Poesie preferite da Tittilaw

Questo utente ha frasi preferite anche in Umorismo.

Scritta da: Elisa M.

Lode della cattiva considerazione di sé

La poiana non ha nulla da rimproverarsi.
Gli scrupoli sono estranei alla pantera nera.
I piranha non dubitano della bontà delle proprie azioni.
Il serpente a sonagli si accetta senza riserve.
Uno sciacallo autocritico non esiste.
La locusta, l'alligatore, la trichina e il tafano vivono come vivono e ne sono contenti.
Non c'è nulla di più animale della coscienza pulita, sul terzo pianeta del sole.
Vota la poesia: Commenta

    Il cielo

    Da qui si doveva cominciare: il cielo.
    Finestra senza davanzale, telaio, vetri.
    Un'apertura e nulla più,
    ma spalancata.

    Non devo attendere una notte serena,
    né alzare la testa,
    per osservare il cielo.
    L'ho dietro a me, sottomano e sulle palpebre.
    Il cielo mi avvolge ermeticamente
    e mi solleva dal basso.

    Perfino le montagne più alte
    non sono più vicine al cielo
    delle valli più profonde.
    In nessun luogo ce n'è più
    che in un altro.
    La nuvola è schiacciata dal cielo
    inesorabilmente come la tomba.
    La talpa è al settimo cielo
    come il gufo che scuote le ali.
    La cosa che cade in un abisso
    cade da cielo a cielo.

    Friabili, fluenti, rocciosi,
    infuocati e aerei,
    distese di cielo, briciole di cielo,
    folate e cumuli di cielo.
    Il cielo è onnipresente
    perfino nel buio sotto la pelle.

    Mangio cielo, evacuo cielo.
    Sono una trappola in trappola,
    un abitante abitato,
    un abbraccio abbracciato,
    una domanda in risposta a una domanda.

    La divisione in cielo e terra
    non è il modo appropriato
    di pensare a questa totalità.
    Permette solo di sopravvivere
    a un indirizzo più esatto,
    più facile da trovare,
    se dovessero cercarmi.
    Miei segni particolari:
    incanto e disperazione.
    Vota la poesia: Commenta
      Scritta da: goccia di miele

      Ritratto di donna

      Deve essere a scelta.
      Cambiare, purché niente cambi.
      È facile, impossibile, difficile, ne vale la pena.
      Ha gli occhi, se occorre, ora azzurri, ora grigi,
      neri, allegri, senza motivo pieni di lacrime.
      Dorme con lui come la prima venuta, l'unica al mondo.

      Gli darà quattro figli, nessuno, uno.
      Ingenua, ma ottima consigliera.
      Debole, ma sosterrà.
      Non ha la testa sulle spalle, però l'avrà.
      Legge Jaspers e le riviste femminili.
      Non sa a che serva questa vite, e costruirà un ponte.
      Giovane, come al solito giovane, sempre ancora giovane.

      Tiene nelle mani un passero con l'ala spezzata,
      soldi suoi per un viaggio lungo e lontano,
      una mezzaluna, un impacco e un bicchierino di vodka.

      Dove è che corre, non sarà stanca?
      Ma no, solo un poco, molto, non importa.
      O lo ama o si è intestardita.
      Nel bene, nel male, e per l'amor del cielo!
      Vota la poesia: Commenta
        Scritta da: Eclissi

        Il 16 maggio 1973

        Una delle tante date
        Che non mi dicono più nulla.

        Dove sono andata quel giorno,
        che cosa ho fatto – non lo so.

        Se lì vicino fosse stato commesso un delitto
        - non avrei un alibi.

        Il sole sfolgorò e si spense
        Senza che ci facessi caso.
        La terra ruotò
        e non ne presi nota.

        Mi sarebbe più lieve pensare
        Di essere morta per poco,
        piuttosto che ammettere di non ricordare nulla
        benché sia vissuta senza interruzioni.

        Non ero un fantasma, dopotutto,
        respiravo, mangiavo,
        si sentiva
        il rumore dei miei passi,
        e le impronte delle mie dita
        dovevano restare sulle maniglie.

        Lo specchio rifletteva la mia immagine.
        Indossavo qualcosa d'un qualche colore.
        Certamente più d'uno mi vide,

        Forse quel giorno
        Trovai una cosa andata perduta.
        Forse ne persi una trovata poi.

        Ero colma di emozioni e impressioni.
        Adesso tutto questo è come
        Tanti puntini tra parentesi.

        Dove mi ero rintanata,
        dove mi ero cacciata –
        niente male come scherzetto
        perdermi di vista così.

        Scuoto la mia memoria –
        Forse tra i suoi rami qualcosa
        Addormentato da anni
        Si leverà con un frullo.
        Vota la poesia: Commenta
          Scritta da: circe

          Foglietto illustrativo

          Sono un tranquillante,
          Agisco in casa,
          funziono in ufficio,
          affronto gli esami,
          mi presento all'udienza,
          incollo con cura le tazze rotte -
          devi solo prendermi,
          farmi sciogliere sotto la lingua,
          devi solo mandarmi giù
          con un sorso d'acqua.
          So come trattare l'infelicità,
          come sopportare una cattiva notizia,
          ridurre l'ingiustizia,
          rischiarare l'assenza di Dio,
          scegliere un bel cappellino da lutto.
          Che cosa aspetti -
          fidati della pietà chimica.
          Sei un uomo (una donna) ancora giovane,
          dovresti sistemarti in qualche modo.
          Chi ha detto che la vita va vissuta con coraggio?
          Consegnami il tuo abisso -
          lo imbottirò di sonno.
          Mi sarai grato (grata) per la caduta in piedi.
          Vendimi la tua anima.
          Un altro acquirente non capiterà.
          Un altro diavolo non c'è più.
          Vota la poesia: Commenta

