Mi regalo una rosa, la dedico ai miei sogni, ai miei desideri muti, alle mie emozioni coltivate di parole... Una rosa che nessun soffio di vento può far tremare, petali che sfiorerò di baci di carezze... non mi tradirà e, anche se sbiadita, ancora la guarderò teneramente vibrante quando la malinconia non coglierà nemmeno colori dell'arcobaleno.
Come desidero, ancora, quell'attimo preciso che trasporta in altro universo... Come vorrei mille e mille volte risentire impazzire il cuore... Come vorrei guardarti senza avere più dimensione, dimenticare ore dimenticando me... Quell'attimo che incontra lo sguardo, lo incatena a pensieri, lo fa scorrere in ogni goccia di tempo scavando qualsiasi pietra d'indifferenza... Quell'attimo, sì, irripetibile sorgente d'ogni emozione, raro perfetto incontro mentale, sinuoso fiume d'amore che si riversa nel mare infinito del primo palpitante bacio.
E il mio sguardo si perse nel tuo bacio... s'illuse di albe che rincorrevano tramonti solo fra le tue braccia... e avvertivo ore come se rose profumassero giorni di soli petali d'amore. Danzavo al suono dei tuoi passi, alle carezze delle tue mani... alle tue parole accattivanti, ai tuoi occhi penetranti. Sentivo il mio essere nel tuo respirare...
Improvviso, fu svegliarmi in quell'attimo che tu invece guardavi già oltre...
e dolente mi ritrovai a chiedere inutilmente perché t'amai tu che eri, infine, già indifferente.
Oh! Mio Spirito che vaghi fra sogni ti sei perduto nell'antro dell'ignoto. Ed io ti cerco ad ogni sospiro che sfiora la mente... Ti cerco fra ali di vento in mezzo al turbinio di voli di gabbiano che rasentano il cuore d'immenso. Mio Spirito, voce che pur muta ascolto tenace nelle ore volte alla penombra dell'anima, sei ancora messaggero d'incontro fra nuvole di illusioni che solo di un palpito d'amore attendono il fruscio.
Sei giunto in un novembre. Ore insolite al cuore che ha giocato di curiosità. Frasi di tenerezza che alleggerivano l'ombrosità dell'aria regalando parole di primavera. e i pensieri, nell'incontro dell'emozione, si fermavano lievi come quegli scritti di getto in un diario d'adolescente che fantastica ingenua e felice al primo sentimento d'amore. Sei giunto in un novembre che ha lasciato vaghezza di un tuo sorriso che piano ma inesorabilmente si è riconsegnato ad un sogno.
E impazzita ascoltavo il mio cuore... e ad occhi chiusi mi allontanavo aggirandomi tra frasi... silenziose e ti cercavo fra scampoli di note inseguendo parole d'amore... e nella penombra il tuo nome sussurravo... Brusii di stelle seguivano il mio ricordare e lentamente ti trovavo accanto. E ascoltavo una voce solo per me... ma era semplice fruscio di suggestioni splendide chimere sfuggite dai miei inutili sospiri.
Disperatamente cerco di te in ogni parola... e tramuto distanti attimi come occhi di chimera che volò allettante d'emozioni, mi sfiorò con ali di poesia e ghermì il sorriso intenerito. Disperatamente chiedo di te ai pensieri che testardi s'insinuano come correnti bizzarre in labirinti che risuonano cupi il silenzio. E domando perché sognai il tuo dire che riempì di dolcezza il mio respiro, perché ora crudele nostalgia riveste un sogno che inerme era già incredulo di vita...
Getterò alle ortiche i miei sogni che accattivanti ma fragili si offrivano... Li guarderò disperdersi al vento dell'effimero... lui amante dei desideri raggirante sorrisi...
Getterò alle ortiche i miei sguardi per non intravedere ricordi, e lascerò che la pioggia confonda le mie attese solitarie nell'anima ingrigita...
Getterò alle ortiche le mie parole ormai offuscate da vane remote emozioni... le vedrò mute, senza respiro, dissolversi come nebbia al sole della nulla.
Getterò alle ortiche i miei giorni che colgono ore di abitudini... Li vedrò scivolare indolenti sui sentieri dell'età del mio tempo spogli di echi ridenti e di slanci spensierati... . Getterò, anche la mia malinconia, alle ortiche ma di esse prima mi avvelenerò, ricercandovi per un'ultima volta i miei sogni, i miei sguardi, le mie parole, i miei giorni, la mia sfiancata malinconia, ... li stringerò al cuore fino a sanguinare ancora e ancora più forte e così, un attimo dopo, ... esausta ne morirò.