Poesie inserite da Jutka Csakanyi

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Scritta da: Jutka Csakanyi
Ti ho fatto immortale nei miei pensieri,
ti ho costruito fino alla perfezione,
per ricordarmi meglio,
quello che non sei stato.

Quanti anni sono passati?
E tu sei sempre quello.
Il tempo non ha invecchiato la tua fotografia,
scattata dal mio cuore,
in una notte di mezza estate.
Cerco di ricordare le tue mani,
i tuoi occhi, la tua bocca.
Non me li ricordo, e mi viene nostalgia.
Perché rovinare tanta perfezione?
Non ti rivedrò mai più.
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    Scritta da: Jutka Csakanyi

    Per l'amore

    Quando mi adagio
    sulle onde del corpo,
    per farti entrare nel mio amore,
    il tuo bacio mi scioglie la lingua,
    la tua carezza mi fa da esca,
    il tuo abbraccio è forte
    e non ho nessun pudore.

    Tu in me
    Io in te.
    I nostri corpo avvinghiati
    le nostre mani incastrate,
    denti, labbra, seni e braccia,
    gambe, spalle,
    sono le tue, le mie.
    Tremiti, fremiti,
    e il tutt'uno
    di un amore
    mai abbastanza compiuto.
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      Scritta da: Jutka Csakanyi

      Ho sognato di te

      Ho sognato di te.
      Sai che sono veri i sogni?
      È tardi per prendere le tue mani,
      ora sono rami.
      Sei tornato alla terra
      da lì che tu venivi.
      Rosso carminio i tuo soffio,
      quando mi aliti.
      I tuoi occhi mi guidano,
      sono colori su sfondo nero.
      I miei passi di velluto,
      sono il tuo sguardo d'autunno.
      Né vita, né morte,
      né stagioni sono cambiati
      nel lungo cammino, e nel breve l'arrivo.
      Ti ricordi di me?
      Ora ombre sovrastano la mia di ombra,
      ma nell'alba del giorno
      ti cerco ancora.
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        Scritta da: Jutka Csakanyi

        Il passato

        Fiori secchi, fiori oscuri e chiari,
        alzano i petali verso il mare.
        Rumore calmo e onde nervose del vento,
        sbattono contro il mio alito di sale.

        Silenzioso universo in agguato,
        per attirare le anime in pena.
        Fantomatici rami di alberi,
        aprono le mani,
        ore lunghe, ora corte.

        Comunicazione visiva,
        non ci sono più versi, né parole,
        enormi masse nere,
        si appoggiano sulla terra stanca,
        vecchia terra bagnata,
        dalle lacrime versate,
        dalla gente che ora non c'è,
        ma è esistita una volta.
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          Scritta da: Jutka Csakanyi

          Sono le parole

          Sono le parole silenziose
          pronunciate sotto voce
          quelle che si disperdono
          e conservano l'eco del suono
          senza potersi dissolvere
          e rimangono nella memoria
          come indelebili impronte
          e fanno più dolore

          Cerco quella luce
          che avevi negli occhi
          è il colore delle colline
          la tua dolcezza
          ammiro nel rossore della tarda sera
          era bianco il mio vestito
          quel giorno di morte.
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            Scritta da: Jutka Csakanyi
            Salgono, invadono rompono
            le forze della resistenza
            Gravano distendendo la rabbia
            ombre della disubbidienza
            nell'immagine riflessa
            dell'inutile esperienza

            Nella memoria tu
            mentre porgi le mani vuote
            e le fai sembrare piene
            Io che colgo come scintilla
            l'effimero, la luce
            passa tra le tue dita
            per magia come onda
            mi muove i cappelli

            Poi arrivano i vecchi soldati
            in forma di pensiero e sono spietati
            Come si fa togliere dei segni
            quando sono già disegnati,
            Scrivo sopra con altre linee e altri colori.
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              Scritta da: Jutka Csakanyi

              Il tempo che passa

              Il tempo passa e rende le cose leggibili
              i codici dell'esistenza più misteriosi
              Il tempo logora e ricopre di muffa la freschezza
              oscurando anche i pensieri
              Maledizione alla ragione,
              che si fa ogni giorno più viva
              mi toglie l'ultima scintilla di gioia

              È lontano il tempo del sarebbe stato
              Dove sono i pensieri che allora erano allegri
              Ora non so a che farmene
              della saggezza che mi amareggia
              Credevo di essere padrona
              ma gli eventi vincono ancora
              Non ho controllo delle cose
              accadono, e sono subdole

              L'uomo non è uomo in questa epoca
              è tecnologia è mezza macchina
              Misura con gli strumenti
              il livello dello smog e i delitti
              Il pessimismo è solo definizione
              approfondisce la riflessione.
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                Scritta da: Jutka Csakanyi

                Malessere

                È un malessere che mi prende
                mentre ho lo sguardo sull'ombra
                tra l'angolo del lavandino e la porta
                lì alloggia da tempo la sofferenza
                si dilata si contrae nell'osservanza

                La voglia è di altro luogo, di un altro tempo
                ma posseggo questo spazio e questo tempo
                Le voci stanche del cortile
                salgono in questa vecchia casa del 1923

                Sì, è così avvilente questa giornata,
                un vicino mi augura buona giornata
                Stanotte c'è la luna piena
                e io sono stralunata.
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