E quando l'anima inquieta diventa straniera a se stessa torno al mare come alla lontana casa paterna e ritrovo il compagno di sempre, regno incantato che non conosce radici. Fiduciosa immergo lo sguardo nel nudo volo delle sue onde eterne che donano ai sensi l'ascolto del suo libero canto fedele custode di sogni e paure. E ritrovo l'Amore tra gli audaci flutti, tempio selvaggio delle tempeste del cuore. Premiata l'attesa giunge lento e soave il caldo respiro del suo petto che culla e addormenta antiche domande. E l'onda parla la lingua del cuore che docile si placa nel suo rinnovarsi infinito.
Le ali del ricordo si scaldano dolcemente all'antico tepore delle caldarroste gustate con te tra le pomeridiane vie di una Napoli distratta eppure complice. Oggi, oggi che sfoglio col pensiero la mia giovinezza. Lievi promesse mi sussurrava il tempo menzognero, mentre ingoiavo i tuoi silenzi. Mancate promesse, eterno mio mancato amore.
Si adagiano le onde come nivee piume sulla riva dell'anima rapita dall'ineludibile melodia marina che incanta l'onirica veglia. E vagano l'onde come petali tra vitree chimere che anelano l'orizzonte lontano. Ed incessantemente s'adunano sulla rena pensieri sospesi nel tempo. E ancora s'increspano le ali del mare crisalidi d'infinito che sfogliano antichi silenzi. Divampano l'onde come lingue di fuoco sul manto di sale che scalda gli spigoli del cuore. E s'alza più ancora quell'onda e la brezza leggiadra trasporta sul viso una goccia, cristallo di mare che annega e confonde una lacrima antica.
Non hanno radici gli esili petali che domandano amore. Il vento dell'indifferenza gelido li sferza, volteggiano stanchi anelano al nido di quiete, carezza che scaldi. Poi il turbine tace un istante li adagia al suono di una voce che ammalia, sgorga dal petto una nuova speranza legata a quel suono che sembra soave che narra promesse di luce. Effimero sogno che presto svanisce. ... e il vento riprende.
Sottile nostalgia d'infinito penetra e confonde il groviglio di memorie, la mia anima si perde nel dedalo di sogni accartocciati, nella mente si aprono solchi colmi di margherite mai germogliate aborti d'amore.
E dopo... dopo c'è sempre il silenzio. Silenzio un tempo loquace che abdica la logora attesa, solitario raccatta i cocci di sole e lento s'intinge nei nodi dell'anima. Silenzio che culla il silenzio di un fiore che sente sbiadito l'istante, uno spicchio d'eterno, alba che ha gridato al vento i suoi colori e ora lieve abbandona petali di giorni di luce. Silenzio che scava una tana nel ventre del cuore esausto che anela al letargo del sogno.