Scritta da: Salvatore Messina
in Poesie (Poesie personali)
Sai di poesia
di frasi docili
alle labbra
di sacri aliti
perché tu
mio bene
al cor risplendi.
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Sai di poesia
di frasi docili
alle labbra
di sacri aliti
perché tu
mio bene
al cor risplendi.
Si presentò
semplicemente nuda
al mio cospetto.
Nuda
come la volle Dio.
Si è schiarito dalle nebbie
lo spazio all'avamposto
ed una croce hanno piantato
a ricompensa
mille bandiere tinte
di sangue e carne
vestono dai tempi a ricordare
chi tanto a dato a Dio
all'infamie patrie
e nulla han preso.
Quando sarà
l'evento affronterò
a muso duro
Condannerò presenze
Le sacre invenzioni
Spoglio il petto esigo
l'onore della morte.
E venne verso di te
il mestierante.
Leggero aveva il passo lento
dell'attentatore.
Ghigno malefico inquisitore
l'uomo in bianco aveva, vivisettore.
Giocoso l'accogliesti
scodinzolante
candido il manto
degli innocenti
Le mani leccasti al delinquente;
atti d'amore, questi, e d'amicizia antica.
Il bruto s'avvinghiò sul tuo mantello,
un lampo fu, una saetta:
e ti prese la libertà le carni.
Vivisettore
squallido abitante di laboratori,
di stabulari, di scantinati doloranti.
Manipolatore infame di viscere vive, palpitanti.
Fredda e ottusa è l'opera tua di morte
d'animali amici, animali santi:
scannati, segati, trapiantati, eviscerati, decerebrati,
scuoiati, bolliti, arrostiti vivi ed infine,
come il Cristo crocifissi.
Inutile si rivela il genio tuo assassino,
ricercatore del nulla, nemico dell'uomo e della tua imbecillità.
Col pane del sangue e della morte nutri i figli tuoi?
(saran vampiri! )
lugubre ricompensa dell'arte tua nefanda:
padre, barone e santità
T'acclamano governi erranti, t'incoraggia all'assassinio e ti benedice il Papa, la chiesa, gli incivili, gli ignoranti.
Mio è il disprezzo e la tua morte
Gli animali martiri, povere creature, guardano
all'amico, al santo buono.
S'affidano a Francesco, ai protezionisti
e a tutti i santi.
Geroglifici dipinti d'azzurro
estasiano gli occhi dei figli alla croce
schizzi disegni d'amore gli scritti
dell'anime pure sono solo ricordi
e guarda a questa mia terra sempre più infame.
L'alba s'è spogliata
del vestito rosa.
Nuda ora m'appare
di grazia alle labbra
e brezze.
Desto dal sogno
dove celebrammo l'intimo
ora mi sei negli occhi
e t'amo.
È sera
con gli occhi, con la mente,
in te sovrano ed assassino
s'addormono i peccati
l'infami tuoi pensieri consacrati
dei bimbi il corpo dilaniato offeso
eviscerato inquisito ripudiato
il sacro latte di tua madre
quello che hai infangato
ma
dei figli miei
quelli che hai stuprato
quale altro Dio dalla croce
me li depone.