Poesie inserite da Racar


Scritta da: Racar

Tristezza

Il cielo di novembre
limpido azzurro e chiaro,
frizzante ma non raro,
invita a rallegrar,

ma la stracolma mente
l'immagine cancella
e non muove favella
in giorno da gustar...

Le foglie variopinte
ornano lunghi rami
con fievoli ricami
i raggi a catturar,

ma il nero dei pensieri
che nella mente gira
il bello non attira
nel triste girellar.
Composta venerdì 6 novembre 2015
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    Scritta da: Racar

    La tua fotografia

    La tua fotografia sul comò stava
    assieme al nonno in bella e ferma mostra
    che una flebile luce illuminava
    mentre i santini davano alla vostra
    figura un che di arcano e misterioso.

    Scarno il tuo viso con garbato aspetto
    mentre nel vuoto il ciglio delizioso
    cercava invano vitale rispetto.

    La tua città, Cassino, da cattiva
    sorte fu spenta e tu nel fior degli anni
    in cerca di sorrisi e d'amor priva,
    andasti all'Ade in mezzo a tanti danni.

    Chiesi di te più volte ai genitori
    che non avevan risposte da dare
    ad un fanciullo ignaro dei dolori
    della vita, dicendo d'aspettare.

    In fondo al cuore avevano un dolore
    profondo e non volevano alla mente
    luttuosi eventi riportar, ma amore
    per dare ai figli un futuro splendente.

    Gli eventi d'oggi mi fanno pensare
    alla follia umana che tanti lutti
    portò e ti vedo invano riparare
    il corpo come naufrago tra i flutti.

    Nemmeno del trapasso il triste giorno
    saper è dato e nell'elenco mesto
    compare il nome tuo con altri intorno
    senza data in carente e monco testo.

    I tuoi resti mortali mai nessuno
    in un greve sepolcro ha portato,
    né una lapide né fiori qualcuno
    per le disperse ossa ha mai posato.
    Composta venerdì 10 aprile 2015
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      Scritta da: Racar

      L'apparire

      C'è chi ogni giorno alla tua fredda tomba
      giunge, porta fiori e parla d'eventi
      a te noti e vede ancora ridenti
      gli occhi tuoi turchini e, mentre rimbomba

      lontano un sordo tuono verso il mare
      nel nefasto anniversario, gli intenti
      usuali dimentica e stringe i denti
      presa dai ricordi, senza fiatare.

      Non Io le tue fredde spoglie mortali
      visito ogni giorno, lacrime amare
      da solo verso ché, causa dei mali

      del tuo mite cuore, non seppi dare
      al tuo sentire paterni segnali
      per render lieto il tuo terreno andare.
      Composta giovedì 13 gennaio 2011
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        Scritta da: Racar

        Giunge la scura notte

        Vola a te il mio pensiero
        di giorno con il sole,
        mentre confuse e sole
        le nubi sto a mirar.

        Con loro volo in cielo
        e uccello solitario
        annoto nel mio diario
        i giorni da volar,

        prima che giunga il tempo
        che il volo del destino
        mi porti a te vicino
        per sempre a riposar.

        Di notte con le stelle,
        mentre lascia la terra,
        lo spirito rinserra
        un fiore da odorar.
        Composta domenica 23 novembre 2014
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          Scritta da: Racar

          Lascia che...

          Lascia che guardi i tuoi occhi scuri e grandi,
          che carezzi quei capelli ondulati
          lunghi e neri, d'essenze profumati,
          che possa sentire suadenti e blandi

          sguardi diretti nei miei occhi, ammaliati
          e vinti dai segni d'amor che spandi
          in aureola fatale, con comandi
          agli ebbri corpi a rimaner legati.

          Lascia che nella mente disegnati
          abbia per sempre attimi d'un miraggio
          che un giorno non lontano hai donati

          a un uomo passionale, solo e saggio,
          che s'avviava con occhi rattristati
          e spenti a viver senza più coraggio.
          Composta mercoledì 7 gennaio 2015
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            Scritta da: Racar

            Il temporale improvviso

            Da poco il forte vento s'è calmato
            e il cielo, da scure nuvole tenuto,
            pone il creato, ombroso ed estasiato,
            in assordante silenzio, sparuto,

            e strani cinguettii dall'appagato
            sonno mi distolgon, mentre il temuto
            tuono, vicino e forte, è rimbombato,
            sconvolgendo il mondo silente e muto.

            Or ecco un ticchettio, lento e ritmato,
            picchiar sul tetto e già dopo un minuto
            l'arido campo è tutto penetrato.

            Nell'aia, del tutto ignaro e impegnato
            a ricercar il cibo, un pennuto
            corre verso il riparo, trafelato.
            Composta sabato 18 aprile 2015
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