Scritta da: Luca Zecca
in Poesie (Poesie d'Autore)
Condannato
La fredda oscurità ogni cosa avvolse,
e nulla di ciò che presente era
ancora l'occhio si accorse.
Ma se poeta non mi fossi considerato,
a questo punto il poemetto
potrebbe dirsi terminato.
Quanto facile il mondo sarebbe
se per me freddo fosse freddo e luce
fosse luce; nulla così mi impensierirebbe.
Ma così poeta più non sarei,
i mari delle parole più non solcherei,
e la vita nella sua semplicità mi godrei.
Ma un più grande fardello mi è affidato,
e a esso mai ho rinunciato.
Vivere, sì, la vita, nella sua semplicità,
ma spesso fermandomi così da
cogliere le sue peculiarità.
"Condannato" (più soave condanna
inflitta non fu mai) io sono a smettere
spesso di vivere, così da potermi vedere
e cogliere il mondo nel suo armonioso fluire.
Ai più duri d'orecchi una semplificazione
ora e per sempre voglio porgere:
"Per i minuti in cui vi ponete a spettatori
sappiate che cessate d'essere giocatori".
Composta venerdì 28 agosto 2009