Poesie preferite da Maria Teresa Lembo

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Alla tua salute, Amore mio!

Sono folle di te, amore
che vieni a rintracciare
nei miei trascorsi
questi giocattoli rotti delle mie parole.
Ti faccio dono di tutto
se vuoi,
tanto io sono solo una fanciulla
piena di poesia
e coperta di lacrime salate,
io voglio solo addormentarmi
sulla ripa del cielo stellato
e diventare un dolce vento.
Composta venerdì 10 settembre 2010
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    Scritta da: Eclissi

    Prima di venire

    Prima di venire
    Portami tre rose rosse
    Prima di venire
    Portami un grosso ditale
    Perché devo ricucirmi il cuore
    E portami una lunga pazienza
    Grande come un telo d'amore
    Prima di venire
    Dai un calcio al muro di fronte
    Perché li dentro c'è la spia
    Che ha guardato in faccia il mio amore
    Prima di venire
    Socchiudi piano la porta
    E se io sto piangendo
    Chiama i violini migliori
    Prima di venire
    Dimmi che sei già andato via
    Perché io mi spaventerei
    E prima di andare via
    Smetti di salutarmi
    Perché a lungo io non vivrei.
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      Scritta da: luna_n_354
      Ho bisogno di silenzio
      come te che leggi col pensiero
      non ad alta voce
      il suono della mia stessa voce
      adesso sarebbe rumore
      non parole ma solo rumore fastidioso
      che mi distrae dal pensare.
      Ho bisogno di silenzio
      esco e per strada le solite persone
      che conoscono la mia parlantina
      disorientate dal mio rapido buongiorno
      chissà, forse pensano che ho fretta.
      Invece ho solo bisogno di silenzio
      tanto ho parlato, troppo
      è arrivato il tempo di tacere
      di raccogliere i pensieri
      allegri, tristi, dolci, amari,
      ce ne sono tanti dentro ognuno di noi.
      Gli amici veri, pochi, uno?
      sanno ascoltare anche il silenzio,
      sanno aspettare, capire.
      Chi di parole da me ne ha avute tante
      e non ne vuole più,
      ha bisogno, come me, di silenzio.
      Composta domenica 8 gennaio 2012
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        Scritta da: Silvana Stremiz

        Come posso ritrovare la mia pace (Sonetto 28)

        Come posso ritrovare la mia pace
        se il ristoro del sonno mi è negato?
        Se l'affanno del giorno non riposa nella notte
        ma giorno da notte è oppresso e notte da giorno?
        Ed entrambi, anche se l'un l'altro ostili,
        d'accordo si dan mano solo per torturarmi
        l'uno con la fatica, l'altra con l'angoscia
        di esser da te lontano, sempre più lontano.
        Per cattivarmi il giorno gli dico che sei luce
        e lo abbellisci se nubi oscurano il suo cielo:
        così pur blandisco la cupa notte dicendo
        che tu inargenti la sera se non brillano stelle.
        Ma il giorno ogni giorno prolunga le mie pene
        e la notte ogni notte fa il mio dolor più greve.
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          Scritta da: Silvana Stremiz

          No, non dire mai che il mio cuore è stato falso (Sonetto 109)

          No, non dire mai che il mio cuore è stato falso
          Anche se l'assenza sembrò ridurre la mia fiamma;
          come non è facil ch'io mi stacchi da me stesso,
          così è della mia anima che vive nel tuo petto:
          quello è il rifugio mio d'amore; se ho vagato
          come chi viaggia, io di nuovo lì ritorno
          fedelmente puntuale, non mutato dagli eventi,
          tanto ch'io stesso porto acqua alle mie colpe.
          Non credere mai, pur se in me regnassero
          tutte le debolezze che insidiano la carne,
          ch'io mi possa macchiare in modo tanto assurdo
          da perdere per niente la somma dei tuoi pregi:
          perché niente io chiamo questo immenso universo
          tranne te, mia rosa; in esso tu sei il mio tutto.
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            Scritta da: Marzia Ornofoli

            Chi non ha mai visto

            Chi non ha mai visto in una stanza buia
            Filtrare la luce del giorno
            -Levandosi da un corpo adorato
            Per accostare le tende
            Con gli occhi sfiniti e pesti-
            Non può capire quel che cerco di dire,
            Quanto lungo fosse l'ultimo bacio, quanto lento
            Quanto caldo il suo indugio.
            Composta venerdì 7 agosto 2009
            dal libro "Poesie" di Oscar Wilde
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              Scritta da: Marzia Ornofoli

              Se non avessimo amato

              Se noi non avvessimo amato,
              Chi sa se quel narciso avrebbe attratto l'ape
              Nel suo grembo dorato,
              Se quella pianta di rose avrebbe ornato
              Di lampade rosse i suoi rami!
              Io credo non spunterebbe un foglia
              In primavera, non fosse per le labbra degli amanti
              Che baciano. Non fosse per labbra dei poeti
              Che cantano.
              Composta martedì 11 agosto 2009
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