Hai spogliato e violato
il mio corpo.
Il tuo ego,
ha miseramente creduto
di denudare e
penetrare la mia anima.
No, lei è integra
vestita degli stessi abiti,
che indossava
quella notte.
La chiamo passione,
la sento crescere
e pulsare
dentro di me:
non posso
frenarla.
Luna,
che illumini i sogni.
Tu, che rischiari l'oscurità della notte.
Guida,
con il tuo chiarore
la via
verso un
nuovo giorno.
Oh notte!
Rendi a me,
ogni pensiero e ricordo.
La luce del giorno,
li sta offuscando.
Poteva accadere.
Doveva accadere.
È accaduto prima. Dopo.
Più vicino. Più lontano.
È accaduto non a te.
Ti sei salvato perché eri il primo.
Ti sei salvato perché eri l'ultimo.
Perché da solo. Perché la gente.
Perché a sinistra. Perché a destra.
Perché la pioggia. Perché un'ombra.
Perché splendeva il sole.
Per fortuna là c'era un bosco.
Per fortuna non c'erano alberi.
Per fortuna una rotaia, un gancio, una trave, un freno,
un telaio, una curva, un millimetro, un secondo.
Per fortuna sull'acqua galleggiava un rasoio.
In seguito a, poiché, eppure, malgrado.
Che sarebbe accaduto se una mano, una gamba,
a un passo, a un pelo
da una coincidenza.
Dunque ci sei? Dritto dall'attimo ancora socchiuso?
La rete aveva solo un buco, e tu proprio da lì?
Non c'è fine al mio stupore, al mio tacerlo.
Ascolta
come mi batte forte il tuo cuore.