Ricordo
Ascolto vento
nel silenzio dell'alba
ci sei ancora.
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Ascolto vento
nel silenzio dell'alba
ci sei ancora.
Nella tua mano vedo
tutte le mani del mondo:
la mano che scioglie
e la mano che lega,
la mano che chiama
e la mano che prega.
Annunciato antonellesco azzurro
ovale universale ammantato di mistero
dell'uomo non uomo che verrà
dal tuo ventre femminile
ombelico scoperto a passeggio
per le strade di Messina
o una città altra di antiche mura
e moderne virtù.
Oh la tua bocca di rosa chiusa oh la tua mano aperta che aspetta!
Tu aspetti il candido giglio
e ascolti l'ebraica parola
di un angelo o un uomo terreno
che accende il frutto nel seno
di te donna di ogni tempo
in ogni tempo madre di figli
che tornano a farsi verbo
e immagine immortale
ovale universale antonellesca e azzurra.
Nessun poeta al mondo
col suo fiume di parole
saprebbe mai dire
la bellezza del tuo cuore... donna!
Chi potrebbe rubare gli occhi
che guardano la bambola
dietro una vetrina, la mano
che pettina capelli artificiali
e la mano che asciuga lacrime vere... donna!
Nessun poeta è adatto,
ma neanche il pittore riesce,
a cogliere intera la tenerezza
di quei seni, l'ombra dei capezzoli, la curva
delle spalle che turba sogni e pensieri; come dire le intime radure di Venere,
vene d'acqua che dissetano
mani e cuore... donna!
Non bastano un fiume di parole, il marmo
del mondo, l'arte di Fidias,
del Canova per quando
guardi intenta, e pensi, e lavori come sai, Eva senza peccato
odorosa mela... e donna!
Mi chiamo
quindi esisto
parlo
quindi sono
canto
quindi vivo
ballo
quindi ascolto
guardo
quindi in te mi specchio
cammino
quindi vado dove devo
penso
quindi misuro il mondo
chiuso nel suo spazio/tempo
quindi cerco
il perché del mio cercare
quindi piango
come il primo giorno
di bambino/uomo.
Lei un'oasi rigogliosa
qualcosa tra la palma
e la gazzella
passa e non lo guarda;
lui guarda e non gli passa
le direbbe mille cose
non di scarpe o di profumi
ma inni celestiali;
lei ammirata si sente donna
la sua mente sogna
ma neanche un sorriso molla;
lui continua a soffrire
al non poterle dire:
ma che bel culo che hai!