Poesie inserite da etabeta

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Scritta da: etabeta

Lembi di lampi

Come un gatto acquattato
nell'ombra
aspetto con pazienza
che scorra la nota sequenza:
un insieme di colori
e sapori,
un dolce ricordo, forse un rimpianto,
ma poche certezze,
non danno domani:
illudono il giorno,
leniscno le notti,
svaniscono all'alba come il sogno più bello
mai realizzato...
a volte solcano il cuore,
un lampo nel cielo non può essere temporale d'estate
breve e dimenticato
se il sole non torna
a scaldare la pelle.
Nel cielo una stella
freddo lungo la schiena.
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    Scritta da: etabeta
    Com'è grande la rabbia del vedere offuscate dalle nuvole
    il mio splendido cielo azzurro.
    Quell'ombra diafana
    che copre anche per breve l'arancio del sole
    come tulipani piegati su se stessi che nascondono il colore.
    Quel brivido appena accennato
    del calore non giunto
    in un attimo di distrazione e perso nel vuoto.
    Si possono confondere nella scia spumosa
    di una barca nel mare le mie lacrime...
    ... sempre ingoiate...
    a volte celate da un sorriso forzato...
    La realtà...
    amaro svegliarsi da un sogno impossibile!
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      Scritta da: etabeta

      Fragilità

      Quant'è instabile l'equilibrio umano...
      pare un sottile filo teso fra due ipotetici pilastri incrollabili
      e poi...
      un soffio di vento,
      il passaggio di una farfalla,
      la distrazione di un attimo,
      un rumore in lontananza...
      e ti accorgi di non essere forte abbastanza!
      Cerchi un sostegno più solido,
      una mano più forte, un appiglio sicuro, un pensiero più dolce...
      t'accorgi in un baleno
      dell'invisibile vuoto sotto il rasoio su cui cammini,
      del nero che lambisce la mente...
      del taglio profondo scolpito nell'anima...
      del niente.
      Com'è facile scivolare nell'incoscio,
      perdersi nel buio,
      poi...
      guardi due occhi e ti tuffi,
      trovi due braccia e le stringi,
      senti che ami ancora e... piangi.
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        Scritta da: etabeta
        Hai visto quel raggio di sole fra le nuvole?
        Hai sentito quel fremito lungo la schiena?
        Hai ascoltato quel respiro lento e lontano?

        Ero io che ti cercavo!

        Com'era tenero quel gatto nero incontrato per caso...
        Com'era dolce quel caffè bevuto pensandoti...
        Com'era luminosa quella stella accesa nella notte...

        eri tu che mi guardavi!

        Quante corse contro il tempo!
        Quante urla contro il cielo!
        Quanto dolore dipinto sul cuore:

        siamo noi solo in cerca D'amore!
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          Scritta da: etabeta

          Debolezze

          La incontro ogni giorno
          negli occhi di chi un tempo
          forse fu un bell'uomo
          e adesso è solo un corpo che occupa spazio.
          Si chiama solitudine.
          Ha i colori spenti dell'autunno
          anche quando è estate
          e il sole non muore mai.
          Sempre lì quei due occhi pieni di tristezza
          cui vorrei chiedere cos'hanno visto della guerra,
          quanto hanno pianto,
          se conoscono la gioia.
          Mi piacerebbe regalar loro un sorriso
          e un po' della mia allegria
          per fargli compagnia e dirgli che non è inutile
          ma "la gente guarda",
          e fingo indifferente
          continuando a camminare:
          ho i miei vent'anni da vivere
          e tenere rughe da dimenticare.
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            Scritta da: etabeta

            L'dore dell'origano

            Ho sentito per strada
            come un ritorno al passato
            l'odore dell'origano
            in un campo tagliato.
            Era di giugno
            il grano biondo
            io con le ginocchia sbucciate:
            sfidavo il mondo,
            Giungeva il profumo del pane abbrustolito,
            del sugo fresco,
            l'odore dell'origano
            si confondeva sotto il pesco...
            Ho seguitoquell'odore
            per tornare al passato?
            Era solo una sensazione,
            l'avevo sognato?
            Mi è passato in un attimo
            come un lento cortometraggio:
            la mia infanzia, i mie nonni,
            i giochi: mia madre il suo coraggio...
            Ho pensato che forse, lontano,
            in un campo di grano
            dove non c'è buoi, né freddo,
            né pioggia, né dolore
            "lei"con i suoi occhi verdi
            sparge l'origano
            per ricordarmene l'odore...
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              Scritta da: etabeta

              Rimmel

              Un volto su un quaderno
              disegno astratto e vuoto
              sogno disilluso di pagine bianche
              immagine uniforme di donns che sussurra.
              Rimmel cola giù dagli occhi
              misto a gocce di rugiada
              che paiono lacrime,
              no lacrime, no dolore,
              basta un aito di vento
              a ridare colore.
              Rosa nel tramonto
              l'azzurro tenue del cielo
              verde, l'orizzonte sconfinato dei prati,
              davanti a me: l'ignoto!
              Ignota la strada,
              estranea la gente,
              chiusa in me stessa
              col mio amore:
              né più bambole,
              né tazzine.
              È finita l'era delle bambine.
              E tono a fissare
              un volto su un quaderno,
              capelli al vento e sguardo che sussurra.
              Nero il fumo di una sigaretta
              acre il rimorso di un pianto mai fatto
              dolcezza incolore fra le rughe della fronte.
              Ma è solo uno schizzo su un foglio
              bagnato dal rimmel: non sa pensare.
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