo...