Se ti porterò nel mio cuore, mentre la neve cade frugando nel tuo sorriso un po' di me, forse è un peccato? Triste lucciola che illumini un cuore saggio che piange in silenzio giornate amare, riscalda quelle lacrime di tristezza, mentre io rincorrerò l'altra faccia dell'amore aspettando l'allegria, che ti faccia scordare la tua dolce malinconia.
Gli parlerò di te, del bacio d'ali. L'attesa pertinente di un cuore di madre. Gelide assenze, emanano calore a chi carnevolmente di lei sei la vita. Tessera di un volto il mio cielo. Bolle di sapone, i sogni. Illusione! L'amore che tu aspetti, è solo il cupo pensiero, di essere di lui il suo amore vero. Perdonami, figlio di quel cerchio di fuoco, che come lame di luce ti invade l'essenza di quel amore platonico che è dentro di me, per te.
Tu, tu sola... I miei passi lenti, fedeltà di sensi, il nettare divino di un raggio marino, che nasce in silenzio dalla voce del cuore. Vivi mi, ama mi, sei nel blu intenso, nell'infinito sogno... desiderio di lui, dentro di me! Non c'è nessuno accanto a te!
Ascolta anima, quell'angelo che racconta una favola immerso dal profumo dei ricordi, di quella cometa che annunciava la nascita di una preghiera di speranza, che cancellasse ogni traccia di dolore riscaldando il cuore con il sole, in quella fredda notte di neve, aiutato dai colori più belli delle stelle. Anche il diavoletto respira le sue note, che cadono senza titolo, clandestine nell'animo di ogni bambino. Il linguaggio di Dio ricama amore e libertà, ma il seme della vita per l'ennesima volta lo inchioderà, nella stagione del cuore tra la nebbia ed il fango di un cattivo umore. Indebolito è l'angioletto che procede il suo parlare per poi concedersi pace nella ferita profonda e amara di quel bambino adagiato nella mangiatoia... per ricominciare il suo racconto, ogni anno, ogni giorno.
Lacci damore, il tuo mondo. Devastami come foglie al vento. Abbraccio in un incantesimo vivere oltre la luce del tuono. "Lui fu mio" Ermetico e soave di una cronaca locale. A fior di labbra, arrivò l'autunno, oltre la vita del niente... T'amo! Irrepetibilmente come ombra di polvere di stelle l'ho vissuto ancor, questa notte un tuo abbraccio, il tuo dolor... Buon compleanno, mio dolce tesor.
Leggo sulle labbra nel respiro del silenzio, l'amore che si affretta a sbocciare, e io berrò in un angolo di cielo, la luce notturna che nel cuore si posa come diamante di stelle. Illuminami il cuore, tu che negli anni hai versato gocce di lucciole nel mio respiro di dolore. Io berrò di nuovo dai tuoi occhi Il sorriso, berrò l'amore delle tue braccia Che mi stringono con passione. Berrò gli attimi di te che respiri dentro di me!
M'investe. Avverto ancora e ancora nella gabbia del cuore l'amarezza. Anima dolente che gridi inutilmente, avrò freddo con te qui, chissà perché cercherò tenerezza così lontano! Dietro la finestra danza il vento di gelo, dove sei! I raggi di sole cercano te, investono le mie ore dolci, la mia impazienza... le parole, le mie, le tue. " Addio" Mai più mi nutrirò di te, iceberg di fiori morti. Dov'eri! Dove sei! Marsupio d'amore ho sognato, forse. Ora sei così lontano dal cuore! Respiro d'amore, respiro di te, ancora e ancora senza più te.
Dio se pensarti davvero fa male, confusa nel tempo parto, nell'attimo fuggente dell'anima dormiente. Passano i giorni re di bugie è la sostanza mutante nella notte di vetro. Io perdo le ali nella quadratura del cerchio vicino all'infinito destino. Ti prego tienimi vicino raccontami una storia, del fiume che scorre ancora, Dio torna col tuo sguardo sopra di me, perdona le mie nubi di cristallo che mi gonfiano il cuore e passano i giorni, passano gli anni, senza che Tu torni. Dove sei! Dove sono! Concedimi il perdono per queste parole fuori tono, concedimi il sorriso che è lo spruzzo di gioia che illumina il viso. Concedimi, concedimi... la vita, tu che sei dolcezza infinita.
Assettata 'ncoppaa'nà panca Nà mamma tenèmènte'e carnient sùoj. 'E faccele friccicherèlle e l'uòcchi ardit, essa cà'a voce sgargiante e 'ocòre palpitante rice - Sapite figlimijei cherè 'achiù Bèlla cosa 'achisto munno?– 'Nu' vecchio assettato vicìno'a essa, che manì trémmanti ri spònne - E' 'a gioventù catèrégne'ocòre E po' te lasse' sulo ,sulo, senza ammòre.
Sarò vento d'amore, dall'altra parte del mondo, userò le ali del cuore d'argento che tu mi doni nel frattempo, dell'addio ricordo del dono, di un abbraccio di parole che in un anno che se ne vanno! Brividi, la via dei miei passi, senza arrossire, due mani che mi stringono... Canto d'inverno il cielo di domani, foglia del vento la metamorfosi dell'innamorarsi, a senso unico, un nome... Amavo!