Scritta da: Leonardo Cantoro
in Poesie (Poesie personali)
Annullai me stesso
e lei mi diede i suoi fiori.
Le donai il mio cuore
e lei mi diede i suoi frutti.
Così decisi di darle il mio tempo
e lei se ne andò.
Composta lunedì 30 marzo 2020
Annullai me stesso
e lei mi diede i suoi fiori.
Le donai il mio cuore
e lei mi diede i suoi frutti.
Così decisi di darle il mio tempo
e lei se ne andò.
Brindiamo a noi.
A quello che è stato.
Agli eventi incontrollati.
Ai nostri silenzi.
Al nostro non comprendersi.
A una vita che non ci è venuta incontro.
Già,
che poi non c'era molto da capire.
Lo si vedeva nei miei occhi,
lo si vedeva alla sera
mentre mi divertivo ai fornelli
a preparare qualcosa per te.
Lo si vedeva nella mia disponibilità
molte volte scambiata
per indifferenza.
Lo si vedeva dalla mia irrefrenabile
voglia di vederti,
come i cani aspettano il loro padrone
dietro la porta di casa
dopo una giornata di lavoro.
Lo si vedeva nei miei occhi
e si percepiva anche la tristezza.
Lo si vedeva.
Ma le incomprensioni e le ferite
ti hanno resa cieca.
Non amarmi adesso,
dentro queste mura.
Amami quando sarà tutto finito.
Quando il caos sovrasterà i pensieri.
Quando gli abbracci non mancheranno
e tu ne sentirai il bisogno.
Amami in mezzo alla folla.
Tra un bicchiere di vino rosso
e due risate.
Andate nei boschi,
prendetevi del tempo per voi stessi.
Ampliate gli orizzonti.
Osservate ogni dettaglio.
Afferrate la terra sotto i vostri piedi
e "ascoltatene" il profumo,
perché la terra non si odora
ma si ascolta.
Abbracciate forte un albero
e parlate con lui.
Vi sorprenderete delle risposte
che riuscirà a darvi.
Sfiorate con le dita l'erba lungo il vostro cammino,
sarà la vostra compagna di viaggio.
Ascoltate il canto degli uccelli,
osservateli, studiateli.
Fate vostra la loro melodia.
Siate come loro, liberi ma fedeli.
Scegliete come loro un albero e fateci la vostra casa.
Perché casa è un dono, perché casa non significa avere delle mura,
casa è dove hai riposto te stesso
e le persone che ami.
Pensieri di notte
sovrastano le stelle.
Incanto.
Aspetterò il vento
per portarti al largo.
In un luogo sconosciuto
che solo tu conosci.
Aspetterò le onde
per vederti più forte.
Affrontarle per te sarà un gioco.
Aspetterò la tempesta
in una notte priva di stelle,
tra pioggia e tuoni.
Aspetterò il tuo arrivo
in quel luogo che tanto desideravi.
E io sarò li a gioire con te.
Sarò invisibile, come sempre.
Allora ti ricorderai di me.
Di una stupida ancora.
Manchi... nell'aria che respiro,
nei giorni che io vivo.
Manchi... al mio letto,
e ti amo e non l'ho detto.
Manchi... nei pomeriggi al mare,
dove c'è il sole ma vorrei annegare.
Manchi... nel silenzio dei miei occhi
e al mio corpo che più non tocchi.
Giorni che non passano
Come macigni sul cuore.
Sospeso tra nuvole sbiadite
La mia anima si divora.
Lacrime scavano solchi profondi,
Il cuore si affanna.
Tutto sembra così surreale,
rinchiuso in una stanza che non è la mia.
Riuscirò un giorno a non amarti più?
Nuoto nella mia anima,
in acque ormai profonde.
Paura di non risalire, stanco di voler lottare.
Lacrime si fondono, e il cielo è più lontano.
Non respiro.
Intorno a me il buio e appiglio alcuno non ho.
Solo silenzio.
Chiudo gli occhi e mi lascio trascinare
nella totale convinzione che nessuno mi verrà a salvare.
Acqua che diventa fango, inutile gridare.
Allungo le mie braccia e non so dove cercare.
Sento il fondo.
La sabbia
invadere la mia pelle
e la pressione attraversare il mio corpo.
Penso, ormai è la fine.
E tu non sei qui a nuotare.
Sono solo nel mio mare
e per quanto sia io forte
non mi resta che annegare.