Durante il sonno
è scesa nuovamente
la prima neve
l'orto di mio padre
torna ad essere un tempio.
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Durante il sonno
è scesa nuovamente
la prima neve
l'orto di mio padre
torna ad essere un tempio.
Potesse entrare
il profumo dei fiori
nell'ospedale
Mi legherei stasera
ad un soffio di vento.
Vedi quei rami del ciliegio,
a poco a poco, sopra di essi
passano i giorni come fedeli
ombre di stelle,
mutano le distanze,
estinguono le memorie,
finché tutti i giorni non fanno
di una vita intera un'unica somma,
e restano nudi gli anni, soli,
come i ricordi resistenti al caldo e al freddo
delle stagioni, ormai con le gemme
rivolte nel vento di un unico giorno,
che una vita intera racchiude...
Vedi quei rami del ciliegio;
sono i quattro periodi dell'anno,
la rosa dei venti,
l'ancora che rende saldo l'orizzonte all"eternità.
Cade lenta la pioggia -
se fossero parole,
sarebbe perfetto
il silenzio dei grilli.
Basterebbe un tuo bacio per rendere
immortale la notte e levigar sul mio viso
quel malessere che il sorriso solo,
a quest'ora, governa la voce ed il corpo consola.
Fresco e crudele, come il vino dolce
che rende casto il peccato nelle parole,
è la sera un'esca di maliziose speranze,
dove potersi consegnare all'amore come fanciulli.
Ma basterebbero i tuoi occhi, talvolta,
per intimare ad ogni lacrima versata
la veglia; tu, corsiera maturata di grazie,
che vai cercando fiera l'ombra di luna,
sopra la quale adagiar le tue pose,
scintille costellate dai raggi sapienti,
quando l'uno nell'altra, chiusi gli occhi,
scavalcheremo la notte fino all'ultima stella.
Danzano i fiori,
a uno o due passi da noi,
si cercano nell'aria che passa,
nel tempo, nelle ore,
dove polveri mature,
nelle lodi di marzo,
consumano i passi,
e le labbra agli amanti.
Si avvicinano, e si allontanano,
liberi dalla forza che hanno dentro:
Si vede che in essi c'è vita,
perché per qualche ragione,
portano al giorno
Il loro contributo d'amore,
che si fa trasparente, e forse, alla sera,
ti addormenti con loro nel cuore.
Vedi amore, cantano i fiori,
a due o tre passi da noi,
anche oggi in segreto,
il nostro semplice amore.
Sopra i rami
si appoggia la luna -
cadono stelle.
Torino dalla finestra,
è una donna sola,
che passeggia con in mano
un ventaglio di fiori;
Torino dalla finestra
è un mosaico di strade,
nascosto negli occhi
di mille persone;
Torino dalla finestra,
ogni mattina, si ricuce
le ferite da sola dentro la tela
di un'artista di strada;
Torino dalla finestra,
ti ruba i pensieri
entrando nel cuore
con il primo raggio di sole;
Torino dalla finestra,
è una lettera antica
adagiata sul davanzale del mondo,
che vuol essere amata,
non solo studiata.
Torino dalla finestra,
è la sveglia notturna
che ti priva del sonno,
per farti ad occhi aperti sognare;
Torino dalla finestra,
è un dipinto di stelle
avvolto nelle lenzuola
di un cielo d'inchiostro...
... è quel gatto randagio,
che dal cornicione,
guarda la luna sopra la mole:
Quando ti fissa negli occhi, talvolta,
ti lascia senza parole.
Torino dalla finestra,
ha il corpo seducente
di una donna misteriosa che passa...
Cambiando orbita, resta,
dal cielo di Superga nascosta.
... Torino aperta la finestra,
ha la dolcezza di una ragazza madre vestita di fiori,
che ogni giorno, lietamente,
accompagna i propri figli a scuola.
Il vento scuote
le foglie di ruggine,
alla fine del giorno,
raccolgo sogni
nel silenzio dei fiori.
Scende la neve
sul baccano del mondo,
e riveste la terra
di un bianco silenzio.
Dona forma alle orme,
e con le sue ombre,
si espande sfumando
gli affanni del cuore
in respiri di vita.
Scende la neve
danzando scherzosa,
volteggiando i suoi petali
e donando alla terra
il suo vestito da sposa.
Scende leggera
sul letto del mondo,
oggi sarà festa,
fin dove l'occhio si posa.