Scritta da: Psiche
in Poesie (Poesie anonime)
Amami
Ti chiesi "amami"
amami a perdifiato,
resta con me,
fammi dimenticare il passato.
Ma tu ti ritraevi
come una coperta,
e mi scuotevi via le stelle
come fa il giorno con la notte.
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Ti chiesi "amami"
amami a perdifiato,
resta con me,
fammi dimenticare il passato.
Ma tu ti ritraevi
come una coperta,
e mi scuotevi via le stelle
come fa il giorno con la notte.
Si divertiva, lui.
Tra il serio e il compiaciuto,
sordo ai miei gridi d'aiuto,
mirava dritto al mio cuore
con le sue tristi parole.
Io mi incupivo e mi voltavo a nascondere
il viso, e lui con le dita mi prendeva e
mi rimetteva al mio posto, come
si fa con un quadro, che non
è più dritto ma obliquo, e
pende dalla parte dove
ha perso l'appoggio,
e scivolando va giù
sempre più
giù...
E mi guardava negli occhi, lui.
Due grosse polle d'acqua in cui scrutava
di lampi di gelosia.
Sciocco, lui.
E ingenua, io.
Io che restavo, e sognavo, e speravo...
Non ci fu mai gelosia.
C'erano solo orizzonti viola
disciolti in due oceani di malinconia.
E laggiù in fondo, persa laggiù sullo sfondo cadente, su quella linea insensata e
invisibile dove lo sguardo osa ma non si posa, su quella ferita
del mondo che non è più cielo e non è ancora mare,
lontano, laggiù nel vuoto, dove l'azzurro
si macchia di blu, c'era la mia anima
sola, obliquamente
appesa.
Le poesie son fili di parole
tirati sopra al mondo
a nascondere il pianto delle stelle,
come lunghi nastri lucenti
cuciti alle nuvole,
mossi dai sospiri degli amanti.
Una poesia
che parli a un solo cuore: il tuo.
Questo vorrei essere,
adesso e per sempre.
Sono qui, per te.
Sempre.
Con le mie lacrime ho fatto
una culla per il tuo dolore.
Coi pezzi del mio cuore infranto
ho cucito per te
un tappeto di nuvole
per sollevarti e portarti
lontano,
lassù, tra le stelle.
Dove ci sei solo tu,
con me.
Se solo potessi averti per sempre mio,
come la terra fa con tutti noi
ti attirerei a me.
Gravato da una forza invincibile,
tu staresti disteso a contare le stelle.
Ed io, con la tua pelle giovane
vicina, potrei sentire
la vita che pulsa nel tuo corpo,
calda come baci di sole
sul mio cuore di donna-terra
che gira e mai si stanca
di offrirti i suoi paradisi più ameni.
A te solo mostrerei ogni meraviglia
e per te i miei infiniti abissi
si farebbero culle a misura d'uomo.
Ma tu sei il centro, sole mio.
Tua è la forza più grande,
irresistibile, che mi attrae
e mi respinge al tempo stesso,
inchiodandomi qui,
su una linea invisibile,
distante anni luce da te.
Come una piaga
Ti fai strada sulla mia pelle
Sei un virus purulento
Un batterio immondo del male
Ti sei cucito intorno al mio corpo
Con mani esperte, parola dopo parola
Tocco dopo tocco
A soffocarmi col tuo fetore
È questo che tu chiami amore?
Mi hai attratta alla tua dimora
Vestito di luce
Così dolci le tue labbra...
Così amaro il tuo silenzio
Quando mi hai voltato le spalle
E avevi ancora in mano
Le chiavi, mio Signore
Chiusa in questa bara
Non sono né viva né morta
E soffro di un'eterna attesa di passi.
Perle che colano
A ricoprirla di grazia
Questa Realtà che avanza
Un vestito di stelle
Per Lei, nobile e fiera
E così oscura
Per un giovane cuore
Che perde sangue
Al più soave tocco,
Alla più dolce carezza...
Soffro di un dolore solitario:
Il sole mi ha rubato un raggio di luce
Nel vento si è persa ogni mia preghiera
Tra le nuvole scorgo un'ombra inquieta
Rifuggo le acque, specchi beffardi
E scivolo in una densa melma scura
Mi sento perduta, un poco divisa
Come il vuoto tra le cose
Il nulla tra il centro e la periferia.
E piovono ragnatele
Dalle ali fumanti
E salgono al cielo
Abissi di lacrime
E cola lentamente
Come se fosse niente
Inchiostro dalle dita
Ad asciugare le carezze
Che bruciano ancora.