Quando abbandoni il certo e cali l'asta,
il ritmo della vita lo detta l'eco tuoi passi
e lo spazio della mente traccia la via del nuovo.
ma percorrendo il sentiero caotico,
ti fermi e ti perdi nel rumore dei bar chiusi.
Gli occhi fragili,
letti di un fiume.
Il destino è un muro
e il futuro i mattoni.
Ma noi, rose e spine
di due emisferi,
con la nebbia che opprime
e il viso immobile,
crolliamo a gocce.
La diga si riempie,
piena di costanza
e resiste all'orlo,
crollando di gioia.
In un prato abbandonato
cresce il tuo rancore.
Nel tempio delle distese
si diffonde inesorabile.
E tu,
perla triste in un guscio verde
vivi le tue gioie insapore
ancorata al silenzio.
Lo sguardo del fallito
logorato dal rimorso.
Il ricordo di un amico
svanito via col vento.
La rivalsa nel cuore
nella gioia di chi attende;
l'amore.
Puntale arriva la notte,
scie di sole
e briciole di cuore.
Una stella cadente,
una lacrima sul viso.
E non sono più vivo.
C'è poco più di niente
tra il sorriso della gente
e il tuo sguardo insofferente.
Gli occhi del mondo addosso
e le tue passioni gettate in un fosso.
Sono uguali alba e tramonto
se nulla cambia quando gridi: "Affondo!".
Mille rimorsi, quanta paura!
Ci sono troppe certezze
su una sola sfumatura.
Nero.
Dov'è lo spirito natalizio?
Nella gente che se ne fotte?
Negli alberi senza foglie?
Un amaro sorriso ricopre il viso
di chi da mesi od anni non si vede, è tutta una farsa.
Eppure ci rende felici.
Nella solitudine dell'ultima foglia di un ramo
c'è la tristezza della morte.
Eppure ci rende felici.
Il Natale...
Vano sarebbe se la pioggia cadesse e non ci fosse la Terra.
Triste sarebbe se la neve si posasse sul mare.
Tanto è la solitudine.