Vorrei chiedere ai fiori come riescono a respirare sotto il gelo dell'inverno nella tormenta schiaffeggiante, forse perché hanno la volontà di ricercare la luce del giorno la forza di rivedere il sole dopo ogni goccia di pioggia e camminare sempre a testa alta nel fresco mattino e nella dormiente sera. Cosa trasporta l'armonia della voce? Il vento riposante o le passeggiate delle foglie? Gli occhi non tradiscono il cuore, sono bussole nella nebbia chiusa dove piccoli passi sembrano voli sognanti.
Vorrei chiedere ai fiori come riescono a dormire nella notte bagnata mentre il buio gioca con il silenzio e la notte scivola oltre il respiro del mondo soffice.
Vorrei chiedere ai fiori come riescono a crescere nella terra umida raccogliendo piccole briciole di fertilità sparse e risparse.
Ora ho capito la forza del sorriso dei fiori verso il cielo aperto: l'ho trovata leggendo il mio cuore nel vento, nella luce, nella terra, nella pioggia... nei tuoi occhi.
Vorrei rivedere quel tramonto con te nelle luci perse dell'orizzonte, nelle pieghe spiegate del vestito del cielo ribelle all'uniforme della notte.
Attimi infiniti di buio e luce si mescolano e si spingono. Una marcata patina d'oscurità annuncia pacatamente messaggi davanti al crepitio tremolante del focolare.
Ogni giorno finisce il sogno al primo richiamo della sera, alle prime ammiccanti luci inizia la realtà di immaginarti china davanti a me, libera d'amare.
Quando mi sento come una foglia persa penso alla fortuna di vedere l'alba tutti i giorni specchiarsi nei sorrisi delle mia stella: vivo con lei (sempre) colorate emozioni di notizie attese, di sogni da realizzare di nuove speranze, di vecchie realtà. Assaporo le piccole perle preziose di questo amore che mi fanno volare verso un magico mondo raffinato verso la ricchezza di un bacio libero di crescere. Una lieve carezza mi ricorda la felicità di viverti, di meravigliarsi insieme.
L'ho capito dai tuoi occhi ti ho deluso, le parole sono rimaste nei pensieri rinchiuse senza fiato lasciando che il ghiaccio assorba il calore dalla pelle livida. Ho perso in un attimo: la fiducia, l'appoggio come le bandierine perdono il solletico del vento e tristi si proteggono dalla solitudine.
Sento il tuo sorriso abbracciare la stanza attigua, i sensi riprendono il possesso del mio palcoscenico. Mi avvicino lentamente mentre con lo sguardo attonito osservo: le fotografie sparse la tua corsa felice, un abbraccio avvolgente e poche parole: Ti ricordi questa foto? Abbiamo giurato di amarci per sempre.
Mi ha fatto piacere rivederti riassaporare i tuoi profili d'attrice, sciogliere i pensieri nel tuo sorriso di limone verde.
Molte foglie sono cadute e rifiorite dal nostro incontro, le parole disegnano strani voli: suoni muti soffocati dal passato.
Cosa sarebbe stato? Un volo di colombe o un gracchiare di corvi?
Sento la tua vicinanza, sfioro la pelle amata, un ricordo. Un attimo ti ho rivista, i capelli già lontani: quante carezze! La porta si è richiusa (io vivo il presente). Mi ha fatto piacere rivederti.