Profilo tremulo sulle dune di sabbia voltati e dimmi che appartieni solo al buio delle notti silenziose. Sconfiggi questo dolore sordo che tramuta i sogni in nebbia. Attendo il tuo sguardo trafiggermi amami come ieri non hai saputo fare come solo con me puoi mentre non mi riconosco e incerto si fa il confine tra il muretto e il mare.
Abbagliante il mattino affonda nel crespo che trema vivace. E pur incerto si insinua arrogante e leggiadro tra stelle e sassi deformi. Il rumore culla l'aria, non più pietra bollente che graffia; solo l'argento danza e naufraga tra scogli erosi dai lustri in questa spiaggia logora di vita.
Una lacrima scende sul prato di papaveri dalla mia bocca una scia di lumaca disegna la tua schiena, fotografo di pozzanghere. Non è nostalgia se piove a dirotto sul cielo bianco e il fiato è muto. Brilla la pioggia mentre satelliti di caffè orbitano su questo vetro e non vedo più il contorno dei miei occhi.