Rosso scarlatto oro rosa la neve a fiocchi su tetti si posa. Fiocchi leggeri e delicati, cadono bianchi su fiori bagnati. E dentro le case, ridenti e beati bambini e grandi dietro vetri appannati. Natale di sorrisi e gioia sui visi, questo il ricordo. Non consumismo, né cellulari ma seduti con le carte al tavolo grande si giocava tutti insieme, nessuno in disparte e si stava bene. In quattro o in dieci non aveva importanza, ognuno trovava posto dentro la stanza, e anche se non si avevano soldi per i regali io ricordo allora, felici natali.
Scendevo gradini, Salendo anni Finché il cuore era vivo, E ancora caldo il mio respiro. Affannata e prostrata Percorrevo un lungo viaggio tra le rose Molte le spine, poche le belle cose. E scendevo salendo Consapevole del passato, Esitante sul presente Con l'occhio rivolto avanti, Ma comunque assente. E mi guardo indietro Rivolta nel passato Come Orfeo che nell'Ade La sua Euridice aveva cercato. Eppure egli guardò indietro, Per un futuro nel passato, Errò nella scelleratezza Del suo sentimento inviolato. Così il passato ci avvince In languidi nodi d'amore Rallentando i passi, Ma lenendo il cuore. Una vita a guardare indietro, Sepolti in ciò che è stato Senza sbalzi di furore Fin quando l'amaro rimorso Giungerà a consumarci il cuore.
Siamo ombre che camminano Invisibili tra la gente. Opere e gesti che compiamo Poi non servono che a niente. Ma viviamo indaffarati Intrappolati, in orologi immaginati Fino a quando sopra un letto Chiudiamo gli occhi affaticati, Pronunciando nenie storte Mentre esaliamo l'ultimo respiro Che già sa di morte. Così l'anima fino ad allora intrappolata Vola via in un soffio, Brezza fresca in mezzo all'aria. E gli occhi si chiudono E le membra dissolte Mentre un livido pallore Colora le labbra di morte.