            La cipolla

            La cipolla è un'altra cosa.
            Interiora non ne ha.
            Completamente cipolla
            Fino alla cipollità.
            Cipolluta di fuori,
            cipollosa fino al cuore,
            potrebbe guardarsi dentro
            senza provare timore.
            In noi ignoto e selve
            di pelle appena coperti,
            interni d'inferno,
            violenta anatomia,
            ma nella cipolla - cipolla,
            non visceri ritorti.
            Lei più e più volte nuda,
            fin nel fondo e così via.
            Coerente è la cipolla,
            riuscita è la cipolla.
            Nell'una ecco sta l'altra,
            nella maggiore la minore,
            nella seguente la successiva,
            cioè la terza e la quarta.
            Una centripeta fuga.
            Un'eco in coro composta.
            La cipolla, d'accordo:
            il più bel ventre del mondo.
            A propria lode di aureole
            da sé si avvolge in tondo.
            In noi - grasso, nervi, vene,
            muchi e secrezione.
            E a noi resta negata
            l'idiozia della perfezione.
            Vota la poesia: Commenta
              Scritta da: goccia di miele

              Sulla morte, senza esagerare

              Non s'intende di scherzi,
              stelle, ponti,
              tessitura, miniere, lavoro dei campi,
              costruzione di navi e cottura di dolci.

              Quando conversiamo del domani
              intromette la sua ultima parola
              a sproposito.

              Non sa fare neppure ciò
              che attiene al suo mestiere:
              né scavare una fossa,
              né mettere insieme una bara,
              né rassettare il disordine che lascia.

              Occupata ad uccidere,
              lo fa in modo maldestro,
              senza metodo né abilità.
              Come se con ognuno di noi stesse imparando.

              Vada per i trionfi,
              ma quante disfatte,
              colpi a vuoto
              e tentativi ripetuti da capo!

              A volte le manca la forza
              di far cadere una mosca in volo.
              Più di un bruco
              la batte in velocità.

              Tutti quei bulbi, baccelli,
              antenne, pinne, trachee,
              piumaggi nuziali e pelame invernale
              testimoniano i ritardi
              del suo svogliato lavoro.

              La cattiva volontà non basta
              e perfino il nostro aiuto con guerre e rivoluzioni
              è, almeno finora, insufficiente.

              I cuori battono nelle uova.
              Crescono gli scheletri dei neonati.
              Dai semi spuntano le prime due foglioline,
              e spesso anche grandi alberi all'orizzonte.

              Chi ne afferma l'onnipotenza
              è lui stesso la prova vivente
              che essa onnipotente non è.

              Non c'è vita
              che almeno per un attimo
              non sia immortale.

              La morte
              è sempre in ritardo di quell'attimo.

              Invano scuote la maniglia
              d'una porta invisibile.
              A nessuno può sottrarre
              il tempo raggiunto.
              Vota la poesia: Commenta
                La vita – è il solo modo
                per coprirsi di foglie,
                prendere fiato sulla sabbia,
                sollevarsi sulle ali;
                essere un cane,
                o carezzarlo sul suo pelo caldo;
                distinguere il dolore
                da tutto ciò che dolore non è;
                stare dentro gli eventi,
                dileguarsi nelle vedute,
                cercare il più piccolo errore.
                Un'occasione eccezionale
                per ricordare per un attimo
                di che si è parlato
                a luce spenta;
                e almeno per una volta
                inciampare in una pietra,
                bagnarsi in qualche pioggia,
                perdere le chiavi tra l'erba;
                e seguire con gli occhi una scintilla di vento;
                e persistere nel non sapere
                qualcosa d'importante.
                Vota la poesia: Commenta
                  Chiedo scusa al caso se lo chiamo necessità.
                  Chiedo scusa alla necessità se tuttavia mi sbaglio.
                  Non si arrabbi la felicità se la prendo per mia.
                  Mi perdonino i morti se ardono appena nella mia memoria.
                  Chiedo scusa al tempo per tutto il mondo che mi sfugge a ogni istante.
                  Chiedo scusa al vecchio amore se do la precedenza al nuovo.
                  Perdonatemi, guerre lontane, se porto fiori a casa.
                  Perdonatemi, ferite aperte, se mi pungo un dito.
                  Chiedo scusa a chi grida dagli abissi per il disco col minuetto.
                  Chiedo scusa alla gente nelle stazioni se dormo alle cinque del mattino.
                  Perdonami, speranza braccata, se a volte rido.
                  Perdonatemi, deserti, se non corro con un cucchiaio d'acqua.
                  E tu, falcone, da anni lo stesso, nella stessa gabbia,
                  immobile con lo sguardo fisso sempre nello stesso punto,
                  assolvimi, anche se tu fossi un uccello impagliato.
                  Chiedo scusa all'albero abbattuto per le quattro gambe del tavolo.
                  Chiedo scusa alle grandi domande per le piccole risposte.
                  Verità, non prestarmi troppa attenzione.
                  Serietà, sii magnanima con me.
                  Sopporta, mistero dell'esistenza, se strappo fili dal tuo strascico.
                  Non accusarmi, anima, se ti possiedo di rado.
                  Chiedo scusa al tutto se non posso essere ovunque.
                  Chiedo scusa a tutti se non so essere ognuno e ognuna.
                  So che finché vivo niente mi giustifica,
                  perché io stessa mi sono d'ostacolo.
                  Non avermene, lingua, se prendo in prestito parole patetiche,
                  e poi fatico per farle sembrare leggere.
                  Vota la poesia: Commenta