Poesie preferite da Roger Berardi

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Scritta da: Elisa Iacobellis

Settembre

Triste il giardino: fresca
scende ai fiori la pioggia.
Silenziosa trema
l'estate, declinando alla sua fine.
Gocciano foglie d'oro
giù dalla grande acacia.
Ride attonita e smorta
l'estate dentro il suo morente sogno.
S'attarda fra le rose,
pensando alla sua pace;
lentamente socchiude
i grandi occhi pesanti di stanchezza.
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    Scritta da: Marilù Rossi

    Ormai sei mia

    Ormai sei mia. Riposa coi tuo sonno nel mio sonno.
    Amore, dolore, affanni, ora devono dormire.
    Gira la notte sulle sue ruote invisibili
    presso me sei pura come l'ambra addormentata.

    Nessuna più, amore, dormirà con i miei sogni.
    Andrai, andremo insieme per le acque del tempo.
    Nessuna viaggerà per l'ombra con me,
    solo tu, sempre viva, sempre sole, sempre luna.

    Ormai le tue mani aprirono i pugni delicati
    e lasciarono cadere dolci segni senza rotta,
    i tuoi occhi si chiusero come due ali grige,

    mentr'io seguo l'acqua che porti e che mi porta:
    la notte, il mondo, il vento dipanano il loro destino,
    e senza te ormai non sono che il tuo sogno solo.
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      Il tuo sorriso

      Toglimi il pane, se vuoi,
      toglimi l'aria, ma
      non togliermi il tuo sorriso.

      Non togliermi la rosa,
      la lancia che sgrani,
      l'acqua che d'improvviso
      scoppia nella tua gioia,
      la repentina onda
      d'argento che ti nasce.

      Dura è la mia lotta e torno
      con gli occhi stanchi,
      a volte, d'aver visto
      la terra che non cambia,
      ma entrando il tuo sorriso
      sale al cielo cercandomi
      ed apre per me tutte
      le porte della vita.

      Amor mio, nell'ora
      più oscura sgrana
      il tuo sorriso, e se d'improvviso
      vedi che il mio sangue macchia
      le pietre della strada,
      ridi, perché il tuo riso
      sarà per le mie mani
      come una spada fresca.

      Vicino al mare, d'autunno,
      il tuo riso deve innalzare
      la sua cascata di spuma,
      e in primavera, amore,
      voglio il tuo riso come
      il fiore che attendevo,
      il fiore azzurro, la rosa
      della mia patria sonora.

      Riditela della notte,
      del giorno, della luna,
      riditela delle strade
      contorte dell'isola,
      riditela di questo rozzo
      ragazzo che ti ama,
      ma quando apro gli occhi
      e quando li richiudo,
      quando i miei passi vanno,
      quando tornano i miei passi,
      negami il pane, l'aria,
      la luce, la primavera,
      ma il tuo sorriso mai,
      perché io ne morrei.
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        Scritta da: asterisco

        Ho fame della tua bocca

        Ho fame della tua bocca, della tua voce, del tuoi capelli
        e vado per le strade senza nutrirmi, silenzioso,
        non mi sostiene il pane, l'alba mi sconvolge,
        cerco il suono liquido dei tuoi piedi nel giorno.

        Sono affamato del tuo riso che scorre,
        delle tue mani color di furioso granaio,
        ho fame della pallida pietra delle tue unghie,
        voglio mangiare la tua pelle come mandorla intatta.

        Voglio mangiare il fulmine bruciato nella tua bellezza,
        il naso sovrano dell'aitante volto,
        voglio mangiare l'ombra fugace delle tue ciglia

        e affamato vado e vengo annusando il crepuscolo,
        cercandoti, cercando il tuo cuore caldo
        come un puma nella solitudine di Quitratúe.
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