Scritta da: Irma Kurti

Con gli occhi del bambino

Voglio vedere il mondo con gli occhi del bambino
a forma di mandorla, chiari, limpidi e innocenti:
un prato in cui crescono gente, fiori e sorrisi,
dove la fame, la povertà e il male sono assenti.

Voglio vedere il mondo con gli occhi del bambino,
sentirmi accarezzata dall'incantesimo dei sogni,
raggiungere le stelle usando soltanto una scala
e poi poter toccare con un braccio gli orizzonti.

No, non voglio vedere il mondo con i miei occhi,
oh, essi hanno visto troppo, si sentono immersi
nelle lacrime che non si asciugano mai e dietro
una permanente foschia distinguono gli universi.
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    Scritta da: Irma Kurti

    Nella mia anima piove

    Mi mancano le nostre conversazioni papà,
    nei lunghi pomeriggi nella città straniera,
    nell'abisso del silenzio in cui sei caduto
    non riesco a trovare più te e me stessa.

    Ci sono giorni in cui ti parlo e ti parlo
    nella stanza d'ospedale senza finestre,
    chissà quanti baci ti ho dato, nella vita
    non te li ho mai regalati, probabilmente.

    Papà ascoltami, è vero tutto ciò che dico,
    anche questa lacuna infinita nei giorni,
    finché ti sussurro che il tempo è brutto,
    è così cupo, fa freddo e piove fuori.

    Non posso raccontarti che c'è un bel sole,
    che nascono vite, che i fiori stanno sbocciando,
    perché tu adoravi la primavera, ma adesso
    in questo letto sei rimasto imprigionato.

    Fuori e nella mia anima piove.
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      Scritta da: Irma Kurti

      Siamo ancora bambini

      Dentro di noi siamo ancora bambini
      anche se i capelli diventano grigi.
      Spesso i nostri sogni non conoscono
      ragione, sono audaci. Escono da noi,
      superando tutti i limiti e i confini.

      Dentro di noi siamo ancora bambini,
      vogliamo le ali, sogniamo di volare.
      Ma nella notte il vello della follia
      cade e nel buio ascoltiamo i lamenti
      del nostro corpo vecchio e spossato.
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        Scritta da: Irma Kurti

        Le amicizie

        Amicizie che si legano e si slegano
        come i lacci delle proprie scarpe,
        ti lasciano in mezzo a della strada
        e tu all'improvviso provi disagio.

        Ti chini a terra per allacciarle
        sistemarle e ti rendi conto, un attimo dopo,
        che è meglio non fidarsi e a piedi
        scalzi continuare il tuo percorso.
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