Poesie preferite da Lorenzo Campagnol

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Scritta da: Gabriella Stigliano

Vi è un piacere nei boschi inesplorati

Vi è un piacere nei boschi inesplorati
e un'estasi nelle spiagge deserte,
vi è una compagnia che nessuno può turbare
presso il mare profondo,
e una musica nel suo ruggito;
non amo meno l'uomo ma di più la natura
dopo questi colloqui dove fuggo
da quel che sono o prima sono stato
per confondermi con l'universo e lì sentire
ciò che mai posso esprimere
né del tutto celare.
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    Xenia (da satura)

    Dicono che la mia
    sia una poesia d'inappartenenza.
    Ma s'era tua era di qualcuno:
    di te che non sei più forma, ma essenza.
    Dicono che la poesia al suo culmine
    magnifica il Tutto in fuga,
    negano che la testuggine
    sia più veloce del fulmine.
    Tu sola sapevi che il moto
    non è diverso dalla stasi,
    che il vuoto è il pieno e il sereno
    è la più diffusa delle nubi.
    Così meglio intendo il tuo lungo viaggio
    imprigionata tra le bende e i gessi.
    Eppure non mi dà riposo
    sapere che in uno o in due noi siamo una sola cosa.
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      Scritta da: Silvana Stremiz

      I giorni son sempre più brevi

      I giorni son sempre più brevi
      le piogge cominceranno.
      La mia porta, spalancata, ti ha atteso.
      Perché hai tardato tanto?

      Sul mio tavolo, dei peperoni verdi, del sale, del pane.
      Il vino che avevo conservato nella brocca
      l'ho bevuto a metà, da solo, aspettando.
      Perché hai tardato tanto?

      Ma ecco sui rami, maturi, profondi
      dei frutti carichi di miele.
      Stavano per cadere senz'essere colti
      se tu avessi tardato ancora un poco.
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        Le pagine bianche

        Riempirò le pagine bianche
        di ogni colore guardato con gli occhi
        a colorare tuoi orizzonti.
        Riempirò le pagine bianche
        di tutte le parole dette
        perché non svaniscano
        quando i tuoi ricordi si faranno deboli.
        Sarò lì, in quelle pagine
        quando la mia vita
        lascerà il posto alle tue mani
        che mi accarezzeranno ancora.
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          Scritta da: Taurio Luigi soli

          L'oceano e la mente

          Sussurro alle stelle
          amore perduto
          sussurro alla luna
          gioia infinita

          guardale quelle
          stanno beate
          nel cielo vibrante
          blu scuro e luccicante

          l'oceano s'infrange
          gabbiano sparuto
          la libertà è la tua fortuna
          vita finita

          guarda che belle
          le meduse striate
          nell'acqua scivolano
          in un istante immacolato
          nostalgia costante

          il cuore si spande
          spirito sperduto
          l'oppressione, la mia è una
          mente minuta

          osservo le stelle
          di luce abbracciate
          nella mente rattristano
          pensando al passato
          che non tornerà più

          rimarrà per sempre nostalgico
          questo immenso mare blu.
          Composta martedì 15 luglio 2014
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            Scritta da: Sannino Michele
            Mamma
            quanto amore mi hai donato
            a questo umile cuore
            che nonostante tutto ti ama
            oltre ogni limite.
            Sei la mia vita,
            sei il mio orgoglio,
            il coraggio che non ho,
            sei e sarai l'altra parte di me
            quella più bella, quella migliore,
            che ho avuto e ha reso la mia vita meno pesante.
            Mamma,
            dolce fiore, cuore mio,
            angelo mio che mi sarà per sempre vicino.
            Mamma,
            non mi lascerai mai,
            perché io senza di te non vivrò
            mamma.
            Composta mercoledì 4 giugno 2014
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              Scritta da: Silvana Stremiz

              Capitano! Mio Capitano!

              O Capitano! Mio Capitano! Il nostro viaggio tremendo è terminato,
              la nave ha superato ogni ostacolo, l'ambìto premio è conquistato,
              vicino è il porto, odo le campane, tutto il popolo esulta,
              occhi seguono l'invitto scafo, la nave arcigna e intrepida;
              ma o cuore! Cuore! Cuore!
              O gocce rosse di sangue,
              là sul ponte dove giace il Capitano,
              caduto, gelido, morto.

              O Capitano! Mio Capitano! Risorgi, odi le campane;
              risorgo - per te è issata la bandiera - per te squillano le trombe,
              per te fiori e ghirlande ornate di nastri - per te le coste affollate,
              te invoca la massa ondeggiante, a te volgono i volti ansiosi;
              ecco Capitano! O amato padre!
              Questo braccio sotto il tuo capo!
              È solo un sogno che sul ponte
              sei caduto, gelido, morto.

              Non risponde il mio Capitano, le sue labbra sono pallide e immobili,
              non sente il padre il mio braccio, non ha più energia né volontà,
              la nave è all'ancora sana e salva, il suo viaggio concluso, finito,
              la nave vittoriosa è tornata dal viaggio tremendo, la meta è raggiunta;
              esultate coste, suonate campane!
              Mentre io con funebre passo
              Percorro il ponte dove giace il mio Capitano,
              caduto, gelido, morto.
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