I due corvi, pensiero e parola, la nave che viaggia sul mare, la vela ghermita dal vento, il viaggiatore guercio di un'occhio, il tuono divino lontano, il viaggio verso la gloria, la ricompensa alla morte in battaglia, guerrieri dentro al valhalla.
L'animo turbato dalla triste scoperta fomenta nel cuore una rabbia incessante, una distruttiva energia di furore e rancore, una cieca violenza che di sangue si nutre, i miei sogni infranti fanno da locomotore all'infausto destino che s'oppone al cammino. La mia rabbia s'aumenta, la violenza mi assale, solo il sangue la calma, quella sete di morte, il calore terreno tra le braccia mortali, il mio cuore scaldava nei sogni notturni, ora che niente mi aspetta solo rabbia rimane, quella rabbia sopita e una violenza immane.
La cintura indossata dal Dio, la mia potenza raddoppia, il martello mi è stato donato, per uccidere ancora di più, il vessillo del corvo si staglia, contro il cielo oscuro per te, nel valhalla la gloria mi attende, ma prima ucciderò te, le valchirie con passo veloce, porteranno indietro le spoglie, ma come in autunno le foglie, giù nell'erba resteran te. La mia gloria cantata nel tempo, con il vento arriverà a te, il fautore del volere divino, innalzato ad eroe sarà, chi ha guidato la mano assassina, si compiace del triste destino, la tua morte è servita al sovrano, il tuo sangue immolato agli dei, io che vivo nell'oasi divina, ricordando i miei mille dolori, attendo con ansia crescente, la venuta del giorno più oscuro, la battaglia suprema che aspetto, come fratelli ci riunirà, mentre aspetto questo è il pensiero, ma nell'erba il guerriero resterà.
Al pari della greca equivalenza l'oscura tua saetta elettrizza colui che sonora resistenza osa opporti. Il pilastro che espande il tuo potere è la fonte produttrice dei terreni movimenti, le innumerevoli figure così abilmente intrecciate nelle cinque vitali linee, incantano senza fatica alcuna gli esseri che nel mondo dimorano. La natura piegata dal poetico verso del divino strumento è la prova inconfutabile del poderoso potere che nel discepolo tuo fedele tenti con sperato successo di infondere.
La notte avvolge il paesaggio d'incubo, la luna nasce nelle montagne, il vento ulula attraverso le fronde, corro nella foresta...
la mente mi si offusca, la violenza mi assale, il mio corpo muta, le zanne biancheggiano contro il pallore della luna...
licantropia è il morbo che mi affligge, mostro diurno assetato di morte, bestia indomabile risvegliata dalla luna, licantropia, sono vittima di licantropia...
nelle strade addormentate mi aggiro famelico, ricerco vittime per calmare la mia fame, le zanne grondano di sangue, il collo lacerato della mia preda schizza il lucido pelo imbrattandolo con macchie cremisi. Alzo gli occhi alla luna che inizia a lasciare il cielo...
licantropia è il morbo che mi affligge, mostro diurno assetato di morte, bestia indomabile risvegliata dalla luna, licantropia, sono vittima di licantropia...
Il delicato profumo trasportato dal soffio carezzevole del vento riempie dolcemente le mie narici inebriando i sensi, il caldo tocco della rosea e vellutata pelle restituisce conforto al corpo affaticato, che da te ricerca affetto e passione, gli occhi castani e profondi riempiono l'immenso vuoto del mio animo un tempo turbato e confuso, il tuo corpo affiancato al mio sigilla quello che per altri non è che un passeggero stato d'animo, un effimero piacere destinato a spegnersi con l'inesorabile trascorrere del tempo, l'incontro delle nostre labbra corona il sogno che per anni ha riempito le nostre notti rafforzando il legame e aumentando il desiderio, adesso che tra le mie braccia cerchi conforto, mai più solitudine alcuna proverai finché anche l'ultimo guizzo di vita avrà abbandonato la terrena dimora del mio spirito.
Con crescente impazienza, attendo l'attimo in cui le membra nostre cingeranno i corpi, nello specchio del mondo spero di incontrarti, soltanto nello specchio in quest'ora ormai tarda, ma giammai speranza non perdo nel riveder quel tuo freddo riflesso divenir palpabile tra le braccia mie, tal'è l'attaccamento ch'io ho per te che se più non potrei averti un'interna voragine in cuor mio s'aprirebbe.
Il forte muro, eretto possente, al piover feroce, resiste impassibile, freddo e immobile, osserva l'eclisse, nel giusto momento difende il padrone.
La pioggia tempesta, la crepa si apre, il muro resiste, ma ora è segnato, la pioggia s'infiltra, il muro si spacca, la pioggia finisce, il muro rimane.
Col tempo sfuggente il muro scompare, l'orgoglio si sente nell'avere quel muro, la forza è nostra, la morte vostra.
Non è amor Cotanto sentimento Che dolor non porta In quanto amor e sofferenza Son'unico brandello dell'animo Che s'unisce al resto dei brandelli A riformar l'anima d'un uomo Che sentimenti più non ha. Fatto di ghiaccio col cuore di pietra S'illude un giorno Di riscoprir calore umano Datogli da un'anima di calor colma Che tremar gli farà la voce, Arrossar le gote, sudar le mani E soffrire il core: quello allora sarà amore.