Scritta da: Margherita S.

Il mostro nel letto

Gli occhi aperti nel buio contagiano d'oscurità la mente.
Irrompe la danza tribale libera e forsennata del pensiero illegittimo.
Scintille di parole convulse
strepitio troppo vicino e snervante
frasi non volute.
Echi incandescenti di voci prigioniere.
Arde il fuoco nero che spegne
dalle gambe alle tempie brucia il controllo.
In bocca cenere di pace.
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    Scritta da: Margherita S.

    Senza vederti

    Ti ho conosciuto nell'innaturale bellezza
    nell'unica vera condivisione possibile.
    Lasciami ora.
    Odore d'ospedale.
    Brucia il sole
    come quella prima boccata d'aria,
    che per quanto artificiosamente sterile sarà sempre corrotta.
    La limitatezza di una madre.
    Inevitabile compromesso.
    Sgomento e pianto che ti ho risparmiato.
    Rimbalza rapido da me per me l'inutile pensiero.
    Non so camminare
    non so respirare
    non so dormire né mangiare.
    Ti ho ucciso
    senza metafora
    e con troppo dolore.
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      Scritta da: Margherita S.

      Autonomo

      Grigi echi si sovrappongono tra identici palazzi in cemento armato.
      È caotica la stoltezza creativa.
      Il vento delle parole nasce dentro
      culla i colori imbruniti appesi ai fili ad asciugare:
      lieve brezza accarezza i pensieri fioriti
      vortice impetuoso demolisce edifici di convenzioni.
      La bellezza del cielo notturno ricorda la solitudine delle stelle.
      Evapora la memoria
      dopo il lavoro si appiccicano addosso i ricordi condensati.
      Un passo indietro, dalla fine del mondo, per non cadere nel vuoto.
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