Poesie inserite da MerryJ


Scritta da: MerryJ

Necessità

Devo cercare
l'entità che sia pronta a fuggire
a fuggire da questo mondo dittatore,
in questa realtà feroce
da questa gabbia di sangue
l'entità che ami i colori,
la pioggia inumidire i volti,
l'avvolgente aroma dell'erba madida
Ho bisogno di quell'entità perché sia pronta
a prendermi,
a trascinarmi per danzare sui soffitti
delle case abbandonate

Ho bisogno di un'entità che percepisca
il calore sulla pelle
e ne faccia qualcosa di vitale.
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    Scritta da: MerryJ

    All'alba

    Nell'alto,
    sfumature di cielo si abbracciano con immensa passione
    mentre lei saluta con l'aria di sapienza,
    flette la sua immagine e fa invidia alla creatura più bella del tutto e del niente
    silenziosa attende l'alba sotto il dolce canto di una musa
    lei è la luna, danzante nel suo spazio
    assaporando il ritmo della madre
    resta in sintonia con l'universo e,
    le vibrazioni risuonano nell'immaterialità,
    nell'essenza di una forma che cadavere sarebbe ma,
    brilla d'amore.
    -i brividi accarezzano la sua pelle-
    e la luna all'alba è libera,
    adesso è libera.
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      Scritta da: MerryJ

      La scelta delle questioni

      Smarrirsi nell'incondizionata monotonia,
      frutto di falsità e
      neppur un lampo per sostare ad essere assorto dalla
      percezione di un fanciullo innamorato,
      innamorato della vita.
      All'etica è venduta l'anima, ormai
      è reputato ambiguo risanare l'interazione dello spirito e della razionalità
      e questo lo sai?
      È reputato immorale concedersi all'umano contatto tangibile, comprendi?
      Morale però è scappare via, dai fioriti e profumati campi verdastri.
      Privi di riflessione e privi di sensibilità, ma dove andate?
      Cos'è l'esistere?
      Sì, morale è ferirsi, lacerare, eliminare, annullare.

      L'esprimersi non è utilizzato per creare scale inviolabili
      scale senza meta e senza pioli, scale dirette all'inimmaginabile,
      ma per costruire grigi ponti discontinui di cemento
      con l'assenza di un inizio, ma con la medesima meta:
      una triste e cupa maschera della presunta conosciuta felicità.
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