Durante tutto il viaggio la nostalgia non si è separata da me non dico che fosse come la mia ombra mi stava accanto anche nel buio non dico che fosse come le mie mani e i miei piedi quando si dorme si perdono le mani e i piedi io non perdevo la nostalgia nemmeno durante il sonno
durante tutto il viaggio la nostalgia non si è separata da me non dico che fosse fame o sete o desiderio del fresco nell'afa o del caldo nel gelo era qualcosa che non può giungere a sazietà non era gioia o tristezza non era legata alle città alle nuvole alle canzoni ai ricordi era in me e fuori di me.
Durante tutto il viaggio la nostalgia non si è separata da me e del viaggio non mi resta nulla se non quella nostalgia.
Tra 4 giorni sarò a Mosca. Questa separazione non è che una strada sotto la pioggia. Arriveranno notizie, mi tufferò, correndo, verso nuove scelte. Tra 4 giorni sarò a Mosca. A Mosca è primavera, me l'hai detto al telefono. Anche questa separazione finisce, grazie al cielo. Ritorno. In me non c'è che la notte di questa separazione. In me la tua solitudine. Solitudine: pane di ricordi che non sazia. A Berlino, nella mia stanza d'albergo, brilla il sole. A Berlino c'è il bisbiglio inzuppato degli uccelli - stamattina è piovuto - e poi i tram, e il tempo. Non si decide a muoversi il tempo. È rigido, gelato. Si potrebbe appenderlo a un chiodo, il tempo. E tagliarlo col coltello. Sono in una prigione, col più spietato degli aguzzini : il tempo. A Berlino nella mia stanza è pieno di sole. E tra 4 giorni sarò all'aeroporto. Nell'azzurro.