Poesie preferite da Iulia Maria


Perfezione

In quei pochi momenti di pace assoluta,
quando il diavolo sta fermo nel suo regno
guardando indifferente verso il mondo,
l'umanità conquista la perfezione
ma la rinnega disinvolta.
La gente si perde l'anima
e la morte si addormenta in un mare di sangue,
da qualche parte, non importa in quale continente.
Composta lunedì 21 ottobre 2019
Vota la poesia: Commenta

    Addio, rami secchi

    Una vita intera e non so quanti altri anni ancora
    ho vissuto in silenzio, all'ombra ruvida della foresta-
    a volte soave, a volte nera e funesta.
    Ma oggi che mi sento solo un ramo secco
    che alza gli occhi verso quella cresta
    lontana, intangibile e fresca
    oggi mi alzo come una vecchia strega
    con i capelli arruffati, scarmigliati argentati
    mi pulisco di erbacce stentate e di foglie secche
    di piogge chiare e pozzanghere sporche,
    di tutti gli anni scolpiti sui rami,
    di tutta la mia età.
    Mi alzo. E mi alzo lo sguardo,
    raddrizzo la schiena, tocco una vena
    che tace e si vede malapena...
    E guardo la luce dritto negli occhi
    forse per la prima volta dopo tanti secoli.
    Saluto la casa foresta e dico "Addio"
    addio alle ombre e rami di henna,
    al fresco del bosco, al mio vecchio posto...
    E parto. Scapo. Vado via come l'ombra nera
    di una strega vera
    volo, non sulla scopa ma sulla gobba
    del raggio più rosso del sole,
    per far bruciare tutte le ossa
    e legare un fiocco di profumo di carbone
    all'addio buttato nelle braccia dei rami
    che salutano l'eco della mia ombra.
    Addio, buio fresco! Addio foresta funesta!
    Domani voglio rinascere dalle fiamme d'oro
    del sole che sorge dal mare...
    Addio a me.
    Composta martedì 12 novembre 2019
    Vota la poesia: Commenta

      Lucifericami!

      La notte scompare, avvolta dai suoi sogni ma io rimango un poco
      davanti alle porte, dietro alle finestre
      ascolto le parole che buttano le bocche nel sonno quando la notte tace.
      Vedo ombre tremanti, in attesa di un sole incerto
      che all'alba le dissolverà in plasma di notte, di cedro.
      La notte si ferma alle porte senza nomi
      e bacia il bosco invecchiato di tristezza e di vento
      ed io sto ancora ascoltando il sonno della gente.
      Opaco scuro come uno muro di cemento e di spine.
      Lucifericami!
      Con un po' di calore, con un po' di colore!
      Bagnate e cupe sono le gallerie attraverso le quali si perde il nostro destino
      marciato...
      i cadaveri vivono ed ecco i corvi che girano e volano sopra i vivi.
      Ho bisogno del tuo amore
      ho bisogno del tuo sole nella notte
      voglio il sonno bianco
      e fa dormire i ricordi spinosi dell'anima.
      Lucifericami dappertutto...
      sciogli il ghiaccio del mio cuore!
      Lucifericami tutti i sensi:
      voglio ardore, stupore, odore, rumore
      lucifericami sotto la pelle, staccami anche le ali
      lascia urlar gli animali
      accendi quel fuoco, ridammi quei brividi, quei sguardi abissali
      lucifericami dentro il sangue
      e non lasciarmi nell'inverno sola mai!
      "Ogni rosa è preda dell'inverno."
      Composta giovedì 5 marzo 2020
      Vota la poesia: Commenta

        A te

        A te,
        che hai lasciato cadere le lacrime
        come due gomitoli di sale
        sfilandosi senza nodi dietro alle spalle
        e scivolare lentamente, tra sospiri e singhiozzi
        lungo alla schiena curvata in avanti
        e stai ancora in ginocchio
        con le mani fredde unite, le dita intrecciate
        A te, io, poeta senza nome
        cittadino dei paesi quasi scomparsi
        fantasma dei tuoi sogni morti
        e dei tuoi morti sognati
        Io, ologramma dell'agonie
        e degli urli lanciati verso le stelle
        affogate nel fumo dei crematori
        e delle croci troppo nuove e lucidi.
        Io che avevo già perso tutto
        quando non era rimasto più niente
        cosa potrei dire per renderti meno sofferente!
        A te
        che ti sei perso nel labirinto di te stesso
        ti posso dare se mi guardi
        un po' di forza vitale
        per farti cominciare a camminare
        come fanno i bambini, un passo a volta
        come sarebbe il tuo prima volta.
        Fidati, staccati da quel pavimento
        raggiungimi, vieni così, piano, nel salotto
        vicino al caminetto. Siediti, io accenderò il fuoco.
        A te
        ti vorrei riscaldare anima e corpo
        A te, che sei immenso come il mondo
        A te, ti dedico il mio sguardo puro ma bugiardo
        e dico ciò che tutti vogliono che dico
        sarà tutto bene, anche s'è un mito!
        Ma io ti alzo e ti chiedo stai al caldo!
        E pur se ti ferisce fino al infinito
        questo dolore fresco, impunito
        A te
        che sei simbolo di tutto ciò che è colpito, esausto, impaurito
        A te regalo il pensiero di ringraziare un attimo al cielo perché sei vivo e qualcuno senza volto
        senza nome
        ti pensa e ti offre una spinta
        verso la primavera, verso la vita.
        Composta giovedì 26 marzo 2020
        Vota la poesia: Commenta